Millanta, filastrocche e animali a volontà!

Elogio dello zerbino

Guarda che faccia!

Lettura e relazioni, le riflessioni Marcella Dondoli

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

Osservare aiuta e sostiene lo sviluppo di un clima relazionale di benessere fra tutte le persone della scuola (adulti e bambini).

Osservare aiuta e sostiene lo sviluppo di un clima relazionale di benessere fra tutte le persone della scuola (adulti e bambini).

Regole per star bene insieme a scuola.

OSSERVARE PER DARE VOCE A OGNI BAMBINO
 


 Quello che gli insegnanti osservano sono manifestazioni della storia di vita di ogni bambino: informazioni preziose che donano di loro stessi. I bambini parlano con parole e comportamenti diversi da quelli degli adulti, hanno bisogno della loro accoglienza rispettosa e di impegno curioso per aiutarli a comprendere e a “costruire” sé stessi. È in una relazione aperta che tiene conto dell’altro che l’osservazione diventa uno strumento per aiutare il bambino a divenire, nel c

OSSERVARE PER DARE VOCE A OGNI BAMBINO Quello che gli insegnanti osservano sono manifestazioni della storia di vita di ogni bambino: informazioni preziose che donano di loro stessi. I bambini parlano con parole e comportamenti diversi da quelli degli adulti, hanno bisogno della loro accoglienza rispettosa e di impegno curioso per aiutarli a comprendere e a “costruire” sé stessi. È in una relazione aperta che tiene conto dell’altro che l’osservazione diventa uno strumento per aiutare il bambino a divenire, nel corso del tempo, consapevole delle sue esperienze, di quello che fa con gli altri e di come altri reagiscono alle sue azioni.OSSERVARE PER TROVARE RISPOSTE Gli insegnanti osservano i gesti dei bambini, sentono il tono della loro voce, trascrivono le parole con cui si esprimono, guardano come si muovono in mezzo ai coetanei, ascoltano le loro emozioni. L’osservazione è anche coinvolgimento, perché per ascoltare e aiutare a dare voce a ciò che un bambino prova è necessario impegnarsi a essere con lui: • sentire senza voler giudicare quello che prova; • mettersi alla sua altezza per aiutarlo a non avere paura delle proprie emozioni e a dare voce a quello che c’è di più nascosto in ognuno di noi. In questo linguaggio interiore aperto si costruisce lo spazio per trovare risposte condivise ai bisogni dei bambini e degli adulti.

OSSERVARE PER DARE VOCE A OGNI BAMBINO Quello che gli insegnanti osservano sono manifestazioni della storia di vita di ogni bambino: informazioni preziose che donano di loro stessi. I bambini parlano con parole e comportamenti diversi da quelli degli adulti, hanno bisogno della loro accoglienza rispettosa e di impegno curioso per aiutarli a comprendere e a “costruire” sé stessi. È in una relazione aperta che tiene conto dell’altro che l’osservazione diventa uno strumento per aiutare il bambino a divenire, nel corso del tempo, consapevole delle sue esperienze, di quello che fa con gli altri e di come altri reagiscono alle sue azioni. OSSERVARE PER TROVARE RISPOSTE Gli insegnanti osservano i gesti dei bambini, sentono il tono della loro voce, trascrivono le parole con cui si esprimono, guardano come si muovono in mezzo ai coetanei, ascoltano le loro emozioni. L’osservazione è anche coinvolgimento, perché per ascoltare e aiutare a dare voce a ciò che un bambino prova è necessario impegnarsi a essere con lui: • sentire senza voler giudicare quello che prova; • mettersi alla sua altezza per aiutarlo a non avere paura delle proprie emozioni e a dare voce a quello che c’è di più nascosto in ognuno di noi. In questo linguaggio interiore aperto si costruisce lo spazio per trovare risposte condivise ai bisogni dei bambini e degli adulti.

L’OSSERVAZIONE NELLA PRATICA SCOLASTICA:&nbsp;LA STORIA DI ANGELAAngela arriva dalla Francia a marzo, ha frequentato la scuola dell’infanzia nella città francese dove ha vissuto. Non conosce il padre e la mamma ha deciso di rientrare in Italia.Nel nuovo ambiente Angela dimostra subito di non volerci stare. È sufficiente che un compagno le dica di no per mettere in atto ogni volta la stessa scena: inizia a urlare la sua contrarietà, poi prende in mano qualsiasi oggetto che trova nelle sue vicinanze e lo lancia con forza verso chiunque, infine corre verso la porta per scappare oppure, quando è in giardino con gli altri, va verso il cancello e si impegna per scavalcarlo. Se le insegnanti cercano di contenerla si mette a urlare forte “mi fai male!”. L’auto-osservazione degli insegnanti Prendono consapevolezza delle loro emozioni:• il timore che Angela possa fare del male fisico agli altri bambini;• la paura che i genitori dei compagni si arrabbino;• l’impotenza perché i loro comportamenti non hanno nessun effetto su quello della bambina;• la rabbia per le difficoltà che devono affrontare.Valutano quanto le emozioni che provano verso la bambina influiscano sul loro modo di guardarla, di accoglierla, di parlarle.Cercano di comprendere il comportamento di Angela riconoscendo le sue emozioni (rabbia per aver dovuto lasciare la sua casa e gli amici francesi) e i suoi bisogni, come quello di attenzione e accoglienza. L’osservazione sulla bambina: • a scuola, con particolare attenzione a che cosa fa “scattare” le reazioni di rabbia;• in famiglia attraverso un colloquio con la mamma;• ricostruendo la sua storia di crescita. Gli obiettivi dell’osservazione:• comprendere il punto di vista di Angela e i suoi bisogni reali;• cercare pedagogie latenti (E. Becchi) per migliorare i comportamenti educativi e renderli rispondenti ai bisogni della bambina e della sezione;• acquisire capacità di gestire il rapporto con Angela e migliorare i rapporti con e fra coetanei;• aiutare Angela a sviluppare consapevolezza e controllo dei propri comportamenti. La azioni intraprese: • l’utilizzo del circle time per scegliere le regole di buona convivenza a scuola e le parole gentili da usare, per parlare di come ognuno si sente e imparare ad ascoltare gli altri;• la realizzazione di un cartellone con le regole di buona convivenza a scuola, al termine della giornata ogni bambino riflette sul proprio comportamento e mette un pallino accanto alle regole che è riuscito a rispettare;• la predisposizione di un cartellone delle parole gentili, sul quale ogni giorno i bambini aggiungono i nuovi vocaboli che hanno utilizzato.

Saper stare nella relazione

Dove trovi questo contenuto