Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Durante il periodo del lockdown si è reso sempre più necessario sostenere gli alunni nella gestione delle emozioni e delle relazioni per fronteggiare il “distanziamento sociale”. Educare le emozioni deve tenere conto del fatto che le persone reagiscono alle interpretazioni degli eventi, più che agli eventi in sé. Se, in generale, lavorare sulle emozioni è fondamentale per educare l’intelligenza emotiva parallelamente agli apprendimenti scolastici, lo è ancora di più in un periodo difficile come quello della pandemia, che accresce le paure dei bambini e li rende emotivamente instabili e incerti. Così abbiamo pensato, insieme all’insegnante di classe, di realizzare sei incontri virtuali sulle emozioni con bambini di una classe primaria, coinvolgendo anche le famiglie. Abbiamo riflettuto sulla possibilità di offrire agli alunni l’opportunità di condividere paure, per poter affrontare la situazione con positività.&nbsp;Come organizzare gli incontri&nbsp;È cura del conduttore spiegare che le attività assegnate “per casa” dovranno essere effettuate con piacere e non ci sarà una valutazione. Durante le attività è inoltre cura dei conduttori mantenere l’ordine, chiedendo di tenere i microfoni spenti e di attivarli solo quando viene data la parola, per esempio si può far rispettare l’alternanza dei turni durante la videochiamata utilizzando metodi classici come l’alzata di mano. Le attività possono essere proposte in piccoli gruppi di 6-7 bambini o a un gruppo più ampio, fino a 19 alunni. Ai fini di un’attenta e seria partecipazione è importante coinvolgere i genitori, fornendo una spiegazione chiara degli obiettivi e della modalità volontaria di partecipazione che non pregiudicherà il giudizio scolastico, ma sarà utile ai loro figli a comprendere ed esprimere le proprie emozioni.&nbsp;

1° incontro: realizza il tuo mostro&nbsp;Dopo un’iniziale spiegazione e introduzione alle emozioni e alle loro funzioni adattive per la vita, è stato letto un racconto intitolato I colori delle emozioni (Llenas, 2019), in cui il protagonista, che è un mostriciattolo, racconta di aver mescolato tutte le emozioni e insegna ai bambini la distinzione tra le stesse. A fine racconto, si è assegnato ai bambini il compito di realizzare il loro “mostriciattolo”, sotto forma di marionetta, a seconda dell’emozione che loro hanno provato maggiormente durante la settimana.&nbsp;<img filer_id="233337" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/68/31/68310dd4-c2ac-4c0d-a3bb-43bb8ef20956/mostri2.jpg__300x200_q85_subsampling-2.jpg" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/68/31/68310dd4-c2ac-4c0d-a3bb-43bb8ef20956/mostri2.jpg__300x200_q85_subsampling-2.jpg" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="300" height="200"> 2° incontro: disegna il disagio&nbsp;Nel secondo incontro si è proseguito con la lettura di un racconto intitolato Uno scricciolo di nome Nonimporta (Sunderland, 2005), la comprensione del testo e la spiegazione dell’importanza di esprimere ciò che si prova e di dichiarare agli altri il nostro pensiero senza tenersi tutto dentro. Il compito assegnato per la settimana successiva riguardava in questo caso il disegno di una delle scene di disagio in cui lo scricciolo Nonimporta si era ritrovato e non aveva avuto la forza di dire altro se non “non m’importa”.&nbsp; 3° incontro: indovina l’emozione&nbsp;Al terzo incontro si discutono i disegni delle scene del racconto di Nonimporta e si stimola nei bambini una risposta alternativa, più assertiva, che avrebbe potuto dire il protagonista esprimendo i suoi sentimenti e non rinunciando ai propri bisogni, tenendosi tutto dentro. Successivamente si realizza il gioco a distanza “Indovina l’emozione”.Obiettivo: imparare a differenziare le emozioni e le sue sfumature.Istruzioni: vengono selezionati due bambini durante la videochiamata di cui uno dovrà indovinare l’emozione simulata dall’altro compagno all’interno di una scenetta.&nbsp;4° INCONTRO: UN NOME BUFFO PER LA PAURA&nbsp;Durante il quarto incontro si è letto un brano sulla paura del buio e di come il bambino abbia inventato un nome buffo alla sua paura per affrontarla. Dopo la lettura e la comprensione del testo si è avviata una discussione di gruppo sulle proprie paure e sull’utilità di questa emozione. Il compito assegnato per casa consisteva nel disegnare la propria paura.&nbsp;<img filer_id="233342" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/6e/ac/6eacbfe7-4f37-49c4-bb75-1931f8d21af3/supereroi_buio.jpg__500x375_q85_subsampling-2.jpg" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/6e/ac/6eacbfe7-4f37-49c4-bb75-1931f8d21af3/supereroi_buio.jpg__500x375_q85_subsampling-2.jpg" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="300" height="225">5° INCONTRO: COMBATTERE LA PAURALettura e comprensione del racconto “La paura di Tippy” (Arlati, 2016), che aiuta i bambini ad acquisire fiducia in se stessi per combattere le paure e a non temere di chiedere aiuto agli altri. In questo incontro si spiegano ai bambini dei passaggi per combattere le paure quando si presentano:1. fare un respiro profondo;2. scacciare i brutti pensieri;3. sostituire i brutti pensieri con l’immagine di un eroe che combatte la paura insieme al bambino.Si discutono le paure disegnate dai bambini durante la settimana: mostri, incubi, buio, coronavirus, film horror, ragni, serpenti, cani, cattive persone, rumori notturni. Poi si riflette insieme, con un brainstorming, sull’eroe o un’immagine bizzarra da associare a ogni paura per renderla meno temuta. Si assegna ai bambini il compito di disegnare un eroe o un superpotere che combatte la paura precedentemente disegnata.&nbsp;6° INCONTRO: LA RICETTA DEL BUON UMORENell’ultimo incontro si costruisce insieme ai bambini, attraverso un brainstorming, la “ricetta del buon umore” come promemoria da guardare quando si è tristi per ricordarsi quante cose semplici si possono fare per migliorare il proprio umore e quello degli altri.<img filer_id="233339" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/f9/93/f993ce94-3edb-452e-b5bf-9231140147ac/ricetta.jpg__300x425_q85_subsampling-2.jpg" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/f9/93/f993ce94-3edb-452e-b5bf-9231140147ac/ricetta.jpg__300x425_q85_subsampling-2.jpg" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="300" height="425">

