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Una festa di rime intrecciate

Dalle didascalie alle prime forme di racconto

Prime forme di racconto

Dal resoconto al racconto

Oltre agli scambi epistolari, singoli e collettivi, ci sono stati anche collegamenti in rete per conoscerci di persona e la condivisione di materiali, sia multimediali che cartacei, molto interessanti. I bambini di Vicenza ci hanno fatto conoscere la loro città inviando cartoline e immagini, mentre quelli di Milano ci hanno regalato molti libretti autocostruiti in cui raccontano storie. È nato&nbsp;così un bellissimo scambio di informazioni e, in particolare, i bambini milanesi ci hanno segnalato dei siti grazie ai quali abbiamo osservato in diretta, dalle webcam, i falchi deporre le uova sul Pirellone e i movimenti notturni e diurni degli animali nella savana. A questo proposito un mio alunno ha scritto: “A me piace svelare le cose che facciamo qua a scuola e sapere quelle che fanno loro, così entrambi possiamo prendere spunto”. I bambini hanno deciso di condividere le diverse informazioni anche con gli amici di Vicenza ed è nato così un virtuoso circolo di scambio.

Amici vicini e lontani

Solitamente la corrispondenza prende avvio tra classi di docenti che già si conoscono e condividono pratiche didattiche simili. In passato l’ho tenuta con classi della mia scuola, plessi dello stesso istituto scolastico o della stessa città. Ho constatato che hanno funzionato meglio e più a lungo quelle tra bambini di realtà lontane e differenti, con i quali è possibile condividere informazioni anche sui luoghi dove si vive. A volte trovare una classe con cui stabilire uno scambio epistolare non è semplice: un paio di anni fa ho fatto un appello in rete, altre volte il contatto tra docenti si crea spontaneamente per particolari&nbsp;esigenze. Proprio in questo modo sono nate le corrispondenze che ormai da oltre un anno sto portando avanti con una classe di Vicenza e una di Milano.

Sono parecchi anni che con le mie classi pratico, tra le altre tecniche Freinet, la corrispondenza scolastica. A suo tempo l’intento del pedagogista francese, ma anche di grandi maestri come Bruno Ciari o Mario Lodi, era far uscire dall’isolamento culturale e sociale i bambini, soprattutto nelle campagne, offrendo loro la possibilità di&nbsp; valorizzare la diversità e le unicità individuali tramite l’esercizio del proprio diritto di espressione. Oggi la corrispondenza scolastica è uno strumento utile anche per stimolare i bambini e le bambine a scrivere testi liberi e favorire lo scambio di pensieri, idee e fatti della loro vita quotidiana.

La comunicazione scritta tra pari richiede un’attenta analisi ed elaborazione del pensiero che aiuta a decifrare e a comprendere sé stessi e gli altri

<ul><li style="text-align: justify;">AA.VV. (2016). “Cari amici vi scrivo”. La corrispondenza ai tempi di Internet. A cura di S. Nicolli, prefazione di Franco Lorenzoni. Quaderni di Cooperazione Educativa. Parma: Edizioni Junior. </li><li style="text-align: justify;">Lodi, C., Tonucci, F. (2017). L’arte dello scrivere. Incontro tra Mario Lodi e Don Lorenzo Milani. Drizzona: Casa delle Arti e del Gioco.</li></ul>

Per la prima, un anno indietro rispetto a noi, l’esigenza della giovane collega era quella di stimolare i bambini alla scrittura e trovare degli amici di penna è sembrato il modo migliore per farlo. La seconda, nata per caso durante una conversazione in rete tra docenti, è stata invogliata dal fatto che i nostri istituti scolastici sono intitolati alla medesima persona. Questa singolarità, la stessa classe frequentata e la presenza di molti bambini provenienti da luoghi lontani sono stati gli stimoli per partire. E così, almeno una volta al mese, i miei alunni ricevono lettere da due luoghi diversi d’Italia. Inizialmente si è creata una certa confusione e qualche volta i nomi dei bambini delle due classi sono stati scambiati. Col passare del tempo però ognuno ha due amici speciali in due città diverse e ha imparato a conoscerli senza più confondersi.

Carta, penna e...

Sono parecchi anni che con le mie classi pratico, tra le altre tecniche Freinet, la corrispondenza scolastica. A suo tempo l’intento del pedagogista francese, ma anche di grandi maestri come Bruno Ciari o Mario Lodi, era far uscire dall’isolamento culturale e sociale i bambini, soprattutto nelle campagne, offrendo loro la possibilità di  valorizzare la diversità e le unicità individuali tramite l’esercizio del proprio diritto di espressione.Oggi la corrispondenza scolastica è uno strumento utile anche per stimolare i bambini e le bambine a scrivere testi liberi e favorire lo scambio di pensieri, idee e fatti della loro vita quotidiana.

Condivisioni e scambi

Per iniziare una corrispondenza scolastica non bastano solo carta, penna e un po’ di cose da raccontare. Uno dei requisiti necessari è condividere lo stesso anno di classe di scuola primaria – anche se sono interessanti&nbsp;le corrispondenze con bambini più piccoli o più grandi – e lo stesso numero di alunni, in modo che ognuno abbia un proprio amico di penna. Le lettere devono essere cartacee – nella mia esperienza personale le corrispondenze via email non hanno&nbsp;funzionato – ed è necessario che arrivino per posta. Questo perché i bambini prediligono maneggiare la carta, decifrare le scritture, scambiare disegni e piccoli oggetti come segnalibri o origami, ma anche raccontare ciò che avviene quotidianamente. Le lettere sono individuali ma vista l’importanza della scrittura condivisa elaboriamo anche una lettera collettiva, prima in piccolo gruppo e successivamente tutti insieme, indirizzata all’intero gruppo classe, che solitamente racconta le attività in comune, le novità e le esperienze più significative.&nbsp; Una mia alunna in un testo di riflessione ha scritto: “Non mi piace fare le lettere in comune perché preferisco parlare con il mio amico di penna singolarmente”. Un altro, al contrario, afferma che “nelle lettere collettive si possono raccontare le cose che si fanno tutti insieme, come l’orto o il musical”. Una volta terminate, tutte le lettere – sia individuali che collettive – vengono inserite in una grande busta e spedite a destinazione.

Amici di penna: la corrispondenza scolastica

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