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La professione insegnante

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Per essere accoglienti nel rapporto con i bambini e con i genitori occorre partire da se stessi e darsi la possibilità di riconoscere i propri limiti, essere pronti ad aprirli per viaggiare verso nuovi orizzonti; essere pronti a ri-vedere i propri principi morali per saperli coniugare con l’etica e la pratica dei valori come quello della comprensione.Leggi anche:&nbsp;<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lo-sguardo-sul-sistema-di-relazioni-intorno-al-bambino" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lo-sguardo-sul-sistema-di-relazioni-intorno-al-bambino">Lo sguardo sul sistema di relazioni intorno al bambino</a>Curiosità, dialogo, alleanzeLa comprensione lascia spazio all’altro riconoscendogli potere di espressione per dire il proprio pensiero, senza temere di essere giudicato; luogo dell’incontro dove mostrarsi così come è. Nella comprensione si agisce la reciprocità priva di ogni riferimento alla corrispondenza. Nel rapporto educatori e genitori la comprensione, sollecitata dalla curiosità per l’altro, genera dialogo, sostiene la costruzione di alleanze che aprono la strada alla condivisione dell’esperienza educativa. Qui il richiamo alla capacità di ascoltare si fa forte. Se vogliamo imparare a comprendere dobbiamo saperci disporre ad ascoltare e occorre farlo iniziando a prendere le distanze da noi stessi, ad essere capaci di mettere da parte qualcosa di noi che non possiamo tenere in vita durante l’incontro, pena l’esclusione dell’altro. Solo così possiamo preparare lo spazio da offrire a chi ascoltiamo per favorire quell’apertura dove l’infanzia può trovare i luoghi per crescere bene e non dover stare soltanto in mezzo alla relazione fra adulti che se ne occupano.&nbsp;Un campo da seminareImmaginiamo un campo che sta per essere seminato: prima di accogliere i semi va preparato il terreno per fare in modo che possano radicare e crescere. Mente e cuore degli educatori e degli insegnanti devono essere come il terreno, l’ humus,&nbsp; predisposto ad accogliere sementi per nutrire e sostenere il loro daimon. Non un luogo e basta ma un processo fertile che sostiene la trasformazione originale di ciascun bambino insieme alla sua famiglia.&nbsp;Educatori e insegnanti dovrebbero essere menti che sanno riflettere su se stessi e cuori aperti all’ascolto incondizionato di ciò che l’altro dice e porta di sé. Un saper essere che si dimostra, realizza cresce e si rinnova nella relazione con i colleghi, i genitori, i bambini.È in un clima di fiducia, di apprezzamento che i bambini crescono sicuri di sé e sviluppano benessere. Una relazione interpersonale, quindi, basata sulla pratica del rispetto: un comportamento che non è legato al senso del dovere, tantomeno all’ammirazione o al merito,&nbsp; ma a un modo di&nbsp; accogliere l’altro per il suo diritto di dignità. Portare rispetto vuol dire interessarsi a una persona, dedicarle tempo, riconoscere che esiste perché conta come tale: essere un essere umano.