La scuola è #partecipazione

La scuola è #uguaglianza

La scuola è #creatività

“La vita non è comprendersi ma fraintendersi”, dice P. Roth in
 
 Pastorale Americana
 
 . E tuttavia non si vive senza la fiducia, senza la convinzione che gli eventi, le loro cause e le loro conseguenze abbiano una “verità” oggettiva, identica a noi e agli altri.
 


 La sicurezza che la nostra comprensione del mondo sia guidata da criteri oggettivi che le cose stiano “proprio così”, è illusoria: al contrario, il cammino della mente sui terreni della verità è disseminato di trappole, errori, auto-inganni. La
 
 razionalità
 
 è indispensabile quando ci troviamo di fronte a una situazione complessa, sconosciuta e rischiosa.
 


 Secondo L. Canfora, compito de

“La vita non è comprendersi ma fraintendersi”, dice P. Roth in Pastorale Americana. E tuttavia non si vive senza la fiducia, senza la convinzione che gli eventi, le loro cause e le loro conseguenze abbiano una “verità” oggettiva, identica a noi e agli altri. La sicurezza che la nostra comprensione del mondo sia guidata da criteri oggettivi che le cose stiano “proprio così”, è illusoria: al contrario, il cammino della mente sui terreni della verità è disseminato di trappole, errori, auto-inganni. La razionalità è indispensabile quando ci troviamo di fronte a una situazione complessa, sconosciuta e rischiosa. Secondo L. Canfora, compito dell’insegnamento è quello di fornire agli studenti degli “anticorpi” rispetto alle “mode”, trasmettendo loro “stili di pensiero” che li allontanino dal “rumore esterno”. Lo studente dovrà essere incoraggiato a distinguere e valutare la verità epistemologica, la validità logica, la forza persuasiva delle informazioni con cui viene a contatto, online e offline. Per insegnare le funzioni critiche del pensiero la scuola dispone di uno strumento d’elezione nell’apprendimento collaborativo. Nel ragionamento di gruppo, nel dibattito regolamentato, la scuola favorisce nello studente competenza epistemica, ossia la capacità di “costruire conoscenze”, oltre che di “valutare informazioni”, forma cittadini più critici e meno autoritari, concorre alla creazione di una società democratica.

“La vita non è comprendersi ma fraintendersi”, dice P. Roth in Pastorale Americana. E tuttavia non si vive senza la fiducia, senza la convinzione che gli eventi, le loro cause e le loro conseguenze abbiano una “verità” oggettiva, identica a noi e agli altri. La sicurezza che la nostra comprensione del mondo sia guidata da criteri oggettivi che le cose stiano “proprio così”, è illusoria: al contrario, il cammino della mente sui terreni della verità è disseminato di trappole, errori, auto-inganni. La razionalità è indispensabile quando ci troviamo di fronte a una situazione complessa, sconosciuta e rischiosa. Secondo L. Canfora, compito dell’insegnamento è quello di fornire agli studenti degli “anticorpi” rispetto alle “mode”, trasmettendo loro “stili di pensiero” che li allontanino dal “rumore esterno”. Lo studente dovrà essere incoraggiato a distinguere e valutare la verità epistemologica, la validità logica, la forza persuasiva delle informazioni con cui viene a contatto, online e offline. Per insegnare le funzioni critiche del pensiero la scuola dispone di uno strumento d’elezione nell’apprendimento collaborativo. Nel ragionamento di gruppo, nel dibattito regolamentato, la scuola favorisce nello studente competenza epistemica, ossia la capacità di “costruire conoscenze”, oltre che di “valutare informazioni”, forma cittadini più critici e meno autoritari, concorre alla creazione di una società democratica.

La scuola è #pensiero critico

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