Il passaggio dei saperi: il ricambio generazionale degli educatori

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Quest’anno abbiamo ripensato spazi che accogliessero i bambini nel rispetto delle regole, senza abbandonare una progettualità in ordine agli obiettivi di benessere e di tipo educativo-didattico.


 All’interno degli ambienti stabiliti per ciascuna bolla, si è progettato affinché i bambini potessero incontrare relazioni e possib

Quest’anno abbiamo ripensato spazi che accogliessero i bambini nel rispetto delle regole, senza abbandonare una progettualità in ordine agli obiettivi di benessere e di tipo educativo-didattico.All’interno degli ambienti stabiliti per ciascuna bolla, si è progettato affinché i bambini potessero incontrare relazioni e possibilità di apprendimento buone, efficaci, costruttive, reali.Gli spazi esterniSono stati ripensati in modo più significativo gli spazi esterni, ci sono esempi di vere e proprie aule all’aperto che finalmente hanno trovato concretezza, all’interno di un sistema scolastico dove per lo più l’uscita corrispondeva alla possibilità di muoversi liberamente e scaricare l’energia accumulata all’interno della scuola.Sono stati reperiti materiali a supporto dell’attività educativa e didattica outdoor: arredi come tavoli, panche, tronchi e strutture “tana”, strumenti come secchielli e palette e lenti d’ingrandimento. Sono stati cercati spazi ulteriori a disposizione, come il prato inutilizzato della parrocchia confinante o chiedendo la messa in sicurezza di zone verdi a favore dei bambini.

Analizziamo le caratteristiche facilitanti dell’organizzazione del contesto per capire come favorire il distacco

Quest’anno abbiamo ripensato spazi che accogliessero i bambini nel rispetto delle regole, senza abbandonare una progettualità in ordine agli obiettivi di benessere e di tipo educativo-didattico.All’interno degli ambienti stabiliti per ciascuna bolla, si è progettato affinché i bambini potessero incontrare relazioni e possibilità di apprendimento buone, efficaci, costruttive, reali. Gli spazi esterniSono stati ripensati in modo più significativo gli spazi esterni, ci sono esempi di vere e proprie aule all’aperto che finalmente hanno trovato concretezza, all’interno di un sistema scolastico dove per lo più l’uscita corrispondeva alla possibilità di muoversi liberamente e scaricare l’energia accumulata all’interno della scuola.Sono stati reperiti materiali a supporto dell’attività educativa e didattica outdoor: arredi come tavoli, panche, tronchi e strutture “tana”, strumenti come secchielli e palette e lenti d’ingrandimento. Sono stati cercati spazi ulteriori a disposizione, come il prato inutilizzato della parrocchia confinante o chiedendo la messa in sicurezza di zone verdi a favore dei bambini.

1. Come facilitare il momento del saluto• Individuare spazi e luoghi investiti in modo chiaro di un significato di valore condiviso da tutti: il bambino riconosce ciò che avviene in quel contenitore e l’adulto si impegna affinché questo, almeno per i primi tempi, sia rispettato e dia sicurezza nell’acquisizione della routine.• Pensare a uno luogo dove genitore e bambino possano scambiarsi in tranquillità il saluto non è da sottovalutare: a questo scopo va progettato con attenzione uno spazio esterno, o interno alla scuola per quando si concluderà la fase emergenziale.• Progettare un angolo in cui sostare comodi, con delle sedute, piacevole e ordinato, con la giusta illuminazione, riconoscibile e che parli: “In questo salottino avviene il saluto tra genitori e bambini, un momento per assumere una dose di energia e coccole prima di affrontare la giornata”. 2. Come supportare le autonomie dei bambini• Organizzare degli spazi che facilitino il riporre la giacca per indossare il grembiule, il cambio delle scarpe, ecc. Sono compiti che il bambino compie, dapprima guidato, ma via via sempre più in modo autonomo. Sappiamo quanto i bambini amino i compiti autentici e questo lo è: prendersi cura di sé stessi e delle proprie cose che hanno, all’interno della scuola, un loro posto assegnato.Certo non sarebbe piacevole se il gancio per appendere la giacca risultasse scomodo e difficile da utilizzare, oppure se l’angolo per sedersi e cambiarsi la calzatura non fosse attrezzato con abbastanza sedute e il bambino fosse costretto ad attendere a lungo il proprio turno.• Un’idea in più è quella di suggerire con dei numeri visibili negli spazi corrispondenti l’ordine delle azioni da compiere dopo aver salutato il genitore: 1. per il cambio calzatura, 2. per riporre la giacca, 3. per indossare il grembiule, 4. per lavare le mani. <img filer_id="233319" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620391420/233319/" src="/d/filer/sharing/1620391420/233319/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">

Ingressi attrezzati sia all’esterno che all’interno della scuola.

Lo spazio dell’accoglienzaNegli anni scorsi solitamente i genitori entravano nella scuola: nell’ingresso aiutavano i bambini a spogliarsi e a riporre la giacca negli armadietti, attraversavano insieme il salone e, alle volte, qualche genitore assecondava la richiesta del bambino di entrare con lui in sezione.Quest’anno il bambino, in molte realtà scolastiche, dopo aver salutato il genitore all’esterno, entra nella propria stanza in uno spazio progettato come filtro raccolto e con un chiaro significato, incontra routine concordate e condivise nei primi giorni e ora ormai consolidate, ritrova l’insegnante e il suo gruppo e con soddisfazione deve svolgere azioni che ora compie in autonomia (cambiare le calzature, riporre la giacca, lavare le mani) e sono per lui motivo di gratificazione.Gli insegnanti hanno spesso riscontrato una motivazione maggiore ad aiutare e a farsi aiutare trovando momenti di coppia o piccolissimo gruppo tra bambini in cui costruire la relazione. Con questo non vogliamo generalizzare quella che è l’esperienza di qualche scuola e quella che è l’interpretazione che gli insegnanti hanno dato alla loro esperienza; né semplificare dicendo che il divieto d’ingresso del genitore negli spazi della scuola ha facilitato l’avvio della giornata educativa. È invece utile analizzare le caratteristiche facilitanti dell’organizzazione del contesto dedicato all’accoglienza che sembrano aver favorito il distacco. <img filer_id="233318" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620390960/233318/" src="/d/filer/sharing/1620390960/233318/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">

Il contesto che aiuta

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