&nbsp;Empatia prima di tutto&nbsp;Non possiamo ora non dedicare qualche parola all’empatia. Empatizzare è avere coscienza di essere in relazione, è impegnare tutte le nostre forze per non perdere il contatto con l’esistenza unica dell’altro che si espone, anche se non sempre con chiarezza e consapevolezza, con i suoi sentimenti e le sue emozioni. L’empatia è l’ouverture di ogni relazione, perché quando ci incontriamo, ci stringiamo la mano, ci guardiamo negli occhi sentiamo qualcosa dentro di noi.&nbsp; La nostra capacità dovrebbe essere quella di accorgersi e dare spazio a quello che sentiamo per essere sinceri con noi stessi e lasciare che il nostro cuore aiuti la mente a connettersi con l’altro.&nbsp;Stare accanto ai bambini, accoglierli con loro famiglia, crescere insieme richiama educatori e insegnanti a essere continuamente su un banco di prova con sé&nbsp;stessi perché chiamati ad aiutare gli altri e a saper stare in una relazione rispettosa alimentata dal desiderio di imparare e di evolversi. Abbiamo in carico non solo i bambini, ma anche i loro genitori perché la famiglia è il nucleo dal quale si origina il benessere di tutta la nostra comunità.Occorre consapevolezza che non può esserci separazione fra servizi educativi, scuola e famiglie: i bambini non varcano una soglia chiudendosi una porta alle spalle. Essi entrano accompagnanti e hanno bisogno, per sentirsi in continuità, di essere accolti e presi per mano in un passaggio ecologico che porta dentro i servizi e la scuola quello che prima non c’era e li aiuta a rientrare a casa congiungendo quello che hanno appena vissuto con la famiglia-universo delle relazioni conosciute e già esplorate.&nbsp;Il sistema di relazioni che si costruisce&nbsp; fra servizi educativi, scuole dell’infanzia e famiglia deve vedere i suoi protagonisti (gruppo di lavoro e genitori) impegnati con la stessa responsabilità e consapevolezza educativa alla sua realizzazione, con l’obiettivo di tradurre in realtà la cultura dell’infanzia, affermare e difendere i diritti dei bambini, dando vita a reti di collaborazione che coinvolgano l’intera comunità.&nbsp;Questo articolo è la sintesi di un intervento all'evento formativo dell'Associazione Crescere in collaborazione con Giunti Scuola.Vuoi partecipare alla prossima edizione? Vai al&nbsp;<a data-cke-saved-href="https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScGaguJgtXx6bxzEOVK37AF3WThGMrRywwU2lbVEhzEOWeHUg/viewform" target="_blank" href="https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScGaguJgtXx6bxzEOVK37AF3WThGMrRywwU2lbVEhzEOWeHUg/viewform">form di iscrizione</a>&nbsp;della&nbsp;&nbsp;<a data-cke-saved-href="https://associazionecrescere.it/scuola-destate-2021/" target="_blank" href="https://associazionecrescere.it/scuola-destate-2021/">Scuola d'estate Crescere, 24-25 giugno&nbsp;2021</a>

