Millanta, filastrocche e animali a volontà!

Elogio dello zerbino

Guarda che faccia!

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

Quando proponiamo e viviamo le esperienze con i bambini è buon uso:<ul><li>dire quello che si va a fare prima di iniziare;</li><li>chiudere l’esperienza commentandola. “Che cosa vi è piaciuto? Cosa avreste voluto fare? Cosa è mancato secondo voi? Come rifareste questa esperienza? Cosa potremmo introdurre?”.</li></ul>Anche con i bambini che frequentano l’ultimo anno di nido e che iniziano a utilizzare con più fluidità il linguaggio verbale concediamoci del tempo per dare spazio ai loro pensieri e alle riflessioni su quello che abbiamo fatto insieme.Con i più piccoli verbalizziamo quello che sta per accadere e cosa abbiamo fatto raccontando anche quello che abbiamo osservato di ogni bambino attraverso i loro comportamenti.

<ul><li>L’angolo del palcoscenico: su una parete disegniamo sipario, fondale e quinte del teatro e con un tappeto delimitiamo lo spazio del palco. In una cesta mettiamo tanti oggetti da utilizzare come microfoni: cilindri di legno, pennelli, mestoli, schiumarole. Lasciamo che i bambini salgano sul palcoscenico quando vogliono; utilizziamolo ogni giorno per raccontare una cosa piacevole o spiacevole, esperienze della propria vita, cantare una canzone, recitare qualcosa insieme.</li><li>I bicchieri delle emozioni: sulla parete della coppa di un bicchiere di carta disegniamo le sei emozioni primarie. Assegniamo a ogni bambino un bicchiere e lasciamo che ogni volta scelga l’immagine dell’emozione che lo aiuta a dire come si sente in quel momento. Partecipiamo anche noi per dire come ci sentiamo, denominiamo l’emozione che proviamo associandola a che cosa l’ha provocata. Utilizziamo i bicchieri delle emozioni più volte al giorno anche come pretesto per confrontarsi sui comportamenti usati nelle relazioni con i coetanei e con gli adulti, per trovare insieme modi alternativi di agire.</li><li>La scatola degli affetti: per dare la parola ai bambini più piccoli chiediamo il contributo dei genitori per preparare delle scatole con dentro oggetti che sono importanti per i loro figli. I genitori vengono invitati al nido a raccontare “la scatola degli affetti” agli altri bambini (oppure attraverso un video); in seguito, saranno gli educatori che le racconteranno. Utilizziamo la scatola degli affetti anche con i bambini della scuola dell’infanzia che racconteranno in modo autonomo e libero il suo contento.</li></ul>

Traguardi di competenzaIl bambino usa la lingua italiana, arricchisce il proprio lessico; sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e sentimenti, li esprime in modo sempre più adeguato, ascolta gli altri. ContestoLa piazza, la biblioteca, il palcoscenico, lo scaffale delle emozioni, l’angolo della fiaba, l’angolo della lettura in giardino. Strategie metodologicheCreiamo occasioni e contesti per mettere i bambini nella condizione di esprimersi. Lasciamo che parlino di sé, di cose che conoscono e che fanno parte della loro vita. Aspettiamo a fare domande: ascoltiamo. Lasciamo che i bambini scelgano il mezzo con cui vogliono esprimersi: la parola, il disegno, le narrazioni e i racconti di fantasia.

Dicembre: il diritto al dialogo (G. Zavalloni)

Dicembre: il diritto al dialogo (G. Zavalloni)

Insieme, nido e scuola dell’infanzia possono condividere un percorso.Dopo la lettura dell’albo illustrato Chiedimi cosa mi piace (di Bernard Waber, Terre di mezzo Editore), educatori e insegnanti rivolgono la stessa domanda ai bambini:<ul><li>nella scuola dell’infanzia i bambini raccontano e disegnano tutte le cose che a ognuno piacciono;</li><li>nel nido, i bambini della sezione grandi rispondono e possono disegnare con l’aiuto dei fratelli più grandi o dei genitori. Ai più piccoli mamme e babbi possono prestare le parole per raccontare quello che piace ai loro figli; chi lo desidera può scrivere pagine di diario personale, oppure disegnare vignette e fare un elenco.</li></ul>In questo modo, a tutti, dal più piccolino al più grande, diamo uno spazio dove riconoscersi ed essere riconosciuto.Il percorso “Per dire di sé” è stato realizzato dai servizi Polo Infanzia comunale “Arcobaleno” (Grosseto) e nido d’infanzia comunale “Il sole” (Grosseto).

”Le cose che mi piacciono” realizzato da una mamma.

