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Scuola-famiglia: quale alleanza?

Tempo di adozioni. Con gli occhi dei bambini

Genitori oggi, la rubrica di Daniele Novara

Nell’educazione dei figli, il luogo in cui si abita può costituire un grande aiuto e una grande risorsa. La città, in particolare, può essere favorevole alla crescita dei figli o, viceversa, minacciosa e ostile. L’idea che l

Nell’educazione dei figli, il luogo in cui si abita può costituire un grande aiuto e una grande risorsa. La città, in particolare, può essere favorevole alla crescita dei figli o, viceversa, minacciosa e ostile. L’idea che l’ambiente cittadino abbia una connotazione pedagogica ha una storia lunga, ma venne sviluppata con particolare intensità in Italia, negli anni Novanta, dal movimento Città dei bambini, sostenuto dal pedagogista Francesco Tonucci che anche su questa rivista ha scritto articoli e tenuto rubriche. La legge sui diritti dei bambini Era l’ultimo tentativo per ribadire la necessità di una vera e propria riappropriazione dell’ambito urbano da parte dei più piccoli. L’esperienza, che si sposò anche con la Legge 285 sui diritti dei bambini, purtroppo non diede i risultati sperati e oggi, i bambini, tanto più in questo anno e mezzo di Covid, sono confinati in spazi angusti e in situazioni spesso di quasi totale isolamento. È molto importante che i genitori colgano come una città favorevole ai bambini sia una città favorevole alla famiglia, alla crescita e allo sviluppo dei figli. I parchi gioco Il primo passo da compiere è investire nei parchi gioco: spazi semplici e facili da acquisire, che permettono ai più piccoli di giocare, di stare assieme e, specialmente, di correre. Purtroppo, in Italia, diversamente dalle altre città europee, i parchi gioco scarseggiano e, ove presenti, sono abbandonati all’incuria e la manutenzione è quasi assente. I giochi sono spesso scalcinati, distrutti, se non addirittura pericolosi. In particolare nel periodo estivo, i parchi gioco – attrezzati e messi in sicurezza – dovrebbero essere garantiti a tutti quei bambini che rimangono in città. Liberarsi dal dispotismo delle auto Occorre quindi liberare spazi dal dispotismo delle auto che impediscono alle bici di girare e ai pedoni di passare, e rendono impossibile la convivenza con i bambini. È un bisogno prioritario, specialmente attorno alle scuole perché permettono ai bambini di andare e tornare da soli, utilizzando magari il pedibus e comunque favorendo le aggregazioni infantili il più possibile spontanee. Le idee dei piccoli contano Infine, ripropongo un’idea cara a tanti di noi che si occupano dei diritti dei bambini: la necessità che la città sia progettata attraverso iniziative come i Consigli Comunali dei Ragazzi, per accogliere l’opinione dei più piccoli relativamente alla realizzazione di un quartiere o alla costruzione di una piazza. Senza dimenticare che c’è un diritto già applicabile, quello dei bambini a usare i cortili condominiali. Un diritto troppo spesso irriso da regolamenti che se ne fregano delle leggi e da un mondo adulto che non ha memoria di cosa significa essere bambini e di come sia importante avere spazi sotto casa dove poter giocare.

Nell’educazione dei figli, il luogo in cui si abita può costituire un grande aiuto e una grande risorsa. La città, in particolare, può essere favorevole alla crescita dei figli o, viceversa, minacciosa e ostile. L’idea che l’ambiente cittadino abbia una connotazione pedagogica ha una storia lunga, ma venne sviluppata con particolare intensità in Italia, negli anni Novanta, dal movimento Città dei bambini, sostenuto dal pedagogista Francesco Tonucci che anche su questa rivista ha scritto articoli e tenuto rubriche.&nbsp; La legge sui diritti dei bambini&nbsp;Era l’ultimo tentativo per ribadire la necessità di una vera e propria riappropriazione dell’ambito urbano da parte dei più piccoli. L’esperienza, che si sposò anche con la Legge 285 sui diritti dei bambini, purtroppo non diede i risultati sperati e oggi, i bambini, tanto più in questo anno e mezzo di Covid, sono confinati in spazi angusti e in situazioni spesso di quasi totale isolamento. È molto importante che i genitori colgano come una città favorevole ai bambini sia una città favorevole alla famiglia, alla crescita e allo sviluppo dei figli.&nbsp; I parchi gioco&nbsp;Il primo passo da compiere è investire nei parchi gioco: spazi semplici e facili da acquisire, che permettono ai più piccoli di giocare, di stare assieme e, specialmente, di correre. Purtroppo, in Italia, diversamente dalle altre città europee, i parchi gioco scarseggiano e, ove presenti, sono abbandonati all’incuria e la manutenzione è quasi assente. I giochi sono spesso scalcinati, distrutti, se non addirittura pericolosi. In particolare nel periodo estivo, i parchi gioco – attrezzati e messi in sicurezza – dovrebbero essere garantiti a tutti quei bambini che rimangono in città.&nbsp;Liberarsi dal dispotismo delle auto&nbsp;Occorre quindi liberare spazi dal dispotismo delle auto che impediscono alle bici di girare e ai pedoni di passare, e rendono impossibile la convivenza con i bambini. È un bisogno prioritario, specialmente attorno alle scuole perché permettono ai bambini di andare e tornare da soli, utilizzando magari il pedibus e comunque favorendo le aggregazioni infantili il più possibile spontanee.&nbsp; Le idee dei piccoli contano&nbsp;Infine, ripropongo un’idea cara a tanti di noi che si occupano dei diritti dei bambini: la necessità che la città sia progettata attraverso iniziative come i Consigli Comunali dei Ragazzi, per accogliere l’opinione dei più piccoli relativamente alla realizzazione di un quartiere o alla costruzione di una piazza.&nbsp;Senza dimenticare che c’è un diritto già applicabile, quello dei bambini a usare i cortili condominiali. Un diritto troppo spesso irriso da regolamenti che se ne fregano delle leggi e da un mondo adulto che non ha memoria di cosa significa essere bambini e di come sia importante avere spazi sotto casa dove poter giocare.

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Per una città a misura di bambino

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