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Valutare le discipline in L2
Il tema della valutazione degli alunni di altra madrelingua è un tema delicato e complesso, che investe il senso stesso della valutazione e coinvolge aspetti quali la trasparenza, l’equità di trattamento e la gestione della differenza tra coetanei.

Quando sono andato alla scuola media, con i professori mi sono trovato abbastanza bene, perché hanno capito che non sapevo parlare molto l’italiano. Mi hanno lasciato un periodo per imparare meglio la lingua e dopo hanno cominciato a interrogarmi e a farmi fare le verifiche. Con la professoressa di Matematica invece ho fatto le verifiche subito perché in Moldavia ero già bravo in Matematica.
George, 14 anni, Moldavia
Consapevoli della difficoltà
Come testimonia George parlando dal punto di vista dell’alunno, in genere i docenti sono ben consapevoli della difficoltà che può avere un alunno di altra madrelingua nel momento in cui si trova a confrontarsi con le “interrogazioni” o con le verifiche scritte proposte a tutta la classe.
Nel racconto di George sono evidenti anche le due strategie messe in atto nel gruppo dei suoi insegnanti:
-
“Mi hanno lasciato un periodo di tempo per imparare meglio la lingua”
: non sono stati immediatamente esigenti e valutanti e hanno sospeso temporaneamente la valutazione riguardo ad alcuni compiti di apprendimento disciplinare a vantaggio dell’apprendimento linguistico.
- “In Matematica invece ho fatto le verifiche subito” : non si sono fermati davanti alla barriera linguistica e, riconoscendo le competenze che l’alunno aveva già, hanno dato valore alla precedente scolarizzazione.
Dare tempo
C’è bisogno di tempo per imparare una lingua. Ricordiamo che, nel processo di apprendimento della L2, l’ Italiano per comunicare si impara in tempi relativamente brevi: da alcuni mesi a uno/due anni, in relazione a vari fattori come le caratteristiche della lingua materna, l’età, la scolarizzazione precedente, la qualità e quantità degli interventi didattici. Imparare invece a leggere e scrivere , usare strutture linguistiche più complesse, conoscere lessico e contenuti delle discipline, richiede tempi più lunghi, anche di alcuni anni. E, soprattutto, studiare le discipline previste dal curricolo scolastico partendo da un’altra lingua può avvenire con molta più efficacia se ci sono adattamenti specifici e attenzioni mirate da parte dei docenti.
“Dare tempo”
, perciò, non può significare solo sospendere il giudizio per qualche settimana o mese, ma deve vedere anche la costruzione da parte del Consiglio di classe del
progetto didattico per l’alunno
; un progetto didattico che rispetti i tempi necessari e si sviluppi adeguando progressivamente proposte e richieste disciplinari alle tappe dell’apprendimento linguistico.
I descrittori delle competenze linguistiche forniti dal
“Quadro comune europeo di riferimento per le lingue”
possono aiutare i docenti del Consiglio di Classe a individuare il punto del percorso nel quale si trova l’alunno e a definire meglio il loro intervento didattico. In termini operativi, ogni docente può riconoscere nella propria disciplina quali contenuti e quali pratiche didattiche sono accessibili ai diversi livelli della competenza linguistica in Italiano L2.
Nelle discipline ad alto grado di contesto come Arte o Educazione motoria, molti degli obiettivi comuni possono essere proposti sin dai primi giorni, mentre per le materie fortemente verbali o astratte , come Storia o Letteratura, bisognerà aspettare che ci sia una sufficiente padronanza linguistica per proporre prove e verifiche simili a quelle proposte al resto della classe. Nel frattempo si tratta di adattare obiettivi e modalità di verifica alle caratteristiche dell’apprendente, modificando proposte e richieste man mano che le competenze linguistiche si sviluppano.
Valutare in relazione al progetto
Il tema della
valutazione
degli alunni di altra madrelingua è un tema delicato e complesso, che investe il senso stesso della valutazione e coinvolge aspetti quali la
trasparenza
, l’
equità di trattamento
e la
gestione della differenza
tra coetanei. Inoltre la stessa normativa, pur esplicita nei riferimenti di principio al
“necessario adattamento dei programmi”
demanda ai docenti e alle istituzioni scolastiche il compito e la responsabilità di organizzare i percorsi adattati per gli alunni non madrelingua, lasciando forti margini all’interpretazione soggettiva e a comportamenti diversi da scuola a scuola.
Dobbiamo ricordare che la valutazione, intermedia o conclusiva, è un momento specifico dentro a un progetto di insegnamento/apprendimento. Si valuta in relazione agli obiettivi, concreti e misurabili, definiti in precedenza e la “questione valutazione” andrebbe definita fin dagli inizi del percorso.
La valutazione intermedia e conclusiva può avvenire perciò in modo più equo ed efficace se il Consiglio di classe ha condiviso e adottato un piano educativo personale transitorio riferito all’alunno, dichiarando in quali materie intende proporre
percorsi personalizzati
, quali
strategie didattiche
intende adottare e quali
obiettivi
si prefigge.
Gli strumenti per la verifica
L’ adattamento del curricolo riguarda anche il modo con il quale si raccolgono gli elementi necessari per la valutazione. Può succedere di sottovalutare la quantità e qualità di prova linguistica che c’è, implicitamente, dentro a una richiesta del docente o del libro di testo. Per esempio, chiedere di esporre oralmente un dato contenuto disciplinare significa richiedere all’alunno due atti: dimostrare di aver capito il contenuto e dimostrare di saperlo esporre in lingua italiana.
Anche le prove strutturate proposte nei manuali (domande a risposta chiusa, scelta multipla, vero o falso) a volte giocano intorno a sottili distinzioni e interpretazioni linguistiche che possono mettere in difficoltà gli stessi alunni italofoni. Si tratterà allora di tenere sotto controllo, nella scelta delle attività, le richieste più strettamente linguistiche, esaminando le prove con un occhio più attento e calibrandole in relazione al percorso che l’alunno sta compiendo nella lingua italiana
Per saperne di più
- Sul sito http://www-3.unipv.it/cenling/cef.html la descrizione di ogni livello linguistico previsto dal Quadro europeo di riferimento per le lingue .