“Immersione” come possibilità di futuro

Relazioni ed esperienze immersive

Miri, un nuovo spazio di apprendimento

Quando usiamo le parole
 
 apprendere
 
 e
 
 imparare
 
 facciamo riferimento implicitamente alle loro sfumature di senso originarie e, dunque, alle dimensioni del procurarsi qualcosa, ricevere e ritenere, conoscere e sviluppare abilità.


 Chi apprende non soltanto muta o affina opinioni e comportamenti, in una relazione stretta con l’altro da sé, ma vede trasformarsi il suo stesso rapporto con il mondo. Imparare vuol dire infatti conoscere il mondo, farne esperienza e saper agire in modo situato.


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Quando usiamo le parole apprendere e imparare facciamo riferimento implicitamente alle loro sfumature di senso originarie e, dunque, alle dimensioni del procurarsi qualcosa, ricevere e ritenere, conoscere e sviluppare abilità.
Chi apprende non soltanto muta o affina opinioni e comportamenti, in una relazione stretta con l’altro da sé, ma vede trasformarsi il suo stesso rapporto con il mondo. Imparare vuol dire infatti conoscere il mondo, farne esperienza e saper agire in modo situato.
La nostra storia evolutiva ci ricorda che per noi Sapiens l’esperienza può assumere diverse forme, e la storia della tecnica mostra che spesso molte delle nostre esperienze sono – in modo quasi ricorsivo – traduzioni di altre esperienze o mediazioni. Diversi studiosi hanno sottolineato la funzione di traduzione dei media, per esempio nel progressivo passaggio dall’oralità alla scrittura (con i primi testi scritti che riproducevano i dialoghi), o ancora nelle esperienze del concerto e del teatro “a distanza” rese possibili dall’elettricità e dall’avvento delle telecomunicazioni.
 


Osserva, sperimenta, costruisci

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