Le parole difficili delle discipline

La lingua dei docenti

La conquista del parlato

Cosa c’è in cucina?

Che cosa si fa in cucina?

Le parole per descrivere le persone

A proposito delle difficolt&agrave; di scrittura &ndash; a mano e non solo &ndash; e per una programmazione di attivit&agrave; e percorsi rivolti anche ad alunno non o poco italofoni, segnaliamo:

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	<li>due articoli di Emanuela Izzo pubblicati su Sesamo: <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/nessun-giorno-senza-scrivere-un-percors" target="_blank">Nessun giorno senza scrivere 1. Un percorso di scrittura nella scuola primaria</a>; <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/nessun-giorno-senza-scrivere2-indicazi" target="_blank">Nessun giorno senza scrivere 2. Indicazioni didattiche</a></li>
	<li>un sito progettato e curato da Gabriele Pallotti: Un percorso sulla scrittura: <a href="http://www.interlingua.comune.re.it/" target="_blank">www.interlingua.comune.re.it</a></li>
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Le parole degli insegnanti sottolineano le difficolt&agrave; e i rallentamenti nello sviluppo linguistico registrati nei tre anni, sia per i pi&ugrave; piccoli che per i grandi. &nbsp;

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Dal punto di vista linguistico si &egrave; vista la differenza perch&eacute; i bambini che sono esposti a scuola alla lingua italiana, vivendo a casa tutto quel tempo nell&rsquo;ambiente chiuso, hanno riportato delle difficolt&agrave; perch&eacute; il tempo prezioso di esposizione alla lingua a loro era mancato.
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Per i bambini non italofoni c&rsquo;&egrave; stato proprio un blocco; la lingua italiana non si &egrave; evoluta stando a casa e avevano dimenticato anche l&rsquo;italiano imparato a scuola. E anche tutti i progetti che solitamente facciamo per loro non li abbiamo potuti realizzare. C&rsquo;&egrave; stata meno attenzione, per forza.
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I ragazzi hanno trascorso molto tempo davanti ai dispositivi, ai telefonini e hanno&nbsp; in qualche modo dimenticato l&rsquo;italiano: abbiamo riscontrato questa cosa che non parlavano.
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Inoltre, lo stare a distanza, l&rsquo;uso ridotto di oggetti, il venir meno di esperienze e di azioni fisiche: tutte queste precauzioni hanno reso l&rsquo;input linguistico e l&rsquo;insegnamento della L2 meno vivaci e meno coinvolgenti. Anche le attivit&agrave; e le occasioni di scrittura a mano&nbsp; - che implicano tempi pi&ugrave; distesi, organizzazione delle idee, struttura del testo, accuratezza ortografica - si sono ridotte. I ragazzi sono diventati pi&ugrave; abili nel compilare, fare ricerche,&nbsp; rispondere online ma pi&ugrave; impacciati nella scrittura manuale, come racconta un insegnante. &nbsp; &nbsp;

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Alla ripresa noto grande difficolt&agrave; nell&rsquo;abilit&agrave; di scrittura, grandi carenze. Sono bravi magari a fare ricerche, per&ograve; l&rsquo;abilit&agrave; di scrittura - avendo lavorato per tanto tempo al computer - &egrave; diminuita, non solo nella pratica, ma anche nell&rsquo;organizzazione delle idee, nella costruzione del pensiero e delle frasi. Difficolt&agrave; nel metodo di studio sempre per la mancanza di concentrazione; penso che&nbsp; queste&nbsp; difficolt&agrave; si siano aggravate a causa della pandemia e dell&rsquo;impossibilit&agrave; di seguirli bene come si faceva prima.
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Lo sappiamo da tempo: i bambini e i ragazzi non o poco italofoni imparano la nuova lingua in situazione e in relazione. La apprendono cio&egrave; in una condizione di immersione protratta e di scambio quotidiano con coetanei e adulti: giocando e facendo, studiando e provando, ascoltando e parlando. Nella pandemia, il tempo di esposizione all&rsquo;italiano &egrave; decisamente diminuito. Inoltre, la situazione di distanza e di interazione per lo pi&ugrave; passiva &ndash; depauperata degli aspetti prossemici e dei messaggi non verbali &ndash; ha aumentato il &ldquo;filtro affettivo&rdquo;, reso l&rsquo;acquisizione pi&ugrave; complicata e lenta, a volte frustrante.

<h2>Suggerimenti &nbsp;utili</h2>

Una ricerca partecipata, condotta in Veneto&nbsp; nell&rsquo;ambito del progetto FAMI &ldquo;Inclusione e pluralit&agrave;&rdquo;, ha cercato di fare il punto sull&rsquo;apprendimento dell&rsquo;italiano L2 in questi tre anni scolastici complessi. Di seguito, alcune riflessioni scaturite dall&rsquo;indagine il cui rapporto sar&agrave; presto disponibile sul sito dell&rsquo;<a href="https://www.ic1martini.edu.it/" target="_blank">Istituto comprensivo Martini di Treviso</a>.

La mancanza della relazione quotidiana nel tempo scolastico ed extra scolastico con i pari, che costituiscono la fonte privilegiata di input per l&rsquo;italiano della comunicazione orale (ItalBase), ha bloccato e rallentato&nbsp; il percorso. Per l&rsquo;apprendimento dell&rsquo;italiano dello studio, le difficolt&agrave; accumulate in questi anni risultano ancora pi&ugrave; evidenti. Gli alunni di famiglie non italofone imparano la lingua della scuola e delle discipline solo a scuola poich&eacute; raramente possono contare su sostegni all&rsquo;apprendimento disciplinare in ambito domestico. Se il tempo scolastico si assottiglia e la proposta didattica a distanza diventa meno coinvolgente e scarsamente individualizzata, questo percorso si fa pi&ugrave; difficile, dal momento che si basa solo sulle risorse e le motivazioni individuali. Tanto pi&ugrave; che anche le iniziative di aiuto allo studio e di doposcuola in tempo extrascolastico, gestite da associazioni e volontariato, negli anni della pandemia non si sono potute attivare.&nbsp; &nbsp;

<h2>Gli impacci della mascherina </h2>

Alcuni insegnanti hanno anche sottolineato gli impacci e le difficolt&agrave; della comunicazione &ldquo;mascherata&rdquo; e pi&ugrave; distante. La mascherina non consente un&rsquo;articolazione delle parole chiara e scandita e questo aggiunge ostacoli a chi gi&agrave; deve affrontare il viaggio di acquisizione della nuova lingua. Ecco, fra tante sullo stesso tema, la testimonianza di un&rsquo;insegnante:&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;

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La mascherina ha reso difficile l&rsquo;acquisizione della lingua italiana per i bambini che non la conoscevano proprio perch&eacute; non si vedono le labbra, il viso e quindi tutte le emozioni che passano attraverso il volto.
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L’Italiano L2 dopo la pandemia

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