La scuola è #partecipazione

La scuola è #creatività

La scuola è #pensiero critico

Manifesto "La scuola è... #essenziale"

C’è una vecchia canzone di Luigi Tenco che s’intitola Cara maestra. La prima strofa dice: <blockquote>“Cara maestra, un giorno m’insegnavi / Che a questo mondo noi, noi siamo tutti uguali; / Ma quando entrava in classe il direttore / Tu ci facevi alzare tutti in piedi, / E quando entrava in classe il bidello / Ci permettevi di restar seduti...”. </blockquote>È stata incisa nel 1962, l’anno di una delle riforme più importanti della Repubblica Italiana, quella della scuola media unica. Con quella riforma l’Italia sembrava avviata a diventare un Paese più democratico ed egualitario. Lo faceva nell’orizzonte tracciato dall’articolo 3 della Costituzione – rimuovere gli ostacoli, eliminare le distinzioni sociali…–, mentre la realtà mostrava e avrebbe continuato a mostrare la distanza tra i principi e i comportamenti. L’uguaglianza è stata per anni un valore cardinale dell’educazione scolastica, anche se poi le disparità anche gravi tra chi era nato figlio di ricchi e figlio dei poveri restavano. Don Milani l’ha sintetizzata bene: da una parte i Gianni, dall’altra i Pierini. Qualche mese fa è uscito un pezzo del trapper Tha Supreme che s’intitola Scuol4 che inizia così: <blockquote>“Io che non andavo a scuola, uh / Mamma mi chiamava, mi diceva, ‘Che fai?’ / Entro in seconda ora, yah / Ma poi non entravo tra mille pensieri”. </blockquote>Che cosa è cambiato in questi sessant’anni di educazione democratica? Proprio qualcosa che ha a che fare con il ruolo che ha la scuola nel contrastare le disuguaglianze. Se per tanto tempo abbiamo pensato che l’uguaglianza fosse un valore indiscusso – anche se poi vedevamo come veniva negato nel mondo o anche in classe – oggi l’uguaglianza spesso non è più una virtù, per parafrasare sempre Don Milani. I ragazzi sentono parlare di selezione, eccellenza, primeggiare, farcela, e dentro di sé rimuginano: ma se sono io quello che resta indietro, io quello che viene scartato? Se Tenco cantava il peso di quell’ingiustizia che riguardava tutta la società, Tha Supreme la subisce e può solo testimoniarla, e chiude il pezzo così: <blockquote>“Ma mi sentivo un po’ sprecato a scuola, uh / Mamma già sapeva / Dai ma poi che importa se mi prendo una sbroccata, yah / Là no, non c’entravo”. &nbsp;</blockquote>

La scuola è #uguaglianza

Dove trovi questo contenuto