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"Poesie della neve", viaggio incantato dentro a una nevicata

Psicologia e scuola di Novembre-Dicembre: la scuola è #cittadinanza

Impariamo a rilassarci

Ad alta voce

Tutti insieme nel gruppo classe

Daniele, detto Bebo, è costretto a cambiare casa (e quindi quartiere, amici, scuola…) a causa dei problemi lavorativi del padre. Da tutti i paroloni altisonanti che sente utilizzare, capisce che a quest’ultimo hanno ridotto lo stipendio e che, per tale ragione, non possono più permettersi di vivere nella loro abitazione “di lusso”. In prima persona il piccolo e simpaticissimo Bebo ci racconta tutti i dettagli del trasferimento, e in particolare del suo ingresso nella nuova scuola, dove sembra convenirgli essere un bel po’ pestifero per non soccombere ed evitare di mettere fogli nella “cassettina delle prepotenze”. Ma Bebo vorrebbe essere buono e aiutare la sua famiglia; per questo butta i piatti nel cestino (così nessuno dovrà più lavarli!) e riesce a entrare nel computer della sorella per cercare un nuovo lavoro al padre (scaricando un virus che blocca lo schermo)… insomma, i suoi propositi in realtà sono ottimi, sono solo i risultati che lasciano un po’ a desiderare… Fortunatamente, alla fine i familiari se ne accorgono, e anche la sua compagna di banco, che gli fa provare emozioni nuove e uno strano vuoto nello stomaco. I problemi sembrano ridimensionarsi per tutti, come spesso succede dopo le grandi scosse generate dai cambiamenti improvvisi. Ciò che sembra permettere questo miglioramento, però, non è il caso, ma il fatto che i familiari si accorgono delle intenzioni del più piccolo di casa e smettono di considerarlo una piccola peste. Adesso che sono buono, scritto da Stefania Fabri (Giunti, 2016), è un’iniezione di tenerezza. Ci fa vedere il mondo degli adulti dalla prospettiva di quello di un bambino, mettendoci di fronte a quanto il primo possa essere incomprensibile: emolumento, cassa integrazione, curriculum vitae… quante cose complicate! E che fatica essere bambini e provare a districarsi in questo caos, senza nessuno che spieghi come stanno veramente le cose. Il libro suona come un invito a non dare per scontato il nostro modo di stare al mondo e a prendere in considerazione il punto di vista degli altri, soprattutto quello dei bambini… anche perché può essere davvero divertente e interessante farlo! Claudia Casini Psicologa, Psicoterapeuta

Libri | Adesso che sono buono

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