Educare all'interezza

L’importanza della prevenzione a partire dalla scuola dell’infanzia. Intervista al prof. Giacomo Stella

Difficoltà di linguaggio e apprendimenti scolastici | GIUNTI EDU

Cantare è emozione

Incontri emozionanti

Impariamo a rilassarci

Caro Vittorio,


 il dolore non deve essere sottovalutato, tuttavia, i tuoi alunni e alunne han

Caro Vittorio,
il dolore non deve essere sottovalutato, tuttavia, i tuoi alunni e alunne hanno delle caratteristiche tipiche dei nostri tempi: non dicono a parole che cosa crea loro problemi ma preferiscono esprimere il malessere con il corpo, come se attraverso un dolore fisico, il mal di pancia e/o il mal di testa, raccontassero un’urgente richiesta di attenzione.
I sintomi fisici sembrano uno strumento più immediato e nello stesso tempo rendono il confronto difficile perché possono diventare non credibili.
Sembra che il corpo sia autorizzato a esprimere malessere e non la ricerca o la spiegazione di questo malessere, come se il dialogo avesse perso significato. Inoltre, sono cambiate le condizioni di cura: da un lato, i genitori sono spinti a un costante accudimento prolungato; dall’altro vivono la separazione come necessaria, per consentire crescita e autonomia non solo ai figli, ma anche a loro stessi.
In un periodo storico che oscilla tra accudimento e mancanza di tempo e in cui la crescita è accompagnata dall’aumento della necessità della competizione, una possibile soluzione a questo disagio si può trovare nel lavoro di gruppo fornendo ulteriori competenze e non solo cercando di primeggiare.
I bambini e le bambine sono oggi considerati come in lotta tra loro, come se dovessero acquisire competenze e qualità. Viene chiesto loro di imparare a suonare uno strumento o le lingue, di fare sport… Dovrebbero invece essere guidati a trovare, nel loro percorso, persone che siano per loro risorse non per vincere, ma per partecipare, per riuscire a mostrare i propri difetti e sviluppare le competenze.
A tal proposito, una risorsa può essere il gruppo classe così come le competenze e i difetti possono diventare strumenti a disposizione di tutte e tutti. Perciò è necessario costruire schede di competenza basate sulle caratteristiche sociali ed emotive, il saper fare e saper condividere…
Quindi concentrarsi sul gruppo potrebbe essere il modo migliore per aiutare i singoli e far vedere che competenze e mancanze possono essere aspetti comuni e di conseguenza più facili da affrontare.
Questo potrebbe inoltre aiutare a sviluppare il dialogo senza rifugiarsi nella “giustificazione” del malessere fisico.


La ringrazio. 
Vittorio

Gentile Dott.ssa Giommi,

sono un maestro della scuola primaria e quest&rsquo;anno insegno in una classe quarta. Mi trovo di fronte ad alcuni alunni che manifestano disagio nello stare in classe: spesso riferiscono sintomi come mal di pancia o mal di testa ricorrenti. A questi segnali si aggiungono difficolt&agrave; nel separarsi dai genitori, la paura di sbagliare o di essere giudicati, forse anche difficolt&agrave; a gestire ci&ograve; che si prova. 
Che cosa possiamo fare noi insegnanti per sostenere al meglio i bambini che vivono questa situazione?

Gentile Dott.ssa Giommi,
sono un maestro della scuola primaria e quest’anno insegno in una classe quarta. Mi trovo di fronte ad alcuni alunni che manifestano disagio nello stare in classe: spesso riferiscono sintomi come mal di pancia o mal di testa ricorrenti. A questi segnali si aggiungono difficoltà nel separarsi dai genitori, la paura di sbagliare o di essere giudicati, forse anche difficoltà a gestire ciò che si prova.
Che cosa possiamo fare noi insegnanti per sostenere al meglio i bambini che vivono questa situazione?


Malessere in classe

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