Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Avanguardia didattica in pratica: flipped classroom e integrazione CDD/libri di testo

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Relazione, competenza, autonomia

Come &egrave; possibile osservare nella tabella, la relazione si riferisce al supporto percepito, cio&egrave; alla qualit&agrave; del nostro stare insieme, non alla quantit&agrave; di persone che conosciamo e ci conoscono. Per relazione si intende quindi la percezione soggettiva di incoraggiamento e presenza discreta dell&#39;altro che ci fa sentire noi stessi, senza sostituirsi n&eacute; mostrarci ci&ograve; che &egrave; meglio per noi, ma aiutandoci a scoprirlo.

Per competenza si intende la percezione soggettiva di saper svolgere un compito o affrontare una situazione. Ovviamente risente delle esperienze presenti, ma anche del contesto relazionale incoraggiante o viceversa ostile o assente.

Infine l&#39;autonomia riguarda la scelta, ad almeno due livelli a) perch&eacute; fare quella cosa, b) come farla. Ha quindi a che vedere non tanto con il &ldquo;fare da soli&rdquo;, quanto con &ldquo;fare cose significative&rdquo;.

I tre bisogni per chiarezza espositiva sono incasellati. La realt&agrave; &egrave; invece di sovrapposizione e influenza reciproca. &Egrave; un ambiente che &ldquo;nutre&rdquo; e fa sentire di &ldquo;valere e potere&rdquo; che ci spinge a cimentarci, provare, riuscire e infine sentirci competenti, trovando significati in ci&ograve; che andiamo svolgendo, in modo via via sempre pi&ugrave; personalizzato e autonomo.

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Fotografare l&rsquo;esistente

In Tabella 1 si pu&ograve; vedere qualche casella vuota. Arriviamo infatti al secondo esercizio. Provate voi a scrivere e/o chiedere a bambine e bambini di completare la tabella con le loro risposte. Quando sentite i vostri bisogni soddisfatti? Saranno situazioni da poter massimizzare in futuro e chiaro indicatore che le cose stanno funzionando.

In che occasioni invece percepite i bisogni frustrati? Diventa esplicito quali richieste, condizioni, situazioni sono esperite come ostacoli al vostro benessere.

Con questi due esercizi abbiamo fotografato l&#39;esistente. Sappiamo ci&ograve; di cui abbiamo bisogno e/o gli allievi e le allieve hanno espresso quali sono i loro bisogni e in che contesti li sentono soddisfatti o frustrati. Diventa anche pi&ugrave; chiaro quali siano le situazioni critiche e virtuose per noi come docenti e per loro come studenti e studentesse. Ovviamente gli stessi due esercizi si possono proporre in altri contesti: familiare, sportivo&hellip; e con persone di tutte le et&agrave;. In ogni caso, vista l&#39;universalit&agrave; dei bisogni e il loro essere innati, la situazione non cambia nella sua essenza. Stiamo male se non ci sentiamo capiti, valorizzati, supportati, inclusi e se in contesti di questo tipo sperimentiamo incompetenza, dubbio di farcela, impotenza, magari anche dovendo affrontare compiti o situazioni di cui vediamo poco il senso e/o che ci sono state imposte.

Il problema &egrave; chiaro e anzi &egrave; anche certamente vissuto almeno in parte. Ne abbiamo avuto tutti esperienza. Soluzioni?

 
Questione di stili

Nel motivare gli altri e noi stessi possiamo preferire un certo stile che si configura in modi tipici di reagire a situazioni tipiche fra cui quella proposta di seguito.

<img alt="" src="https://www.giuntiscuola.it/d/filer/sharing/1729931680/275812/" style="height:366px; width:800px" /> 
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Di fatto, nelle realt&agrave; scolastiche, che cosa ci pu&ograve; impedire di adottarli? Ma soprattutto cosa si potrebbe fare per facilitarne l&#39;implementazione?

Buon esercizio e buona adozione di stili supportivi che facciano sentire voi e i vostri alunni e alunne in positiva e costruttiva relazione, nella percezione motivante di fare cose significative che si sanno svolgere.

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Di che cosa abbiamo realmente bisogno nel nostro lavoro quotidiano di docenti? Quali sono i fattori psicologici essenziali e imprescindibili, la cui mancanza ci impoverisce, intristisce, demotiva? Vi invito a scriverli su un foglio: solo i tre che vi sembrano davvero centrali.

Fatto? Ovviamente questo semplice esercizio di avvio lo potete proporre anche in classe con i bambini, magari a gruppi di piccole dimensioni o coppie.

Soluzione: si scopre che le persone &ndash; e quindi anche allieve e allievi, docenti, dirigenti, genitori, personale scolastico &ndash; hanno una certa idea di quali siano i bisogni fondamentali, ma le opinioni non sempre convergono e in alcuni casi la consapevolezza di ci&ograve; che ci serve psicologicamente per stare bene &egrave; in fieri. Non sempre sappiamo ci&ograve; di cui abbiamo davvero bisogno. Evidentemente, se ci sfugge cosa cercare sar&agrave; pi&ugrave; difficile trovarlo.

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I bisogni fondamentali

Secondo l&#39;approccio allo studio della motivazione, personalit&agrave; e sviluppo proposto da Ryan e Deci (2020) possiamo fiorire e crescere se soddisfiamo i bisogni di relazione, competenza, autonomia. Parimenti soffriamo e non riusciamo a mettere a frutto le nostre potenzialit&agrave; nella misura in cui percepiamo la frustrazione di questi bisogni.

La Tabella 1 riassume le caratteristiche dei bisogni ed esemplifica casi di soddisfazione e frustrazione.

