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“Libri per distrarsi, riposarsi, ritrovarsi”: José Saramago, “Cecità”
Un libro molto forte, per alzare il velo che ci rende spesso “ciechi”, indifferenti

Perché leggerlo (di Maurizia Butturini)
Un libro molto forte che fa pensare e ripensare ai veri valori del vivere. Forse ci vuole coraggio per leggerlo, per alzare il velo che ci rende spesso “ciechi”, indifferenti. Proprio entrando nel cuore del dolore possiamo riemergere a nuove speranze.
Di che cosa parla
In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce: una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
"Libri per distrarsi, riposarsi, ritrovarsi"
- “ Il Signore degli Anelli ” di John Ronald Reuel Tolkien (Bompiani, 2014)
- " Stoner ", di John E. Williams (Fazi, 2016)
- " Un albero cresce a Brooklyn " di Betty Smith (Neri Pozza, 2008)
- " Tre cavalli " di Erri De Luca (Feltrinelli, 2013)
- " Inés e l'allegria " di Almudena Grandes (Guanda, 2013)