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Psicologia e scuola di Novembre-Dicembre: la scuola è #cittadinanza

Impariamo a rilassarci

Ad alta voce

Tutti insieme nel gruppo classe

Vincitore dell&rsquo;Europa Cinemas Label a Cannes 2021 e come miglior lungometraggio allo Zurich Film Festival, l&rsquo;ultimo film di Carpignano chiude la trilogia su Gioia Tauro portandoci dentro la vita di una famiglia calabrese della medio-piccola borghesia attraverso gli occhi della figlia di mezzo e mostrandoci un percorso di crescita segnato da un ingresso nell&rsquo;et&agrave; adulta difficile e coraggioso, forzato da scoperte inattese e scelte dolorose. 
Chiara ha 15 anni e vive la normale vita delle sue coetanee: scuola, palestra, giochi e bisticci con le sorelle, chiacchiere con le amiche, selfie, musica cantata a squarciagola&hellip; Ha un forte legame con il padre Claudio, pieno di tenerezza e affetto, giochi e abbracci. Dopo la sfarzosa festa dei 18 anni della sorella, Chiara vede il padre scappare di nascosto da casa e, subito dopo, l&rsquo;esplosione della loro auto. Non capisce, vuole sapere che cosa sta succedendo, dov&rsquo;&egrave; il padre, ma ottiene solo vaghe rassicurazioni. A Chiara per&ograve; non bastano: quando online apprende che il padre &egrave; ricercato per traffico di droga, decide di scoprire la verit&agrave; su quell&rsquo;uomo che adora, del quale non pu&ograve; accettare una doppia vita sconosciuta. Salta la scuola, inizia a pedinare il cugino, scopre un bunker sotto casa, cerca di capire in quali traffici &egrave; coinvolto il padre, ma soprattutto vuole trovarlo. Deve vederlo: ha bisogno di guardarlo negli occhi e di sentire dalla sua voce quella verit&agrave; che ha squarciato il velo dell&rsquo;innocenza e interrotto la sua adolescenza, catapultandola nell&rsquo;adultit&agrave;, costringendola a fare i conti con una realt&agrave; nemmeno lontanamente immaginata, che non comprende e di cui non condivide i valori. 
Chiara non accetta di &ldquo;stare in silenzio&rdquo;, di aspettare che le cose si sistemino; insiste, continua a fare domande, si mette nei guai. Quando ferisce una compagna, i servizi sociali decidono di allontanarla dalla famiglia e dalla Calabria, con l&rsquo;intento di toglierla dal retaggio malavitoso e di consentirle di scoprire una realt&agrave; diversa. Ma Chiara scappa. Vuole sapere. Torna dal cugino per costringerlo a portarla dal padre. Quando lo vede, in un altro bunker sotto terra nel mezzo del nulla, lo affronta, con spavalderia e paura insieme. E vede il padre per la prima volta per come &egrave; real&shy;mente, come uomo, con tutte le sue contraddizioni, nel suo lavoro. 
Si trova di fronte a un bivio, doloroso e straziante: restare e accettare un destino segnato dal legame di sangue o svincolarsi e costruire una vita diversa, riappropriandosi del diritto di autodeterminarsi. Una scelta amara e difficile, per la scoperta di non conoscere davvero i propri cari e per l&rsquo;ambivalenza che prova verso di loro, nello scarto tra il vissuto emotivo, l&rsquo;affetto, la sorellanza, il senso di appartenenza emotivo e il non sentirsi parte di quella famiglia, che fino a poco prima era la base sicura da cui si stava affacciando a una vita spensierata, e di quella cultura omertosa e malavitosa. Per Chiara il momento della formazione identitaria e del processo di individualizzazione tipico dell&rsquo;adolescenza, gi&agrave; di per s&eacute; complesso e faticoso, si amplifica a dismisura, implicando scelte drastiche per strutturare un&rsquo;identit&agrave; in cui riconoscersi e accettarsi. E Chiara sceglie, per s&eacute; e non &ldquo;contro&rdquo; qualcuno, con la consapevolezza di aver vinto e perso nello stesso tempo.

Paola A. Sacchetti, 
Psicologa

Film | A Chiara

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