Buon anno, scuola!

Cara scuola, buongiorno! 

Caro studente…

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

Mi conosco e mi confronto

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&ldquo;La nostra ricchezza &egrave; fatta dalla nostra diversit&agrave;: l&#39;altro ci &egrave; prezioso nella misura in cui ci &egrave; diverso&rdquo;.

(Albert Jacquard, Elogio della differenza, 1978)
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Disegniamo la forma del corpo

Il testo Tutto quello che so sulla gente&nbsp; di J. Copons (Giochi Educativi), con parti in rima e disegni stilizzati, si presta invece a costruire insieme delle frasi per raccontarsi.&nbsp; Analizza tratti comportamentali e una grande variet&agrave; di preferenze, di gusti e disgusti, il tutto con una buona dose di ironia. &Egrave; un valido spunto per giochi metalinguistici: costruzione di rime, ricerca di parole con la stessa iniziale e di sinonimi e contrari.

&ldquo;C&rsquo;&egrave; a chi piace mangiare ma anche a chi piace solo sbocconcellare&hellip;&rdquo; &egrave; una delle tante definizioni dei comportamenti che possiamo analizzare, soffermiamoci sui termini meno noti per indovinarne il significato e arricchire il vocabolario.

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... e continuare la ricerca di analogie e differenze

Somiglianze e differenze sono i due opposti con cui ognuno di noi costruisce la propria identit&agrave; in rapporto agli altri: molti sono i libri che si prestano ad approfondire questo tema con metafore e suggestioni di vari livelli di complessit&agrave; come Piccolo uovo: nessuno &egrave; perfetto di F. Pardi e Giro girotondo di C. Obber e S. Vinciguerra (Settenove edizioni), adatti anche alla fascia 0-3.

Ai pi&ugrave; grandi invece possiamo proporre&nbsp; Tutti diversi &amp; tutti uguali&nbsp; di E. Brownjohn (ed . Gribaudo) che analizza gli aspetti che possono renderci unici e speciali, dalla forma di parti del corpo ai tratti caratteriali distintivi. Con i suoi elementi mobili coinvolge i bambini, li stimola a descriversi scendendo nei particolari e li aiuta a sentirsi fieri della propria diversit&agrave; anche nelle piccole cose.

La consapevolezza delle differenze diventa ricchezza quando &egrave; sostenuta dal rispetto reciproco che, se alimentato, aiuter&agrave; il bambino nel corso della sua crescita a vedere l&rsquo;altro come risorsa per la propria persona. Prendendo in prestito una simpatica similitudine di Chiara Dattola, nel libro poetico: Tutti uguali, tutti diversi (ed. Buiabes), possiamo cos&igrave; paragonare la composizione di una classe in un contesto eterogeneo a una buona ricetta per una convivenza pacifica: &ldquo;immaginate un pentolone all&rsquo;inizio e via via immaginate di buttare dentro tutti gli ingredienti: le culture prima di tutto, ma anche sorrisi, vite e gioco, e poi il rispetto&hellip; la curiosit&agrave; che avete dentro. Aggiustate di sale e pepe. &Egrave; fatta, &egrave; una zuppa che sa di mondo&rdquo;.

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Creiamo un mazzo di carte

Sfruttiamo questi spunti per realizzare un gioco di gruppo che accresca la conoscenza reciproca tra i bambini. Proponiamo a ciascuno di disegnare o ritagliare da riviste due immagini che richiamino rispettivamente una sua preferenza e qualcosa che invece non ama;&nbsp; incolliamole una accanto all&rsquo;altra&nbsp; su un cartoncino, realizzando cos&igrave; le carte di un unico mazzo. Giochiamo scoprendo una carta per volta e indovinando a chi appartiene: con sorpresa ci accorgeremo che alcune scelte si ripetono mentre altre sono strettamente personali e sono fondamentali per riconoscere il compagno.

In un contesto variegato come quello multiculturale &egrave; importante trovare costantemente tempi e modalit&agrave; per favorire la conoscenza reciproca e il confronto.

I libri possono essere un valido punto di partenza per proporre conversazioni e giochi: il testo e le immagini aiutano il bambino a trovare canali per parlare di s&eacute; e sostengono l&rsquo;insegnante nel compito importante di valorizzare le peculiarit&agrave; e l&rsquo;originalit&agrave; di ciascuno, prevenendo il sorgere di pregiudizi e stereotipi.

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&ldquo;Per i bambini cogliere ci&ograve; che tutti abbiamo in comune e ci&ograve; che ci rende unici &egrave; una prima esperienza della grande variet&agrave; della famiglia umana. Se ciascuno impara a evitare definizioni classificatorie dell&rsquo;identit&agrave; dell&rsquo;altro, questa variet&agrave; pu&ograve; essere esplorata, conosciuta, suscita domande e promuove il confronto e la scoperta di diversi punti di vista&rdquo;.

Linee Pedagogiche per il sistema integrato 0-6
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Descriversi con parole nuove...

Uno stimolo coinvolgente lo troviamo in Io sono cos&igrave; di Fulvia Degl&rsquo;Innocenti e Antonio Ferrara (Settenove edizioni) un leporello (libro a soffietto) che, disteso, raggiunge circa il metro di lunghezza, quasi l&rsquo;altezza di un bambino. Infatti da un lato vi &egrave; rappresentata la sagoma di una ragazzina e dall&rsquo;altro alcune illustrazioni che accompagnano il testo scritto in prima persona.

&ldquo;Mi piace quando corro nel parco inseguendo un pallone&hellip; quando mi azzuffo con mio fratello e ci rotoliamo sul lettone&hellip; Non mi piace quando perdo l&rsquo;equilibrio e l&rsquo;asfalto mi grattugia le ginocchia&rdquo;.

Dopo la lettura, disponiamoci a coppie e tracciamo a turno su grandi fogli la forma del corpo del compagno in una posizione da lui scelta, denominando di volta in volta le parti disegnate.

Su piccoli fogli rappresentiamo poi alcuni oggetti o situazioni che ci piacciono e non ci piacciono, e confrontiamoli con quelli altri. Questo scambio offrir&agrave; a chi ha meno parole, una preziosa occasione di apprendere per imitazione.

Poi ripieghiamo a fisarmonica la sagoma del corpo realizzando un libretto e su ogni facciata del retro incolliamo un disegno che illustra i nostri gusti. Sfogliamo e commentiamo.

Storie per sentirsi tutti speciali

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