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Imparare a leggere e scrivere in L2

Se lo sviluppo dei prerequisiti linguistici è essenziale per l’apprendimento della letto-scrittura, proponiamo attività mirate per quei bambini, come gli stranieri, che hanno difficoltà ad acquisirli spontaneamente.

di Cristina Peccianti07 ottobre 20157 minuti di lettura
 Imparare a leggere e scrivere in L2 | Giunti Scuola

Il difficile impatto con la lingua scritta

Se l’incontro con la lingua scritta è un momento delicato e pieno di insidie e di difficoltà per tutti i bambini, e se il suo apprendimento è legato a doppio filo al livello di sviluppo della competenza linguistica, è ovvio che le difficoltà saranno assai maggiori per tutti quelli che, come gli alunni stranieri, hanno una limitata padronanza della lingua.
Fra i diversi aspetti della competenza linguistica, la competenza fonologica è ritenuta un prerequisito essenziale per l’acquisizione della lettura e non riguarda solo la capacità di discriminare i suoni della lingua parlata, ma anche l’abilità consapevole di saperli manipolare. Essa infatti comprende sia l’abilità di analisi-sintesi dei fonemi e quindi il riconoscimento della corrispondenza grafema-fonema, sia la capacità di manipolare il segmento sillabico o fonologico per eliminarlo, sostituirlo o spostarlo e creare innumerevoli significati. Ma nell’influenza esercitata sullo sviluppo della strumentalità di base non sono da meno la competenza sintattica e quella lessicale.
Se in generale l’espansione del patrimonio lessicale è un requisito cruciale per tutto l’apprendimento scolastico, le conoscenze lessicali influenzano poi specificamente l’apprendimento strumentale. La velocità di decodifica dipende infatti da quello che viene chiamato “lessico ortografico”, cioè una specie di archivio mentale di parole con significato noto, in forma scritta, che consente di leggere quelle stesse parole senza doverne analizzare le singole lettere.
Tutto ciò per sottolineare come lo svantaggio linguistico incida profondamente sull’apprendimento strumentale e quanto sia importante che esso venga seguito con particolare cura e particolari strategie nel caso degli alunni non italofoni, anche se nati in Italia e inseriti fin dai tre anni nella scuola dell’infanzia. In questo caso saranno preziosi i programmi specifici realizzati nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e tesi a sviluppare i prerequisiti linguistici più rilevanti, spesso trascurati a vantaggio di quelli psicomotori.

Sostenere i prerequisiti linguistici

Quanto all’ approccio metodologico dell’insegnamento strumentale, in linea di massima, senza con ciò voler negare l’importanza della decifrazione, pensiamo che non sia
opportuno, specie per i bambini stranieri, che mentre acquisiscono le abilità strumentali devono sviluppare e talvolta costruire ex novo quelle linguistiche, considerare in prima istanza l’apprendimento della lettura come capacità di decifrare, cioè trasformare i segni in suoni, rimandando a un momento successivo la scoperta del significato. La lettura è un’abilità complessa che coinvolge le competenze emotivo-affettive, relazionali e cognitive del lettore, e come tale va didatticamente considerata, fin dall’inizio, anche per favorire la molla motivazionale, importante per tutti e determinante per gli stranieri che maggiormente faticano per apprendere.
Quello che dunque è importante, per un apprendimento più agevole e solido della letto-scrittura, è sostenere i bambini non italofoni dal punto di vista dei prerequisiti linguistic i, sia nella scuola dell’infanzia (in cui molto opportunamente sono stati previsti, al pari della primaria, insegnanti con specifici titoli per la conduzione di laboratori di L2), sia in classe prima, durante tutto il percorso di presentazione di suoni e segni. Sono molto utili, fin dai cinque anni, attività di denominazione veloce di sequenze di figure, sia per incrementare le conoscenze lessicali sia per sviluppare la capacità di leggere servendosi del mezzo visivo-lessicale. Così come risultano utili giochi orali con le parole e le sillabe, con attività di segmentazione sillabica, di creazione di rime, di riconoscimento di parole con sillabe iniziali uguali, associato a movimenti del corpo o delle mani.
Per quanto riguarda gli aspetti sintattici è opportuno proporre, sempre oralmente, attività di suddivisione di brevi frasi nei sintagmi che le compongono o di completamento di frasi con una parola mancante. Cerchiamo, al possibile di rendere le attività giocose creando, ad esempio, un pupazzetto che dice frasi sbagliate, in cui è necessario eliminare una parola o sostituirla oppure cambiarla di posto.
Il gioco è sempre uno dei mezzi e metodi più efficaci!

Strumenti utili

Diamo a titolo di esempio u na scheda modello per l’insegnamento della letto-scrittura per alunni della Scuola primaria e secondaria di primo grado, tratto da Maria Cristina Peccianti, Insegnare italiano L2 – Strumenti di base , Giunti Scuola, 2010 (nello stesso volume si trovano altre schede e indicazioni didattiche sull’apprendimento strumentale in L2). Ecco alcuni consigli per utilizzare la scheda.

  • Cominciamo sempre con un lavoro sull’orale . Leggiamo e facciamo ripetere più volte le frasi con la giusta intonazione, indicando di volta in volta le immagini di riferimento. Facciamo sentire bene il suono “O” e osservare l’impostazione della bocca. Facciamo poi domande relative alle frasi: Chi è Omar? ; Che cosa ha Omar? ; Chi ha un orologio? Se i bambini non sanno rispondere, diamo noi le risposte e facciamo ripetere.
  • Se abbiamo bambini più grandi , facciamo esempi di diverse parole con “O” e portiamo la loro attenzione sui diversi suoni che si formano con “O”. Affrontando le altre vocali, cerchiamo poi di farli riflettere e scoprire che esse condividono le stesse caratteristiche

Per saperne di più

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