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Attivit&agrave; plurilingue sul testo giornalistico

Chiediamo agli studenti bilingui emergenti di sintetizzare in forma scritta nella lingua di origine una notizia letta o ascoltata in italiano. A seguire alcuni suggerimenti sulla scelta dei descrittori a partire dagli obiettivi dell&rsquo;attivit&agrave;.

<ul>
	<li style="text-align:justify">Saperi: se intendiamo focalizzare l&rsquo;attenzione degli studenti sulla comparazione dei diversi testi prodotti dai compagni bilingui emergenti, possiamo scegliere &ldquo;Sapere che esistono differenze di funzionamento nei sistemi di scrittura&rdquo;.</li>
	<li style="text-align:justify">Saper essere: se vogliamo includere obiettivi che riguardino tutti gli studenti, inclusi i nativi italofoni, possiamo scegliere &ldquo;Fiducia nelle proprie capacit&agrave; di osservazione/di analisi delle lingue niente affatto o poco familiari&rdquo; e/o i descrittori riferiti a &ldquo;Curiosit&agrave;/Interesse&rdquo;. Se invece vogliamo concentrarci sugli studenti bilingui emergenti, possiamo scegliere &ldquo;Partecipare in maniera consapevole alla costruzione della propria competenza plurilingue/ pluriculturale&rdquo; oppure &ldquo;Desiderio di perfezionare la padronanza della propria prima lingua&rdquo;.</li>
	<li style="text-align:justify">Saper fare: possiamo scegliere &ldquo;Essere in grado di accedere almeno in parte al senso di un enunciato in una lingua poco o niente affatto conosciuta sulla base di una localizzazione delle parole e di un&rsquo;analisi della struttura sintattica morfosintattica&rdquo;; utili anche i descrittori basati sul saper confrontare (S3), oltre a &ldquo;Saper utilizzare le conoscenze e le competenze delle quali si dispone in una lingua per attivit&agrave; di comprensione/ produzione in un&rsquo;altra lingua&rdquo; (S5).</li>
</ul>

 
di Valentina Carbonara, Universit&agrave; per Stranieri di Perugia

&copy; illustrazione di Gloria Francella tratta da I bambini nascono per essere felici, Fatatrac edizioni, 2016 
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La lingua che ci abita e che abitiamo nell&rsquo;infanzia non ci d&agrave; solo le parole per dire, ma anche gli occhi per vedere. Attraverso la lingua madre denominiamo il mondo, i fatti, le emozioni ma strutturiamo anche uno sguardo, un punto di vista, un modo di sentire.

La &ldquo;maternit&agrave;&rdquo; di una lingua consiste proprio in questo: nella sua capacit&agrave; di avvolgere e organizzare, di legare indissolubilmente parole e suoni a sensazioni, cose, situazioni. E questo sguardo ci accompagna e rimane anche quando non parliamo pi&ugrave; la lingua madre, che resta nell&rsquo;ombra, ma &egrave; comunque &ldquo;la lingua che ci portiamo dentro&rdquo; (Italo Calvino).

In questo senso, siamo tutti, o quasi tutti, plurilingui, attraversati e &ldquo;costruiti&rdquo; da parole, dialetti, lingue in contatto che dimorano dentro di noi e colorano il nostro sguardo.

 
La lingua madre: specchio e finestra

Non dobbiamo pensare alla lingua madre come un&rsquo;eredit&agrave; rigida e immutata, ma come una componente essenziale della ricchezza linguistica che &egrave; diritto e opportunit&agrave; di tutti. Le lingue materne sono casa, luogo di affetti ed emozioni dove stare e tornare, ma sono anche il punto di partenza per viaggi e scoperte nel mondo pi&ugrave; grande abitato da altre parole.&nbsp;

Le lingue madri sono specchi nei quali riconoscersi e ritrovarsi e sono anche finestre per guardare fuori, ascoltare e apprendere altri suoni e altri alfabeti. La prima lingua &egrave; una coperta che ci avvolge fin dall&rsquo;infanzia e che ci accompagna per tutta la vita intrecciando i suoi fili con altre trame, mescolando i suoi colori con altre sfumature.

