Avanguardia didattica in pratica: flipped classroom e integrazione CDD/libri di testo

Nuovi spazi educativi tra pedagogia e architettura

Intessere trame: l'ambiente di apprendimento

Come gestire gli spazi, le riflessioni di Tania Pasquali

PROGRAMMARE CONTESTI SIGNIFICATIVI, VERI E RILEVANTI PER I BAMBINI• Permettere ai bambini di esplorare vuol dire che il laboratorio non può limitarsi a spazi e ambienti interni e non deve contenere solo materiali banali e già sperimentati: il luogo e i materiali sono occasioni che permettono ai bambini di problematizzare.• Permettere ai bambini di discutere vuol dire trovare un posto dove stare comodi e guardarsi in faccia, uno spazio tranquillo dove il gruppo può attivare il confronto, dove ognuno è ascoltato e dove tutti hanno necessità di ascoltare l’altro.• Permettere ai bambini di riflettere e porre domande vuol dire individuare uno spazio in cui si evidenzi quello che è accaduto, che custodisca i momenti salienti del processo, che possono essere documentati dagli elaborati dei bambini, dalle fotografie, dalle riproduzioni in 3D ecc. a disposizione dei bambini in qualsiasi momento.(Appunti dal corso della dott.ssa Caterina Spillari, Progettare e Programmare, Scuola di formazione “L. Brentegani” FISM Verona)

“Ricicreando”: uno spazio dove creare e ricreare con materiali di recupero.

UN PASSATO DA CUI RIPARTIRE


 Freinet, Ferrière, Dewey insieme a tanti altri maestri hanno intuito l’importanza del “lavoro” anche per i più piccoli, inteso come possibilità di scoprire e sperimentare il mondo, essere attivi e contribuire allo sviluppo della società. L’urbanesimo ha mutato la condizione familiare: il bambino non sperimenta più, in ambito domestico, quell’insieme di attività che un tempo lo impegnavano attivamente, accanto a genitori e nonni, e che costituivano, spesso, il suo unico apprendistato umano e professionale: ora buona parte della sua esperienza è affidata alla scuola.


 


 INTERAZIONE E CONTINUITÀ


 Secondo Dewey, che nel

UN PASSATO DA CUI RIPARTIREFreinet, Ferrière, Dewey insieme a tanti altri maestri hanno intuito l’importanza del “lavoro” anche per i più piccoli, inteso come possibilità di scoprire e sperimentare il mondo, essere attivi e contribuire allo sviluppo della società. L’urbanesimo ha mutato la condizione familiare: il bambino non sperimenta più, in ambito domestico, quell’insieme di attività che un tempo lo impegnavano attivamente, accanto a genitori e nonni, e che costituivano, spesso, il suo unico apprendistato umano e professionale: ora buona parte della sua esperienza è affidata alla scuola.INTERAZIONE E CONTINUITÀSecondo Dewey, che nel 1896 fonda a Chicago la scuola-laboratorio, le curiosità e gli interessi del bambino vanno soddisfatti impegnandolo attivamente nell’approfondimento di aree del sapere e dell’agire in continuità di esperienza con le cognizioni, le occupazioni e le ricerche precedenti del bambino stesso. La continuità è requisito indispensabile per qualificare in senso educativo l’azione e l’esperienza umane. L’altra qualità che l’esperienza educativa deve possedere per essere tale è quella dell’interazione, dello scambio tra individui e tra questi e la società.UNA SCUOLA FECONDASe la scuola non è attiva, se è esperienza discontinua nella vita del bambino, se limita o dirige le interazioni è isolata e sterile. Per essere feconda, la scuola deve saper interpretare le finalità e le esigenze del presente, deve riconoscere quale cittadinanza promuovere e deve essere spazio affinché gli obiettivi che conseguono trovino terreno.Laboratorio deriva dal latino laborare (lavorare) ed è un termine che indica ciò che si fa in quello spazio (interno ed esterno). L’enciclopedia Treccani lo definisce anche come qualsiasi locale o insieme di locali dove più persone attendono ai lavori di un’arte o di un mestiere.

COME PROPORRE UN LABORATORIO• Il laboratorio è strutturato affinché il bambino possa esprimere, a partire da una curiosità emersa durante il gioco, la lettura, in una conversazione o suggerita da un evento, delle domande a cui rispondere nella interpretazione e nella ricerca con il gruppo.• Deve essere data la possibilità di:– aggregarsi in piccoli gruppi, in modo strutturato e non;– ricercare o chiedere strumenti e materiali;– registrare e mantenere il lavoro a cui si è giunti per poterlo ritrovare e continuare finché non si esaurisce la ricerca.• Si tratta di uno spazio articolato in cui tutti possono stare: bambini con diverse età, diverse esperienze e intelligenze.• Occorre garantire a ciascuno uno spazio in cui esprimere le proprie teorie e condividere con gli altri i propri perché. Nel gruppo, tutti mettono in circolo e tengono insieme le proprie conoscenze e ipotesi: com-prendere è diverso da ap-prendere e l’attenzione è al processo, non al prodotto.• Serve un’attenta osservazione e un ascolto partecipato da parte dell’adulto che sostenga la curiosità e la ricerca da parte del gruppo di bambini.• L’obiettivo deve essere apprendere ad apprendere e alimentare un amore per il sapere e la ricerca di senso.

UN PASSATO DA CUI RIPARTIREFreinet, Ferrière, Dewey insieme a tanti altri maestri hanno intuito l’importanza del “lavoro” anche per i più piccoli, inteso come possibilità di scoprire e sperimentare il mondo, essere attivi e contribuire allo sviluppo della società. L’urbanesimo ha mutato la condizione familiare: il bambino non sperimenta più, in ambito domestico, quell’insieme di attività che un tempo lo impegnavano attivamente, accanto a genitori e nonni, e che costituivano, spesso, il suo unico apprendistato umano e professionale: ora buona parte della sua esperienza è affidata alla scuola. INTERAZIONE E CONTINUITÀSecondo Dewey, che nel 1896 fonda a Chicago la scuola-laboratorio, le curiosità e gli interessi del bambino vanno soddisfatti impegnandolo attivamente nell’approfondimento di aree del sapere e dell’agire in continuità di esperienza con le cognizioni, le occupazioni e le ricerche precedenti del bambino stesso. La continuità è requisito indispensabile per qualificare in senso educativo l’azione e l’esperienza umane. L’altra qualità che l’esperienza educativa deve possedere per essere tale è quella dell’interazione, dello scambio tra individui e tra questi e la società. UNA SCUOLA FECONDASe la scuola non è attiva, se è esperienza discontinua nella vita del bambino, se limita o dirige le interazioni è isolata e sterile. Per essere feconda, la scuola deve saper interpretare le finalità e le esigenze del presente, deve riconoscere quale cittadinanza promuovere e deve essere spazio affinché gli obiettivi che conseguono trovino terreno.Laboratorio deriva dal latino laborare (lavorare) ed è un termine che indica ciò che si fa in quello spazio (interno ed esterno). L’enciclopedia Treccani lo definisce anche come qualsiasi locale o insieme di locali dove più persone attendono ai lavori di un’arte o di un mestiere.

Laboratori del fare e del pensare

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