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Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattivit&agrave;, comunemente conosciuto con l&rsquo;acronimo ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), &egrave; un disturbo del neurosviluppo che crea molte difficolt&agrave; di gestione del bambino a scuola, in famiglia e negli altri contesti di vita come le attivit&agrave; sportive.

L&rsquo;ADHD &egrave; dovuto a un deficit di autoregolazione cognitiva e comportamentale e i sintomi primari possono riguardare la disattenzione, l&rsquo;impulsivit&agrave; e l&rsquo;iperattivit&agrave;. Oltre a queste difficolt&agrave; ci sono altri aspetti che influiscono molto sulla vita scolastica: il bisogno di ottenere il soddisfacimento immediato delle proprie richieste, l&rsquo;incapacit&agrave; di pianificare e organizzare le proprie attivit&agrave; e i propri materiali, di inibire i comportamenti disturbanti nonostante i richiami dell&rsquo;adulto, le difficolt&agrave; nella gestione delle emozioni e ad adattarsi ai cambiamenti e alle richieste. Oltre il 75% dei casi presenta comorbilit&agrave;, ovvero compresenza di altri disturbi: Disturbo Specifico di Apprendimento, Disturbo Oppositivo Provocatorio, Disturbo d&rsquo;Ansia, Disturbi dell&rsquo;Umore.

 
Il caso di Dario

Dario (nome di fantasia) &egrave; un bambino biondo, minuto, con gli occhi verdi e uno sguardo curioso e simpatico che giunge a valutazione a fine della classe prima della scuola primaria perch&eacute; i genitori e gli insegnanti sono &ldquo;disperati&rdquo;. Frequenta il tempo pieno, ma a scuola non svolge alcuna attivit&agrave; didattica, trascorre il tempo in piedi giocherellando con gli oggetti, compreso il materiale scolastico e solo alle 17 inizia a fare con i genitori tutto ci&ograve; che non ha svolto in classe. Quel poco che &egrave; riuscito ad apprendere a fine prima &egrave; dovuto alla volont&agrave; dei genitori, che con pazienza cercano di fare &ldquo;i docenti&rdquo; utilizzando i quaderni della sorella gemella di Dario, che non presenta difficolt&agrave; ed &egrave; inserita in un&#39;altra classe dello stesso plesso. Dalla prima valutazione la diagnosi &egrave; di ADHD, con un quoziente intellettivo nella norma (QI=97), indicativo di un buon potenziale, ma con importanti difficolt&agrave; nella memoria di lavoro e nella velocit&agrave; di elaborazione, e difficolt&agrave; di automatizzazione dei processi di apprendimento.

 
Il percorso di intervento

La diagnosi &egrave; l&rsquo;inizio di un percorso che vede coinvolti genitori, docenti e lo stesso Dario: i genitori iniziano un&rsquo;attivit&agrave; di Parent Training di gruppo con altri genitori di bambini con ADHD, gli insegnanti effettuano regolari colloqui con la psicologa che segue Dario in un percorso di potenziamento sull&rsquo;autoregolazione dell&rsquo;attenzione e sui processi di apprendimento.

Dario comincia a migliorare nell&rsquo;apprendimento, ma i tentativi di regolare il suo comportamento e potenziare la sua attenzione non si rivelano subito efficaci. Si concorda una riduzione dell&rsquo;orario scolastico: Dario per due pomeriggi alla settimana torna a casa, dove viene affiancato da una tutor specializzata che lo aiuta nelle attivit&agrave; di potenziamento dell&rsquo;apprendimento. Le insegnanti dedicano le compresenze a gestire Dario, dal momento che &egrave; necessario stare accanto a lui per riuscire a farlo lavorare, nel tentativo di contrastare la sua tendenza a evitare le attivit&agrave; didattiche.

 
La diagnosi di DSA

In classe quarta arriva la diagnosi di DSA in comorbilit&agrave; con ADHD. Dario continua lentamente a migliorare nell&rsquo;apprendimento e nel comportamento grazie a un progetto di intervento sinergico molto ben strutturato tra insegnanti e famiglia.

In classe quinta Dario riesce a stare attento e progredisce rapidamente in tutti gli apprendimenti. Riesce a recuperare e si allinea con gli obiettivi previsti per la fine della scuola primaria. &Egrave; sempre seguito dalla tutor e sono necessari momenti di attivit&agrave; individualizzata in classe, ma &egrave; collaborativo. Il progetto di rete prosegue e vengono posti nuovi obiettivi relativi a organizzazione, rispetto delle regole, rapporti con adulti e pari.

Nella scuola secondaria di primo grado i docenti sono stupiti leggendo il PDP della scuola primaria, in quanto Dario &egrave; tra i migliori della classe. La sua autostima cresce. Proseguono il suo percorso con la tutor tre pomeriggi alla settimana e le sedute psicologiche ogni 3 o 4 settimane, con l&rsquo;obiettivo di giungere a un&rsquo;autonomia nella gestione di studio e compiti. Il consiglio di classe intero collabora per gestire ogni criticit&agrave; che emerge relativa al nuovo ambiente, al maggiore carico di lavoro a casa e a scuola e all&rsquo;organizzazione.

 
L&rsquo;importanza del lavoro di rete

La rete scuola-esperti-famiglia continua la sua azione e in accordo con la scuola vengono organizzate attivit&agrave; socializzanti (ad esempio ricerche di gruppo da svolgere in parte a casa). Inoltre, in accordo con i docenti, Dario prepara una presentazione in power point per spiegare ai compagni cosa sia l&rsquo;ADHD e perch&eacute; lui si comporti cos&igrave;. La situazione finalmente migliora e si stabilizza. Nel caso di Dario la gravit&agrave; del disturbo e la compresenza di un Disturbo Specifico dell&rsquo;Apprendimento hanno messo molto in difficolt&agrave; la famiglia e la scuola fin dall&rsquo;inizio del suo percorso scolastico. Tuttavia questo caso mostra come in presenza di una forma severa di ADHD in comorbilit&agrave; con altri disturbi &egrave; stato fondamentale il costante lavoro di rete e collaborazione tra la famiglia, gli insegnanti e le diverse figure professionali che seguivano il ragazzo, per riuscire a superare i vari momenti di difficolt&agrave; e consentire a Dario di vivere la scuola con maggiore serenit&agrave; e soddisfazione.

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	<li style="text-align:justify">Fedeli, D., Vio, C. (a cura di) (2015). ADHD Iperattivit&agrave; e disattenzione a scuola. Firenze: Giunti EDU.</li>
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Una guida per conoscere e affrontare le problematiche relative a disattenzione e iperattivit&agrave;, sia come difficolt&agrave;, sia come vero e proprio disturbo. Il volume presenta il modello a &ldquo;due vie&rdquo;, articolato sulle dimensioni energetica e organizzativa, come soluzione innovativa per intervenire nel contesto educativo.

Un bambino con ADHD e DSA | Giunti EDU

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