Come relazionarci con le famiglie?

Il punto di partenza: i bambini

I rituali del mattino

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

<h2><strong>I pensieri dei bambini</strong><br />
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<p>La fiducia &egrave; anche lasciare spazio. &Egrave; quello che accade quando, durante una lezione di matematica, Marco propone un metodo tutto suo per risolvere un problema. &ldquo;Posso provare a farlo in un altro modo, maestra?&rdquo;. E tu metti da parte la tua scaletta, lasci il gesso in mano a lui e dici: &ldquo;S&igrave;, mostrami come pensi&rdquo;. Gli stai dicendo: &ldquo;Ti riconosco come pensatore, ti vedo, ti ascolto, mi fido del tuo processo&rdquo;.</p>


<h2><strong>Fidarsi per costruire autonomia</strong><br />
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<p>Mi fido di te. Lo dico anche quando affido a un bambino il compito di accogliere un compagno. Quando lascio che siano i bambini a spiegarsi tra loro.<br />
Quando assegno un incarico senza troppe raccomandazioni. &Egrave; un gesto educativo che dice: &ldquo;Ti riconosco competente&rdquo;. E la bambina, il bambino lo sente, lo interiorizza. A volte sbaglia, certo. Ma anche quello &egrave; apprendimento.</p>


<p>Gianni Rodari nella sua <em>Grammatica della fantasia</em> scriveva: &ldquo;Tutti gli usi della parola a tutti: non perch&eacute; tutti siano artisti, ma perch&eacute; nessuno sia schiavo&rdquo;. Anche la fiducia educativa &egrave; cos&igrave;: non perch&eacute; tutti i bambini siano gi&agrave; capaci, ma perch&eacute; nessuno venga escluso dalla possibilit&agrave; di esserlo e di diventarlo.<br />
Fidarsi &egrave; un modo per dire: &ldquo;Io vedo oltre&hellip; Vedo le tue potenzialit&agrave;&rdquo;. Una volta un bambino mi disse: &ldquo;Maestra se tu ti fidi, io ci provo&rdquo;. Cos&igrave; ho capito che la fiducia &egrave; il primo potente strumento didattico.</p>


<p><img alt="" src="https://www.giuntiscuola.it/media/filer_public/f0/ea/f0eac518-e34c-41d9-9b2d-66c0a881226b/lupo_solo.jpg" style="height:218px; width:400px" /><br />
<span style="font-size:8px">Particolare di un&#39;immagine di Mirella Mariani, &quot;Il pi&ugrave; forte &egrave; il mio pap&agrave;&quot;, Editoriale Scienza.</span></p>

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<h2><strong>Un gesto che cambia la relazione</strong><br />
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<p>Mi &egrave; capitato, anni fa, di avere in classe un bambino, lo chiameremo Giovanni, che non rispondeva mai alle domande. Silenzioso, timido, sembrava non voler partecipare alle attivit&agrave;. Un giorno, durante un laboratorio, proposi di leggere ad alta voce una breve poesia e chiesi: &ldquo;Chi vuole leggere oggi?&rdquo;. Giovanni alz&ograve; la mano appena, quasi per sbaglio. Lo guardai negli occhi e risposi: &ldquo;Mi fido di te&rdquo;. Fu un attimo. Gli altri bambini si zittirono. Giovanni prese il foglio, tremava un po&rsquo;, ma lesse. E lesse tutto. Quel giorno non abbiamo solo letto una poesia. Abbiamo costruito un&rsquo;alleanza.</p>


<p>C&#39; &egrave; un gesto che precede ogni insegnamento: &egrave; il gesto invisibile del fidarsi. Lo compiamo spesso senza accorgercene: ci fidiamo che le bambine e i bambini possano capire, collaborare, migliorare. La fiducia &egrave; un atto educativo potente, che pu&ograve; trasformare l&rsquo;ambiente scolastico in uno spazio di crescita autentico.&nbsp;</p>


<h2><strong>Un patto potente</strong><br />
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<p>E allora fidiamoci della bambina e del bambino che faticano e che hanno bisogno di pi&ugrave; tempo, del loro tempo. Fidiamoci dei silenzi, delle pause, delle mani che si alzano incerte. Fidiamoci anche di noi, delle nostre scelte a volte imprecise, sbagliate che ci restituiscono una grande ricchezza: la possibilit&agrave; di riprovare.</p>

<p>Perch&eacute; l&rsquo;educazione &egrave; un patto potente che cresce dove c&rsquo;&egrave; spazio per l&rsquo;errore, per la scoperta e per la curiosit&agrave;.</p>


Mi fido di te

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