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Matematica, che passione!
Quali sono le dimensioni che incidono sullo sviluppo di un rapporto positivo con la Matematica? Come scegliere le strategie didattiche adeguate per promuovere un buon rapporto fin da piccoli?

L’atteggiamento di un bambino e di una bambina verso la Matematica rimanda al rapporto che costruisce nel tempo con essa, determinato dalle emozioni che prova in relazione alla disciplina, ma anche dal senso di autoefficacia, dalla visione sviluppa e dall’intreccio tra queste componenti. È ciò che emerge chiaramente dalle testimonianze di bambini della primaria e secondaria raccolte per una ricerca condotta attraverso l’uso del tema autobiografico “Io e la Matematica”.
Spesso i testi si aprono o si chiudono con l’espressione “La Matematica mi piace” o, viceversa, “La Matematica non mi piace”, ovvero esplicitando come elemento iniziale o consuntivo del racconto la dimensione emozionale. D’altra parte, nelle narrazioni raccolte tale disposizione emozionale è spesso giustificata introducendo legami di causalità con la visione della Matematica costruita (“La Matematica mi piace/non mi piace perché ha queste specifiche caratteristiche”) e con il senso di autoefficacia (“La Matematica mi piace/non mi piace perché mi riesce/non mi riesce”).
Come agire dunque per promuovere un approccio positivo fin da piccoli?
EMOZIONI E SENSO DI AUTOEFFICACIA
Quello che emerge dallo studio condotto è che per descrivere l’atteggiamento verso la Matematica è importante – in chiave didattica, per poter intervenire con efficacia – considerare non solo la dimensione emozionale, ma anche la visione della Matematica e il senso di autoefficacia (Fig. 1).
Fig. 1 - Il modello tridimensionale di atteggiamento verso la Matematica.
In questa accezione a tre dimensioni, possiamo definire un atteggiamento positivo quello di coloro che hanno una disposizione emozionale positiva verso la Matematica, ma anche una visione adeguata e non distorta e un adeguato senso di autoefficacia.
I temi che raccontano storie di difficoltà o di disagio con la Matematica sono, in effetti, spesso caratterizzati da tutte e tre le componenti negative, quindi da emozioni negative, da una visione della Matematica che la identifica come una disciplina fatta di regole da memorizzare e applicare a esercizi ripetitivi in cui non è ammesso sbagliare (visione strumentale), da teorie del successo che enfatizzano il ruolo della memoria, da uno scarso senso di autoefficacia.
VISIONE RELAZIONALE ED EMOZIONI POSITIVE
Esiste però anche un approccio che sviluppa una visione relazionale della Matematica. Tale approccio valorizza i collegamenti tra i risultati matematici, ma soprattutto il processo che origina tali risultati e i perché, e dunque il senso di quello che si fa in Matematica.
Nelle Indicazioni nazionali per il curricolo, in merito al campo di esperienza “La conoscenza del mondo”, del resto si sottolinea l’importanza di stimolare i bambini e le bambine a riflettere sulle proprie esperienze, descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole, a fare domande, a chiedere spiegazioni e a provare a darle, a non scoraggiarsi se le loro idee non risultano appropriate.
E infatti, negli ordini di scuola successivi, la visione relazionale della Matematica si accompagna in genere a emozioni positive. La caratterizzazione di atteggiamento che abbiamo proposto – basata anche sulla visione della disciplina e sul senso di autoefficacia – può aiutare ad affrontare in modo costruttivo e mirato l’obiettivo di promuovere un atteggiamento positivo verso la Matematica, un traguardo di competenza significativo, e particolarmente complesso.
DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO
Numero e spazio
La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi, accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dell’aggiungere. Si avviano così alla conoscenza del numero e della struttura delle prime operazioni, suddividono in parti i materiali e realizzano elementari attività di misura. Gradualmente, avviando i primi processi di astrazione, imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze.
Muovendosi nello spazio, i bambini scelgono ed eseguono i percorsi più idonei per raggiungere una meta prefissata scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione e di angolo. Sanno descrivere le forme di oggetti tridimensionali, riconoscendo le forme geometriche e individuandone le proprietà (ad esempio, riconoscendo nel «quadrato» una proprietà dell’oggetto e non l’oggetto stesso).
Operano e giocano con materiali strutturati, costruzioni, giochi da tavolo.
STRUMENTI PER MONITORARE L’ATTEGGIAMENTO
Ecco alcuni strumenti di osservazione che nella nostra esperienza di ricerca-azione si sono mostrati efficaci per monitorare l’atteggiamento verso la Matematica che si stanno costruendo bambine e bambini, la loro visione della disciplina e le emozioni associate:
- disegno (“Disegna che cosa ti fa venire in mente la Matematica”);
- associazioni (“Quale animale ti fa venire in mente la Matematica? Perché?”);
- frasi da completare (“Secondo me la Matematica a scuola si insegna perché…”, “La Matematica mi piacerebbe di più / di meno se…”, “L’insegnante mi piacerebbe di più / di meno se...”);
- domande aperte a conclusione di un argomento (“Che cosa ti è piaciuto di più? Perché? Che cosa ti è risultato più facile? Che cosa più difficile? Perché?”).
- Di Martino P., Zan R. (2019). Problemi al centro. Matematica senza paura. Firenze: Giunti Scuola.