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L’Unità di Lavoro e Apprendimento

L’UdLA è un modello operativo che costituisce la base comune di tutte le metodologie, strategie e tecniche che incontrerete in questo percorso

di Alan Pona, Sandra Martini12 settembre 20231 minuto di lettura
L’Unità di Lavoro e Apprendimento | Giunti Scuola

La scelta di introdurre l’Unità di Lavoro/Apprendimento (UdLA) come primo strumento della nostra cassetta degli attrezzi è data dal fatto che si tratta di un modello operativo che costituisce la base comune di tutte le metodologie, strategie e tecniche che incontrerete in questo percorso. L’UdLA si ispira ai modelli operativi proposti dall’Università per Stranieri di Siena e Ca’ Foscari di Venezia, con una selezione di quegli elementi che si sono rivelati utili, nella nostra esperienza, per fare didattica nelle classi plurali.

Che cosa sono le UdLA?

Le UdLA sono segmenti di percorsi organizzati in attività didattiche che mettono bambine e bambini al centro di una progettazione a ritroso (backward design), che parte dalle conoscenze e abilità da sviluppare e dalle competenze da promuovere per costruire percorsi di apprendimento attivo.

Ogni UdLA, della durata di circa due ore, è autoconclusivae autonoma e costituisce una tappa di un percorso più ampio.

Si tratta di un modello facile da comprendere e gestire sia in fase di progettazione che di didattica e ha una struttura composta sempre da tre fasi:

  1. Introduzione
  2. Lavoro sull’input
  3. Conclusione

1. Introduzione

All’inizio di ogni incontro/lezione ci sono vari aspetti che occorre tener presenti.

Per prima cosa è importante agganciare l’attenzione della classe, perché questo stimola la motivazione e crea le condizioni giuste per la partecipazione di ogni bambina e bambino e un clima di classe favorevole alla relazione e agli apprendimenti.

Qui di seguito presentiamo delle tecniche didattiche che permettono, al contempo, di catturare l’attenzione e motivare, recuperare le preconoscenze e attivare la “grammatica dell’anticipazione” (expectancy grammar) coinvolgendo il gruppo classe nella formulazione di ipotesi su quello che seguirà e sui contenuti da sviluppare.

Tenendo presente che si tratta di una fase solo di avvicinamento ai contenuti su cui vogliamo lavorare, selezioniamo dei nodi essenziali da usare come stimolo attraverso testi-video e immagini, brainstorming con diagramma a ragno, abbinamenti parola-immagine, attività con parole-chiave, uso di oggetti autentici (realia).

Nella SCHEDA Introduzione | Il lavoro dello storico proponiamo un esempio relativo a un argomento di Storia.

L’attività di introduzione può ritenersi conclusa quando si è creato un buon clima di classe, la motivazione è alta e sono emersi tutti quegli elementi che rendono la classe pronta a ricevere e analizzare l’input, cioè il materiale didattico strutturato, pensato in fase di progettazione, per sviluppare conoscenze, abilità e competenze specifiche su singoli contenuti disciplinari o interdisciplinari.

Iniziamo il nostro percorso con la presentazione di uno strumento che può risultare efficace nel lavoro di programmazione e di didattica nella classe plurale

2. Lavoro sull'input

Si tratta della fase centrale, il cuore dell’UdLA, in cui facilitiamo lo sviluppo degli obiettivi pensati nella nostra progettazione a ritroso e lavoriamo su stimoli comprendendoli a fondo e focalizzando l’attenzione delle alunne e degli alunni su obiettivi specifici.

Nella SCHEDA Input | Micenei proponiamo un esempio con un testo da completare sui Micenei.

Per questa fase non indichiamo delle specifiche tecniche didattiche da seguire, perché ce ne sono molte e varie, ma ricordiamo che non si può dare per scontata la comprensione dei testi di qualsiasi natura essi siano (letti, ascoltati, osservati…), specialmente in una classe eterogenea e plurale. Inoltre, come ricordato dalle Indicazioni Nazionali, si lavora sempre sulla lingua, anche in contesti disciplinari: il lavoro sulla lingua e sui testi delle discipline è la base per lo sviluppo delle competenze.

 

3. Conclusione

Poiché ogni UdLA corrisponde a un solo incontro/lezione, occorre progettare bene la fase finale della conclusione senza lasciare che la fase centrale del lavoro sull’input sottragga spazio, tempo ed energie a questo momento importante.

Le attività della terza fase servono a tirare le fila, consolidare e monitorare gli apprendimenti e a creare i presupposti per il lavoro successivo.

Possono essere attività ludiche (anche digitali e interattive come il cruciverba e il crucipuzzle), compiti di realtà, costruzione di cartelloni o manufatti o momenti di autovalutazione e feedback.

Nella SCHEDA Conclusione | Costruiamo un cartellone proponiamo un’attività conclusiva adeguata al lavoro svolto nelle prime due fasi.

Le tre schede esemplificative dellefasi proposte qui separatamente costituiscono, se ricomposte, un’intera UdLA.

Per ulteriori esempi di UdLA, consigliamo le seguenti unità:

 

Consigli ulteriori

Nelle classi plurali consigliamo di organizzare il materiale linguistico in modo progressivo e graduale, partendo da attività centrate sulle parole, proseguendo con stimoli costituiti da frasi, per arrivare poi a testi più complessi.

Sperimenta le proposte e condividi con noi la tua esperienza.

Scrivi a vitascol@giunti.it.

 

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