Buon anno, scuola!

Cara scuola, buongiorno! 

Caro studente…

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

A: Nikita che fai in giardino?

Din don della.

Nikita che fai in giardino?

Din don della.

B: Io prendo un fiore giallo,

din don della.

Io prendo un fiore giallo,

din don della.

A: Con il fiore che ci fai? &hellip;

B: Lo regalo agli amici, &hellip;

A: E a chi tu lo regali? &hellip;

B: Lo regalo a (nome di uno/a nel cerchio), &hellip;

&nbsp;

Ancora un esempio:

A: Emilio che fai in giardino? &hellip;

B Io scavo nella terra, &hellip;

A: Che cosa hai trovato? &hellip;

B: Un sasso grande grande, &hellip;

A: E cosa tu ci fai? &hellip;

B: Ci faccio una torta, &hellip;

A: La torta per chi &egrave;? &hellip;

B: La torta &egrave; per (nome di uno/a nel cerchio)&hellip;

A: Nikita che fai in giardino?

Din don della.

Nikita che fai in giardino?

Din don della.

B: Io prendo un fiore giallo,

din don della.

Io prendo un fiore giallo,

din don della.

A: Con il fiore che ci fai? &hellip;

B: Lo regalo agli amici, &hellip;

A: E a chi tu lo regali? &hellip;

B: Lo regalo a (nome di uno/a nel cerchio), &hellip;

&nbsp;

Ancora un esempio:

A: Emilio che fai in giardino? &hellip;

B Io scavo nella terra, &hellip;

A: Che cosa hai trovato? &hellip;

B: Un sasso grande grande, &hellip;

A: E cosa tu ci fai? &hellip;

B: Ci faccio una torta, &hellip;

A: La torta per chi &egrave;? &hellip;

B: La torta &egrave; per (nome di uno/a nel cerchio) &hellip;

(A. = bambini in cerchio, B. = bambino/a dentro al cerchio, in questo caso Maria)

A: Maria che fai in giardino?

Din don della.

Maria che fai in giardino?

Din don della.

B: Io sto cogliendo l&rsquo;erba,

din don della.

Io sto cogliendo l&rsquo;erba

din don della.

A: Dell&rsquo;erba che ne fai? &hellip;

B: L&rsquo;erba la d&ograve; alle mucche, &hellip;

A: Le mucche che ti danno?

B: Le mucche danno il latte, &hellip;

A: Del latte che ne fai? &hellip;

B: Lo porter&ograve; al mercato, &hellip;

A: Al mercato che ti danno? &hellip;

B: Al mercato avr&ograve; dei soldi, &hellip;

A: Dei soldi che ne fai? &hellip;

B: Le bambole mi compro. &hellip;

A: E quale comprerai? &hellip;

B: Mi comprer&ograve; (nome di uno/a nel cerchio) &hellip;

La foto in apertura &egrave; tratta da <a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/uscite-piedi" target="_blank">Uscite a piedi</a> di Marcella Dondoli.

Per adattare le nostre parole al gioco cantato &ldquo;Maria che fai in giardino&rdquo; diamoci quattro coordinate:

<ul>
	<li>scrivere un testo dove nominare e descrivere elementi e azioni;</li>
	<li>prevedere momenti per accertarsi che i bambini sappiano il significato di ci&ograve; che stiamo cantando (consapevoli che il comunicare a gesti non &egrave; universale);</li>
	<li>giocare per il gusto di giocare (la piacevolezza &egrave; una motivazione basilare per apprendere);</li>
	<li>riprendere le parole e le frasi della canzone quando se ne crea l&rsquo;occasione (ritornare sulle stesse parole in situazioni diverse permette una maggiore appropriazione della lingua).</li>
</ul>

Facciamo un esempio di un testo da cantare con la medesima melodia e modalit&agrave; di &ldquo;Maria che fai in giardino&rdquo;:

Parole da annaffiare

Quando arriva in classe un nuovo bambino con esperienza migratoria e non parla l&#39;italiano, come nel caso dei bambini ucraini in fuga dalla guerra, proviamo a entrare in contatto con il suo punto di vista. Per farlo, ascoltiamo noi stessi, cosa ci risuona immaginando la sua storia, liberiamoci da eventuali stereotipi (compassionevoli, folkloristici...) che in questi momenti possono affiorare.

L&#39;accoglienza di un neo arrivato non ha bisogno di gesti eclatanti, pu&ograve; essere fatta in modo sobrio, sussurrato. Glissant, che si &egrave; dedicato alla &ldquo;poetica delle relazioni&rdquo;, c&rsquo;invita a riflettere sul diritto all&rsquo;opacit&agrave;, senza puntare riflettori, accettando di non capire e di non essere capiti fino in fondo.

&Egrave; molto faticoso stare a lungo tutti insieme nel medesimo ambiente senza capire cosa viene detto. Utilizzare gli spazi esterni pu&ograve; attenuare questa fatica e pu&ograve; garantire la possibilit&agrave; di organizzare momenti in piccolo gruppo dove soffermarsi su alcuni aspetti linguistici.

Usciamo e osserviamo cosa i bambini fanno in giardino per poi dare parola cantata alle loro azioni. Il gioco cantato facilita l&#39;apprendimento della lingua, a partire dalla sonorit&agrave;, e sostiene la partecipazione. Si pu&ograve; spiegare facendolo, senza dire le regole perch&eacute; la ripetitivit&agrave; di frasi dalla stessa durata permette di orientarsi nel gioco di gruppo. E, nel nostro caso, la ridondanza di strofe che riguardano il fare dei bambini in giardino rappresentano una modalit&agrave; per scoprire, consolidare, ampliare i discorsi e le parole.

Annotiamo cosa fanno i bambini per poi inserire queste parole nella melodia del gioco cantato popolare italiano &ldquo;Maria che fai in giardino&rdquo;. Si tratta di un canto a rispetto fra chi &egrave; in cerchio e chi &egrave; dentro il cerchio (che nel nostro esempio si chiama Maria). Chi canta si muove camminando in cerchio. Al termine, chi &egrave; al centro chiama un bambino nel cerchio, che lo sostituir&agrave;, se vuole.

Per la melodia di ogni strofa: ascolta l&#39;audio.

Le parole e i discorsi che i bambini esprimono con la voce del gioco, sono una preziosa occasione per coltivare la conoscenza dell&rsquo;italiano e seminare accoglienza.

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Parole che germogliano

Accogliere i nuovi arrivati: giocare all'aperto con l'Italiano e il “diritto all'opacità”

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