La mediazione dell’insegnante

Una documentazione dinamica

Una verifica

Saluto e mi presento

In classe: gli oggetti e le azioni a scuola

Parole per ritrovarsi

L&rsquo;italiano, come sappiamo, &egrave; una lingua trasparente; una lingua cio&egrave; in cui vi &egrave; una diretta corrispondenza tra i fonemi e i grafemi: a ciascun fonema corrisponde un grafema a eccezione di alcuni casi in cui, come nell&rsquo;esempio seguente, uno stesso fonema /kw/ potrebbe essere scritto in tanti modi diversi.

<ul>
	<li>gruppo &ldquo;strano&rdquo;: cuoio, taccuino, scuola, cuore&hellip;</li>
</ul>

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Alla ricerca di una regola

Come si vede da questo stralcio di conversazione, i bambini procedono con esempi e l&rsquo;insegnante li riporta al problema iniziale al fine di riflettere su come sono formate queste parole e sulla eventuale presenza di una regola che, tuttavia, non verr&agrave; data dall&rsquo;insegnante ma sar&agrave; frutto di un lungo lavoro di ricerca: gli alunni a gruppi, infatti, ritaglieranno dalle riviste le parole che iniziano con il fonema /kw/, o lo contengono, arrivando a soluzioni differenti in termini di classificazione delle parole. Tali soluzioni verranno poi confrontate alla lavagna e si decider&agrave; qual &egrave; la pi&ugrave; appropriata per rispondere alla domanda iniziale; si concorder&agrave; su quattro insiemi contenenti le seguenti parole trovate sui giornali e cos&igrave; definiti dagli alunni:

<ul>
	<li>gruppo simile al suono &ldquo;qu&rdquo; ma con la &ldquo;c&rdquo;: cucina, curati, sculture, sicurezza&hellip;</li>
</ul>

I bambini, come si vede, stanno procedendo in modo corretto attivando le loro conoscenze pregresse e facendo affidamento alla memoria ortografica (molto importante) che, tuttavia, non sempre &egrave; sufficiente. Proprio per questo l&rsquo;insegnante rilancia il quesito aperto e sfidante.

<ul>
	<li style="text-align: justify;">gruppo con cqu: acquistare, acqua, piacque, sciacquone&hellip;</li>
</ul>

Insegnante: Secondo voi esiste una regola per capire se cucciolo si scrive, per esempio, con la &ldquo;c&rdquo; o con la &ldquo;q&rdquo;?

E: &ldquo;Quaderno&rdquo; si scrive con la &ldquo;q&rdquo;.

C: Anche &ldquo;quadro&rdquo;.

S: Anche &ldquo;qugino&rdquo;.

B: No, &ldquo;cugino&rdquo; si scrive con la &ldquo;c&rdquo;.

Insegnante: Allora, come facciamo ad accordarci?

Si nota come la definizione di gruppo &ldquo;strano&rdquo; non rispecchi certe conoscenze preconfezionate e date a priori (parole capricciose) e come il gruppo &ldquo;cqu&rdquo; non venga identificato come &ldquo;parole della famiglia acqua&rdquo; poich&eacute;, partendo da esempi tratti dalle riviste, il materiale a disposizione si amplia intercettando casi che vanno ben oltre quelli che comunemente si trovano sui libri o sul web.

Attraverso questo lavoro di analisi, descrizione e confronto tra i gruppi, i bambini arrivano alla formalizzazione di una prima regola per distinguere il gruppo &ldquo;qua-quequi-quo&rdquo; e quello &ldquo;strano&rdquo;: &ldquo;Si usa la q quando dopo ci sono due vocali, la prima &egrave; la u e la seconda pu&ograve; essere a, e, i, o. Ci sono per&ograve; delle parole che si scrivono con la c anche se sono seguite dalla u e da una vocale&rdquo;.

Come insegnanti abbiamo il dovere di trovare controesempi che, mettendo in discussione la regola trovata, spingano a una riflessione linguistica sempre pi&ugrave; in profondit&agrave;: &ldquo;Come fare a capire quando usare cui o qui?&rdquo;. E la sfida riparte ancora una volta!

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Spesso gli errori ortografici dei bambini nascondono una logica o una regola che si sono costruiti per cercare di comprendere il nostro sistema di scrittura
</blockquote>

Tutte le scritture proposte &ndash; seppur possano far inorridire, giustamente, molti insegnanti &ndash; sono plausibili agli occhi di un bambino o di un adulto la cui lingua madre &egrave; diversa dall&rsquo;italiano: sono tutti possibili modi che il sistema grafico italiano possiede per rendere il fonema /kw/ mentre, dal punto di vista dell&rsquo;ortografia italiana, solo la forma cucciolo &egrave; accettata.

Allo stesso modo, quando scriviamo parole come cura, cuore, quadro o acqua, non possiamo fare affidamento sul &ldquo;suono&rdquo; inziale o sulla pronuncia di tali parole poich&eacute;, anche in questo caso, il fonema &egrave; sempre lo stesso ma il sistema ortografico italiano impone una regola differente per ciascuna di esse.

Come possiamo dunque aiutare gli alunni e le alunne ad acquisire competenze ortografiche?

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Gli errori costruttivi

Per iniziare &egrave; sicuramente indispensabile, in qualit&agrave; di insegnanti, avere chiara consapevolezza del tipo di errore commesso che, il pi&ugrave; delle volte, a differenza di quanto si possa pensare, non &egrave; di distrazione ma nasconde una logica o una regola che gli alunni stessi si sono costruiti per cercare di comprendere come funziona il nostro sistema di scrittura.

Sono questi errori costruttivi (cos&igrave; come kasa, chasa, boscho ecc.) che possono costituire il punto di partenza per innescare percorsi di riflessione linguistica che partano, come evidenziato dalle Indicazioni Nazionali del 2012, dagli usi (anche errati) della lingua.

Un percorso di riflessione linguistica, infatti, come sostiene la linguista Maria Lo Duca, deve essere posto per lo pi&ugrave; sotto forma di problema e, verosimilmente, assumere la forma di una domanda; &egrave; proprio la qualit&agrave; degli interrogativi che poniamo agli alunni a determinare la tipologia dei processi cognitivi che essi attivano e, dunque, anche la qualit&agrave; di un percorso che sia di vera riflessione.

Vediamo il seguente esempio tratto da un percorso di riflessione linguistica nato in una classe seconda dopo che l&rsquo;insegnante ha rilevato, nei testi dei bambini, diversi errori riferiti alla scrittura della parola cucciolo.

CUCCIOLO&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;QUCCIOLO&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;KUCCIOLO&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;CQUCCIOLO

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La formalizzazione delle regole deve avvenire attraverso un lavoro di analisi, descrizione e confronto

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</blockquote>

<ul>
	<li>gruppo qua-que-qui-quo: quasi, quota, quindici, questura&hellip;</li>
</ul>

Insegnante: Nei vostri testi ho trovato la parola cucciolo scritta in tanti modi diversi [li scrive tutti e quattro alla lavagna], come facciamo a sapere con sicurezza come si scrive?

R: Kucciolo non l&rsquo;ho mai visto.

F: Secondo me non esiste nemmeno cqucciolo&hellip;

R: Per&ograve; ha la &ldquo;q&rdquo;.

A: Sull&rsquo;album c&rsquo;&egrave; scritto &ldquo;I cucciolotti&rdquo;.

Riflettere in profondità sulle parole

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