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L’importanza della valutazione formativa in L2
Perché nei documenti ufficiali di valutazione non compare la voce dell’italiano L2? Di Maria Cristina Peccianti
Come abbiamo più volte rilevato, la mancanza di una valutazione ufficiale di italiano L2, la cui voce non è prevista in nessuno dei documenti istituzionali, risulta paradossale, sia dal punto di vista didattico-educativo sia da quello del sistema scuola. Da una parte è infatti inconcepibile che si ignori un apprendimento vitale per tutti gli alunni stranieri, che richiede da parte loro grande impegno, dall’altra è un controsenso che non si riconosca il bilinguismo di questi alunni, in un paese europeo di cui se ne sostiene a gran voce il valore. La conseguenza è che, non dovendosi fare nessuna rendicontazione istituzionale, c’è da parte della scuola un monitoraggio vago e limitato sull’apprendimento dell’italiano da parte degli stranieri, nonostante la rilevanza dei loro numeri.
Valutare per conoscere
Eppure è importante valutare per acquisire elementi di conoscenza, indispensabili per realizzare con successo qualsiasi percorso didattico. E avere una
misura
, fin dall’inizio e mese dopo mese, anno dopo anno, dello
sviluppo linguistico
degli alunni non italofoni permetterebbe di verificare e valutare l’incisività delle scelte organizzative e didattiche fatte, anche per individuarne le eventuali debolezze o punti di forza e per meglio mettere a fuoco i bisogni degli apprendenti.
Sarebbe particolarmente importante effettuare una
valutazione d’ingresso
che permetta di acquisire sia un quadro generale della maturità cognitiva dei bambini stranieri, e degli apprendimenti eventualmente sviluppati altrove, sia di avere una misura reale delle competenze linguistico-comunicative in italiano, e anche in altre lingue, su cui basare un percorso di L2 che proceda dal noto al nuovo e non per astratte o occasionali proposte e passaggi. Senza un adeguato quadro conoscitivo, affidandoci magari a impressioni soggettive o elementi empatici, rischiamo di sottovalutare o sopravvalutare le competenze e di prevedere progettazioni e proporre percorsi sospesi nel vuoto.
Il valore formativo della valutazione
Ma non dimentichiamo che la valutazione, specie quella intermedia, ha anche un valore formativo ed educativo di grande peso. Gli
eventi valutativi
della scuola influiscono infatti sulla percezione di sé, sulla fiducia nelle proprie forze e capacità, sul rapporto con gli adulti e i coetanei. E per questo le caratteristiche del sistema di valutazione utilizzato nella scuola, i suoi scopi, le modalità con cui vengono comunicati gli esiti della valutazione agli alunni e ai genitori sono tutti elementi che molto influiscono non solo sull’apprendimento, ma anche sulla crescita emotiva e cognitiva e sullo
sviluppo della personalità
.
E allora perché vogliamo sprecare questa occasione nel caso della L2, proprio con alunni più fragili, più vulnerabili dal punto di vista emotivo e più esposti a demotivazione e abbandono? Perché non acquisire da parte della scuola
strumenti di valutazione validi
ed affidabili per verificare, passo dopo passo, il faticoso processo di acquisizione dell’italiano da parte degli stranieri?
Certo che gli strumenti di verifica dovrebbero essere ancorati a un
sillabo
di riferimento, che dovrebbe prevedere una descrizione di livelli linguistici, non generici e astratti, ma strettamente legati alla realtà degli alunni e della scuola, non trascurando quindi di saldare il percorso di italiano L2 ad una generale crescita cognitiva che la scuola deve garantire a tutti i bambini e ragazzi, stranieri inclusi.
Per saperne di più
Maria Cristina Peccianti,
Valutare le competenze linguistiche in L2
, Sesamo online – Dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, giugno 2016
Maria Cristina Peccianti,
Neoarrivati: come li valuto
, Sesamo online, aprile 2015
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