• Arlati, V. (2016). Emozioni in fiaba. Milano: Il Castello. • Goleman, D. (2011). Intelligenza emotiva. Milano: Bur.&nbsp;• Llenas, A. (2019). I colori delle emozioni. Milano: Edizioni Gribaudo.&nbsp;• Sunderland, M. (2005). Aiutare i bambini... pieni di rabbia e odio. Trento: Erickson.&nbsp;

Durante il periodo del lockdown si è reso sempre più necessario sostenere gli alunni nella gestione delle emozioni e delle relazioni per fronteggiare il “distanziamento sociale”. Educare le emozioni deve tenere conto del fatto che le persone reagiscono alle interpretazioni degli eventi, più che agli eventi in sé. Se, in generale, lavorare sulle emozioni è fondamentale per educare l’intelligenza emotiva parallelamente agli apprendimenti scolastici, lo è ancora di più in un periodo difficile come quello della pandemia, che accresce le paure dei bambini e li rende emotivamente instabili e incerti. Così abbiamo pensato, insieme all’insegnant

Durante il periodo del lockdown si è reso sempre più necessario sostenere gli alunni nella gestione delle emozioni e delle relazioni per fronteggiare il “distanziamento sociale”. Educare le emozioni deve tenere conto del fatto che le persone reagiscono alle interpretazioni degli eventi, più che agli eventi in sé. Se, in generale, lavorare sulle emozioni è fondamentale per educare l’intelligenza emotiva parallelamente agli apprendimenti scolastici, lo è ancora di più in un periodo difficile come quello della pandemia, che accresce le paure dei bambini e li rende emotivamente instabili e incerti. Così abbiamo pensato, insieme all’insegnante di classe, di realizzare sei incontri virtuali sulle emozioni con bambini di una classe primaria, coinvolgendo anche le famiglie. Abbiamo riflettuto sulla possibilità di offrire agli alunni l’opportunità di condividere paure, per poter affrontare la situazione con positività. Come organizzare gli incontri È cura del conduttore spiegare che le attività assegnate “per casa” dovranno essere effettuate con piacere e non ci sarà una valutazione. Durante le attività è inoltre cura dei conduttori mantenere l’ordine, chiedendo di tenere i microfoni spenti e di attivarli solo quando viene data la parola, per esempio si può far rispettare l’alternanza dei turni durante la videochiamata utilizzando metodi classici come l’alzata di mano. Le attività possono essere proposte in piccoli gruppi di 6-7 bambini o a un gruppo più ampio, fino a 19 alunni. Ai fini di un’attenta e seria partecipazione è importante coinvolgere i genitori, fornendo una spiegazione chiara degli obiettivi e della modalità volontaria di partecipazione che non pregiudicherà il giudizio scolastico, ma sarà utile ai loro figli a comprendere ed esprimere le proprie emozioni. 

Capire le emozioniDiscriminazione delle emozioni L’intelligenza emotiva si caratterizza per la capacità di differenziare le varie emozioni e le sue sfumature. Durante i primi 6 mesi di vita si manifestano le emozioni primarie, cioè sorpresa, gioia, rabbia, tristezza, disgusto e paura.Man mano la consapevolezza delle emozioni si raffina sempre di più: tra l’anno e mezzo e i due anni compare la gelosia, l’imbarazzo, la vergogna, il senso di colpa e l’orgoglio.Verso i 4 o 5 anni i bambini cominciano a capire che uno stesso evento può produrre emozioni diverse a persone diverse, e dalla seconda infanzia in poi, imparano le tecniche per controllare le proprie emozioni. Quando una persona non è in grado di esprimere le proprie emozioni, talvolta, può sviluppare disturbi somatici, che spesso sono associati al costrutto di alessitimia, cioè la difficoltà a identificare ed esprimere con le parole le proprie emozioni.• Assertività. L’insieme di atteggiamenti e comportamenti interpersonali che presuppongono la comprensione dei propri bisogni e delle proprie emozioni e la capacità di esternarli in maniera adeguata senza sopraffare bisogni e sentimenti altrui. La persona assertiva è in grado di instaurare dei rapporti positivi e soddisfacenti con gli altri, ha un buon livello di autostima, utilizza una corretta modalità di comunicazione dei propri disagi e delle proprie idee e riesce a controllare le proprie emozioni. Lo stile di comunicazione assertivo è anche il punto di equilibrio tra lo stile comunicativo aggressivo e quello passivo.• Gestione della paura. Consiste nell’associare ripetitivamente un’immagine mentale positiva allo stimolo fobico in modo da fargli perdere gradualmente la connotazione ansiogena secondo il principio del contro-condizionamento. Un tipo particolare di visualizzazione emotiva può essere l’immaginazione dell’eroe preferito che, insieme al bambino, affronta con successo la situazione paurosa.• Umore positivo. Sottolineare aspetti positivi della giornata e delle attività può aiutare a evitare di focalizzarsi sulle paure, sugli aspetti negativi e sull’umore triste.&nbsp;

Come lavorare sulla paura

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