Per essere accoglienti nel rapporto con i bambini e con i genitori occorre partire da se stessi e darsi la possibilità di riconoscere i propri limiti, essere pronti ad aprirli per viaggiare verso nuovi orizzonti; essere pronti a ri-vedere i propri principi morali per saperli coniugare con l’etica e la pratica dei valori come quello della
 
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Per essere accoglienti nel rapporto con i bambini e con i genitori occorre partire da se stessi e darsi la possibilità di riconoscere i propri limiti, essere pronti ad aprirli per viaggiare verso nuovi orizzonti; essere pronti a ri-vedere i propri principi morali per saperli coniugare con l’etica e la pratica dei valori come quello della comprensione.Leggi anche: Lo sguardo sul sistema di relazioni intorno al bambinoCuriosità, dialogo, alleanzeLa comprensione lascia spazio all’altro riconoscendogli potere di espressione per dire il proprio pensiero, senza temere di essere giudicato; luogo dell’incontro dove mostrarsi così come è. Nella comprensione si agisce la reciprocità priva di ogni riferimento alla corrispondenza. Nel rapporto educatori e genitori la comprensione, sollecitata dalla curiosità per l’altro, genera dialogo, sostiene la costruzione di alleanze che aprono la strada alla condivisione dell’esperienza educativa. Qui il richiamo alla capacità di ascoltare si fa forte. Se vogliamo imparare a comprendere dobbiamo saperci disporre ad ascoltare e occorre farlo iniziando a prendere le distanze da noi stessi, ad essere capaci di mettere da parte qualcosa di noi che non possiamo tenere in vita durante l’incontro, pena l’esclusione dell’altro. Solo così possiamo preparare lo spazio da offrire a chi ascoltiamo per favorire quell’apertura dove l’infanzia può trovare i luoghi per crescere bene e non dover stare soltanto in mezzo alla relazione fra adulti che se ne occupano. Un campo da seminareImmaginiamo un campo che sta per essere seminato: prima di accogliere i semi va preparato il terreno per fare in modo che possano radicare e crescere. Mente e cuore degli educatori e degli insegnanti devono essere come il terreno, l’ humus,  predisposto ad accogliere sementi per nutrire e sostenere il loro daimon. Non un luogo e basta ma un processo fertile che sostiene la trasformazione originale di ciascun bambino insieme alla sua famiglia. Educatori e insegnanti dovrebbero essere menti che sanno riflettere su se stessi e cuori aperti all’ascolto incondizionato di ciò che l’altro dice e porta di sé. Un saper essere che si dimostra, realizza cresce e si rinnova nella relazione con i colleghi, i genitori, i bambini.È in un clima di fiducia, di apprezzamento che i bambini crescono sicuri di sé e sviluppano benessere. Una relazione interpersonale, quindi, basata sulla pratica del rispetto: un comportamento che non è legato al senso del dovere, tantomeno all’ammirazione o al merito,  ma a un modo di  accogliere l’altro per il suo diritto di dignità. Portare rispetto vuol dire interessarsi a una persona, dedicarle tempo, riconoscere che esiste perché conta come tale: essere un essere umano. Empatia prima di tutto Non possiamo ora non dedicare qualche parola all’empatia. Empatizzare è avere coscienza di essere in relazione, è impegnare tutte le nostre forze per non perdere il contatto con l’esistenza unica dell’altro che si espone, anche se non sempre con chiarezza e consapevolezza, con i suoi sentimenti e le sue emozioni. L’empatia è l’ouverture di ogni relazione, perché quando ci incontriamo, ci stringiamo la mano, ci guardiamo negli occhi sentiamo qualcosa dentro di noi.  La nostra capacità dovrebbe essere quella di accorgersi e dare spazio a quello che sentiamo per essere sinceri con noi stessi e lasciare che il nostro cuore aiuti la mente a connettersi con l’altro. Stare accanto ai bambini, accoglierli con loro famiglia, crescere insieme richiama educatori e insegnanti a essere continuamente su un banco di prova con sé stessi perché chiamati ad aiutare gli altri e a saper stare in una relazione rispettosa alimentata dal desiderio di imparare e di evolversi. Abbiamo in carico non solo i bambini, ma anche i loro genitori perché la famiglia è il nucleo dal quale si origina il benessere di tutta la nostra comunità.Occorre consapevolezza che non può esserci separazione fra servizi educativi, scuola e famiglie: i bambini non varcano una soglia chiudendosi una porta alle spalle. Essi entrano accompagnanti e hanno bisogno, per sentirsi in continuità, di essere accolti e presi per mano in un passaggio ecologico che porta dentro i servizi e la scuola quello che prima non c’era e li aiuta a rientrare a casa congiungendo quello che hanno appena vissuto con la famiglia-universo delle relazioni conosciute e già esplorate. Il sistema di relazioni che si costruisce  fra servizi educativi, scuole dell’infanzia e famiglia deve vedere i suoi protagonisti (gruppo di lavoro e genitori) impegnati con la stessa responsabilità e consapevolezza educativa alla sua realizzazione, con l’obiettivo di tradurre in realtà la cultura dell’infanzia, affermare e difendere i diritti dei bambini, dando vita a reti di collaborazione che coinvolgano l’intera comunità. Questo articolo è la sintesi di un intervento all'evento formativo dell'Associazione Crescere in collaborazione con Giunti Scuola.Vuoi partecipare alla prossima edizione? Vai al form di iscrizione della  Scuola d'estate Crescere, 24-25 giugno 2021

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Per accogliere bambini e genitori: conoscenza di noi stessi, ascolto, comprensione

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