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<img alt="" src="https://www.giuntiscuola.it/d/filer/sharing/1729931677/275803/" style="height:542px; width:500px" /> 
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<img alt="" src="https://www.giuntiscuola.it/d/filer/sharing/1729931677/275806/" style="height:413px; width:500px" />

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E poi: quali situazioni vi possono far propendere verso uno stile meno supportivo che corrispondere ai settori circolari in arancione o rosso in Figura 1?

<img alt="" src="https://www.giuntiscuola.it/d/filer/sharing/1729931685/275817/" style="height:402px; width:500px" /> 
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Situazione: &Egrave; una classe piuttosto poco impegnata. Oggi avrebbero dovuto consegnare un elaborato, dopo solleciti e la concessione di ben 10 giorni di proroga. Ebbene: pi&ugrave; della met&agrave; riporta di non avere inteso che era per oggi.

La vostra reazione sar&agrave;: 
a) cercate di capire la ragioni del disimpegno e ne parlate in classe. 1 2 3 4 5 
b) riprendete i termini della consegna e spiegate passo a passo cosa viene richiesto. 1 2 3 4 5 
c) vi arrabbiate e minacciate conseguenze severe, se non consegnassero domani. 1 2 3 4 5 
d) lasciate perdere: non vale la pena sprecare fiato e tempo con una classe cos&igrave; poco impegnata. 1 2 3 4 5

Con invito a indicare un numero da 1 = per niente a 5 = tantissimo, per ciascuna opzione.

Rafforzare uno stile motivante

Adesso che conoscete il vostro stile prevalente e le situazioni in cui pu&ograve; capitare di mettere in atto gli stili meno motivanti o decisamente frustranti, vi propongo gli ultimi due esercizi.

Il primo &egrave; a completamento. Provate a riportare voi nell&rsquo;ultima colonna della Tabella 2 le conseguenze. Se riusciste a lavorare a coppie o gruppi di insegnanti potreste confrontare le risposte e condividere esperienze. Qualche input da ricerche presenti in letteratura e strumenti operativi ulteriori li potete trovare anche in (2014; 2021), Mo&egrave; et al. (2023).

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Il secondo esercizio &egrave; una naturale conseguenza del precedente. Viste le conseguenze problematiche derivanti dall&#39;adozione persistente di alcuni stili come rimediare? Che comportamenti supportivi &egrave; possibile sostituire a quelli pi&ugrave; frustranti? E perch&eacute; a volte pur conoscendoli non li mettiamo in atto? Vi propongo di nuovo una riflessione sui potenziali ostacoli e questa volta anche sui fattori facilitati.

In Tabella 3 trovate i sei principi sviluppati da Reeve per esprimere supporto e sostegno all&#39;auto-determinazione, consentendo di percepire soddisfatti e non frustrati i bisogni di relazione, competenza, autonomia.

I quattro stili

Come si pu&ograve; vedere in Figura 1 ci sono quattro stili ognuno con due sotto-tipi, collocati in modo da rappresentare livelli differenti di soddisfazione o frustrazione dei bisogni (asse orizzontale) e di struttura (asse verticale). Si tratta del livello con cui sono definiti obiettivi, regole, tempi, modi di ci&ograve; che si va a chiedere.

Esempio di alta struttura: &ldquo;Da consegnare entro luned&igrave; una relazione di una facciata che considera sei aspetti ognuno dei quali al massimo cinque righe; trovate un esempio a pag. xx&rdquo;.

Esempio di bassa struttura: &ldquo;Portate per la settimana prossima una relazione&rdquo;.

Tipicamente livelli medi o medio-alti di struttura tendono a favorire in quanto fanno percepire supporto e quindi relazione e consentono di sentirsi competenti, delineando in modo chiaro la richiesta. Un eccesso di struttura tenderebbe invece a ridurre la percezione di autonomia.

E quindi ecco un altro esercizio. Considerando una pluralit&agrave; di situazioni, in che stile vi ritrovate pi&ugrave; spesso? Per aiutarvi potete consultare la Tabella 2 che racchiude una loro breve descrizione.

<ul>
	<li style="text-align: justify;">Mo&egrave;, A. (2014). Autostima. Che cosa &egrave;, come si coltiva. Bari: Laterza.</li>
	<li style="text-align: justify;">Mo&egrave;, A. (2021). L&#39;ABC per motivare. Strumenti e metodi per favorire la voglia di imparare. Milano: Mondadori.</li>
	<li style="text-align: justify;">Mo&egrave;, A., Consiglio, P., Katz, I. (2022). Exploring the circumplex model of motivating and demotivating teaching styles: The role of teacher need satisfaction and need frustration. Teaching and Teacher Education, 118, 103823</li>
	<li style="text-align: justify;">Mo&egrave;, A., Friso G., Pazzaglia, F. (2023). Costruire il successo scolastico nella Scuola Secondaria. Strumenti operativi per promuovere strategie, atteggiamenti e motivazione a scuola. Trento: Erickson.</li>
	<li style="text-align: justify;">Reeve, J. (2016). Autonomysupportive teaching: What it is, how to do it. In Building autonomous learners: Perspectives from research and practice using self-determination theory (pp. 129-152). Singapore: Springer Singapore.</li>
	<li style="text-align: justify;">Ryan, R.M. e Deci, E.L. (2020). Intrinsic and extrinsic motivation from a self-determination theory perspective: Definitions, theory, practices, and future directions. Contemporary Educational Psychology, 61, 101860.</li>
</ul>

Di che cosa abbiamo realmente bisogno?

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