Star bene a scuola: l'empatia dell'insegnante

Come funziona il cervello emotivo dei bambini?

Che cosa comunica il nostro sguardo? - “Pillole” per star bene a scuola

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

L&rsquo;importanza della mediazione

Difendiamo il cuore bambino

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&ldquo;Una pace futura potr&agrave; esser veramente tale solo se prima sar&agrave; stata trovata da ognuno in s&eacute; stesso &ndash; se ogni uomo si sar&agrave; liberato dall&rsquo;odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avr&agrave; superato quest&rsquo;odio e l&rsquo;avr&agrave; trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non &egrave; chiedere troppo&rdquo;. 

Etty Hillesum
</blockquote>

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria in tutto il mondo per commemorare le vittime del genocidio compiuto dal nazismo e dal fascismo, tra il 1938 e il 1945: Ebrei, Rom e Sinti, persone disabili e altre categorie ritenute dannose, deboli e indesiderabili. E fra tutti, anche tanti bambini.

&Egrave; passato del tempo da quegli anni; fino ad oggi coloro che hanno vissuto in prima persona gli orrori e la violenza dello sterminio, della prigionia, delle sofferenze inflitte, hanno potuto raccontare e testimoniare la loro esperienza. Ma, sono sempre meno i testimoni diretti e come ha dichiarato con preoccupazione Liliana Segre, si sente il pericolo che tutto possa essere dimenticato, che ci si stufi e ci si annoi a sentir parlare di queste dolorosissime vicende.

Ogni anno, per me, questo passaggio del 27 gennaio porta tanti ricordi e sento l&rsquo;esigenza di dare voce a chi non pu&ograve; pi&ugrave; raccontare, a scrivere perch&eacute; ci siano i ricordi dei ricordi di coloro che hanno trapassato l&rsquo;esperienza e ci hanno incitati a dare valore alla pace, alla giustizia e alla verit&agrave;.

Mio padre &egrave; stato prigioniero a poco pi&ugrave; di vent&rsquo;anni e ha passato tre anni in un duro campo di lavoro, rischiando la vita molte volte, per fame, dolore, malattia, fatica e paura. Ho <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/giorno-della-memoria-come-parlare-ai-ba" target="_blank">raccontato pi&ugrave; volte</a> come abbia condiviso in famiglia tutto questo attraverso il filtro del bene: narrava in modo non esplicito gli orrori, le fatiche e specialmente come lui e i suoi compagni siano sopravvissuti aiutandosi, cercando in ogni modo di resistere e tenere alla vita.

Oggi mi &egrave; risalito in cuore un ricordo di quando ero bambina, avevo sette o otto anni. Mia madre mi mandava a riposare, il pomeriggio, nella sua stanza. Io non ero molto convinta di dormire&hellip; perci&ograve;, un giorno, mi sono messa a curiosare tra gli oggetti sul com&ograve;. Ho aperto un cassetto, ho alzato la biancheria e sotto ho trovato un libro. Ho scorso le pagine, non riuscivo a fermarmi davanti a quelle immagini indicibili dei campi di sterminio, di dolore e di morte. Ho rimesso a posto il libro con mani tremanti e per molto tempo non ho detto nulla ai miei genitori. I racconti di mio padre mi apparivano in un&rsquo;altra prospettiva, terribile e insopportabile. Mi sentivo quasi in colpa, non capivo perch&eacute; e come fosse successa una simile tragedia; non ho potuto mai pi&ugrave; guardare immagini come quelle, n&eacute; vedere un film.

Ricordi d&rsquo;infanzia

Leggi anche: <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/giornata-della-memoria?" target="_blank">Giorno della memoria nel segno di Marc Chagall</a>

Non si tratta quindi, con i bambini ancora piccoli, di raccontare la Shoah ed entrare in particolari che non potrebbero capire ma di orientarli alla comprensione profonda del bene, in tutte le sue forme. Sono circondati gi&agrave; da immagini di violenza, quotidianamente, attraverso i media; acchiappano frammenti, parole, spezzoni di questa realt&agrave; di oggi, in cui ancora c&rsquo;&egrave; guerra e ingiustizia. Difendiamo il loro cuore bambino. Pi&ugrave; avanti nella crescita, i colleghi sapranno trovare il modo e le parole perch&eacute; i ricordi dei ricordi siano sempre qui, a farci capire come essere veramente e pienamente umani.

Un brano per ricordare e per vivere ancora:

Da molto sento quanto sia necessario non dimenticare. Il Giorno della memoria ci offre questa possibilit&agrave; ma soprattutto, come educatori, ci consente di riflettere su molti aspetti che riguardano ci&ograve; che vale di pi&ugrave; nell&rsquo;accompagnare i bambini a crescere.

Non dovrebbe accadere che un bambino possa avere un incontro precoce e senza mediazioni con terribili tragedie della vita. &Egrave; importante invece condividere le esperienze di ogni tipo con le parole e la sensibilit&agrave; giuste.

Chi siamo noi per i bambini? Siamo le figure adulte che possono mediare la loro relazione con la realt&agrave; e l&rsquo;incontro con i valori essenziali del vivere. Nell&rsquo;intimit&agrave; della famiglia ma anche negli ambienti educativi. La nostra regia pedagogica, i contesti che allestiamo, gli spazi di parola e di pensiero che condividiamo, le letture, le esperienze, le scoperte&hellip; possono mettere nella loro mente e nel cuore semi preziosi per l&rsquo;evoluzione personale, umana, interiore e per la capacit&agrave; di convivere.

La cultura senza umanit&agrave; profonda ha creato il disastro; noi possiamo seminare perch&eacute; crescano in loro, insieme alla conoscenza, la fiducia e il desiderio di bene, il senso della libert&agrave;. E lo facciamo sempre sulla rivista <a href="https://www.giuntiscuola.it/riviste/scuola-dellinfanzia" target="_blank">Scuola dell&#39;infanzia</a> e sul sito, con i nostri autori.

Giorno della memoria: per riflettere su di noi, adulti e bambini