Realizziamo una comunicazione democratica fra adulti e bambini dando loro la possibilità di esprimere i loro pensieri più autentici, anche quando non ci corrispondono.Facciamo ogni sforzo per impedire che i bambini rinuncino a esprimere quello che pensano credendo di sbagliare.Sgombriamo la mente da pregiudizi e idee personali e lasciamo che i bambini parlino per farsi comprendere e imparare a comprendere gli altri.

Realizziamo una comunicazione democratica fra adulti e bambini dando loro la possibilità di esprimere i loro pensieri più autentici, anche quando non ci corrispondono.Facciamo ogni sforzo per impedire che i bambini rinuncino a esprimere quello che pensano credendo di sbagliare.Sgombriamo la mente da pregiudizi e idee personali e lasciamo che i bambini parlino per farsi comprendere e imparare a comprendere gli altri.

Le scatole degli affetti: ogni oggetto racconta il bambino.

Per dire di sé

A. di 5 anni racconta ai compagni la fiaba di Raperonzolo: Raperonzolo aveva le trecce lunghe lunghe e ogni volta che la strega doveva risalire sulla torre si attaccava alla treccia e scalava fino in cima. Sai che male! Ti fa male quando qualcuno ti tira i capelli? A me sì!!

Per ascoltare i bambini occorre dargli tempo per parlare, senza chiedere. Talvolta le domande degli adulti sono pressanti, contengono già delle risposte che i bambini danno in tutta fretta oppure, molto spesso, rimangono in silenzio rinunciando a dire quello che pensano. Per dare modo ai bambini di parlare occorre essere interessati a quello che dicono.<ul><li>Ogni giorno che si trascorre a scuola, così come al nido d’infanzia, è scandito in tempi che si ripetono sempre uguali. Questa scansione, sicuramente necessaria, talvolta rischia di togliere tempo o di indurci a fare ogni cosa di fretta.</li><li>Ritagliamoci 15 minuti ogni giorno per metterci in disparte e osservarli mentre giocano. Lasciamo che il mondo dei bambini ci entusiasmi con le sue espressioni sorprendenti e che ci arricchisca con quello che l’infanzia può dire.</li><li>Finito il tempo di osservazione possiamo decidere di condividere con i bambini quello che abbiamo osservato oppure tenere quello che abbiamo imparato in questo tempo come restituzione da utilizzare in un momento più opportuno.</li></ul>

Spazi e materiali di “parola”

I bicchieri delle emozioni: “Ho scelto la felicità perché sono a scuola con i miei amici. La felicità la metterei nella mano così non va via perché la tengo stretta nel pugno”.

Tempo di ascolto

Prendiamo tutti i microfoni e facciamo il festival dei Palloncini!

Traguardi di competenza
 


 Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce il proprio lessico; sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e sentimenti, li

Traguardi di competenzaIl bambino usa la lingua italiana, arricchisce il proprio lessico; sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e sentimenti, li esprime in modo sempre più adeguato, ascolta gli altri.ContestoLa piazza, la biblioteca, il palcoscenico, lo scaffale delle emozioni, l’angolo della fiaba, l’angolo della lettura in giardino.Strategie metodologicheCreiamo occasioni e contesti per mettere i bambini nella condizione di esprimersi. Lasciamo che parlino di sé, di cose che conoscono e che fanno parte della loro vita. Aspettiamo a fare domande: ascoltiamo. Lasciamo che i bambini scelgano il mezzo con cui vogliono esprimersi: la parola, il disegno, le narrazioni e i racconti di fantasia.

Per documentare Nella pagina del leporello di questo mese arricchiamo la documentazione con le foto dei bambini e con gli aneddoti più significativi per ciascuno di loro:<ul><li>mettiamo foto e racconti scaturiti dall’utilizzo degli strumenti narrativi;</li><li>scriviamo i dialoghi fra adulti e bambini;</li><li>riportiamo una sintesi delle cose che piacciono di più ai bambini della sezione.</li></ul>

Per sostenere il dialogo

iceva Zavalloni che siamo spettatori passivi dei tanti mass media che ci inducono a non prendere la parola. In questo silenzio perdiamo l’occasione di narrare l’esperienza del mondo attraverso le storie e di esplorarlo e interagire con esso anche per modificarlo.Quando raccontiamo una fiaba, oppure una storia o facciamo uno spettacolo tutti possono prendere la parola: chi ascolta, chi racconta, chi recita. La parola è necessaria alla relazione, apre il confronto e lo spazio per la comunicazione.<ul><li>L’angolo della fiaba: attrezziamolo con tanti strumenti diversi, mettiamoli a disposizione dei bambini perché possano raccontare storie a sé stessi oppure anche agli altri, perché possano inventare finali diversi alle fiabe. Gli strumenti sono: kamishibai (tradizionale teatrino giapponese); burattini realizzati anche con materiale riciclato o con l’aiuto di nonni; scatole e palette narrative; teatrino al collo; teatrino delle ombre…</li></ul>

Diamo la parola?

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