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Le lingue madri sono specchi nei quali riconoscersi e ritrovarsi e sono anche finestre per guardare fuori, ascoltare e apprendere altri suoni e altri alfabeti

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Bilinguismi: al plurale

Ogni persona &egrave; bilingue a modo suo. L&rsquo;idea, astratta e irraggiungibile, di un bilinguismo &ldquo;perfetto&rdquo;, che insisteva sul criterio dell&rsquo;indistinguibilit&agrave; dall&rsquo;uso nativo in entrambi i codici, &egrave; stata da tempo superata. &Egrave; raro, infatti, che esista un bilinguismo veramente equilibrato per la semplice ragione che, in una societ&agrave; monolingue, non esistono occasioni per usare indifferentemente l&rsquo;una o l&rsquo;altra lingua in tutte le situazioni della vita quotidiana.

Esiste dunque un naturale &ldquo;squilibrio&rdquo; fra le lingue perch&eacute; il bilingue le usa in ambiti differenti, con interlocutori e per scopi diversi. Il patrimonio linguistico di un individuo non &egrave; un sistema immutabile, definito una volta per tutte. &Egrave; invece una costellazione fluida, nella quale l&rsquo;egemonia di una lingua sull&rsquo;altra, il grado di padronanza assoluto e relativo variano continuamente nel tempo e nello spazio. Il patrimonio linguistico di un individuo &egrave; una costellazione fluida che varia continuamente nel tempo e nello spazio.

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Il patrimonio linguistico di un individuo &egrave; una costellazione fluida che varia continuamente nel tempo e nello spazio

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Riconoscere, valorizzare, scambiare

Il plurilinguismo caratterizza da tempo il panorama delle nostre classi e i documenti ministeriali invitano a prestare attenzione e a riconoscere le lingue degli allievi. Negli Orientamenti interculturali si afferma che &ldquo;accanto a una rappresentazione generale e generica del bilinguismo come opportunit&agrave; e ricchezza &ndash; se riferito a lingue che godono di &ldquo;prestigio sociale&rdquo; &ndash; vi &egrave; spesso negazione o rimozione delle situazioni di plurilinguismo reale, riferito a parlanti le lingue madri delle famiglie immigrate&rdquo;. Lo stesso documento invita a:

<ul>
	<li style="text-align:justify">riconoscere le lingue parlate nei contesti extrascolastici e la raccolta delle biografie linguistiche;</li>
	<li style="text-align:justify">valorizzare ogni lingua e la diversit&agrave; linguistica presente nelle comunit&agrave;;</li>
	<li style="text-align:justify">attivare processi metalinguistici di comparazione e scambio tra le lingue.</li>
</ul>

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&copy; illustrazione di Gloria Francella tratta da I bambini nascono per essere felici, Fatatrac edizioni, 2016

OBIETTIVI PER ATTIVIT&Agrave; PLURILINGUI

 
Per realizzare attivit&agrave; plurilingui che coinvolgano le lingue e i dialetti degli studenti come risorse per apprendere, dobbiamo individuare gli obiettivi specifici alla base delle attivit&agrave; e riflettere su quali aspetti della competenza plurilingue e pluriculturale vogliamo lavorare.

Uno strumento utile &egrave; il Quadro di riferimento per gli approcci plurali alle lingue e alle culture elaborato dal Centro Europeo di Lingue Moderne del Consiglio d&rsquo;Europa, che presenta un dettagliato elenco di descrittori articolato in tre sezioni: i descrittori dei saperi riguardano la conoscenza esplicita di diversi aspetti legati alle lingue, alle culture e all&rsquo;identit&agrave;; quelli dei saper essere sono riferiti all&rsquo;attitudine verso il plurilinguismo e gli incontri interculturali; quelli dei saper fare sono orientati al confronto diretto con la molteplicit&agrave; dei sistemi linguistici e culturali. Per usarli a scopo didattico &egrave; necessario fare una selezione preliminare. Ecco un esempio per la classe quinta. 
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Parole per dire, occhi per vedere

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