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UN’ESPERIENZA DI OSSERVAZIONE E SCOPERTAIn sezione c’è un angolo dove i bambini raccolgono tanti oggetti di diversa provenienza: servono per fare esperimenti.Una mattina l’insegnante lancia una provocazione mettendo nell’angolo due vasche piene di acqua e dei cestini con vari oggetti: tappi di sughero, pigne, foglie, legnetti, sassi, conchiglie, una mela e della sabbia.

SCOPRIRE INSIEMEI bambini con le loro azioni producono cambiamenti, li osservano e costruiscono spiegazioni, traggono conclusioni istintive, creative, indipendenti dalla logica o dal rigore della scienza. Accanto a loro hanno bisogno di insegnanti disponibili a mettere in discussione il proprio modo di conoscere per ascoltare quello che i bambini propongono con riflessioni e modi personali di indagare le cose stesse.Nella scuola dell’infanzia, bambini e insegnanti insieme possono essere degli scienziati che si divertono a fare scoperte. Porsi nell’ottica di indagare un fenomeno, o il funzionamento di un oggetto, di osservare le nervature o i margini di una foglia andando oltre quello che, in qualità di adulti, già sappiamo e evitando di trasmettere informazioni o conoscenza, è il modo per offrire ai bambini contesti in cui sviluppare passione per l’apprendimento.Insieme ai bambini, gli insegnanti possono lasciarsi sedurre ogni giorno dall’esperienza di bellezza provocata dal piacere giocoso di porsi domande e cercare risposte. Ogni esperienza realizzata può diventare materiale da utilizzare per scrivere “Il libro delle scoperte” da regalare a ogni bambino al termine della scuola, per mantenere vivo lo sguardo curioso sulla realtà. OFFRIRE COSE ED EMOZIONINel laboratorio, come in sezione e in angoli predisposti alla scoperta e alla ricerca, ci deve essere tanto materiale di diversa provenienza: naturale e industriale, di recupero e riciclo.I bambini devono disporre di questa grande e svariata quantità di materiale da esplorare, insieme a tante possibilità d’azione che gli consentano di disporsi a nuovi apprendimenti.Sono proprio le esperienze dirette e attive con le emozioni che provocano, a dare ai bambini la possibilità di sviluppare e imparare a utilizzare concetti e simboli, di aprirsi al linguaggio logico, anche come arricchimento e integrazione di quello analogico.Già nell’antica Grecia era riconosciuta l’importanza delle emozioni nell’apprendimento; oggi le neuroscienze ci confermano l’interdipendenza di queste con l’apprendimento poiché non esiste un apprendimento esclusivamente intellettuale o affettivo.

L’esperienza viene rappresentata graficamente: su un cartoncino azzurro i bambini tracciano una linea&nbsp; e posizionano sopra gli oggetti che rimangono a galla e sotto quelli che affondano. E la mela? È pesante, ma rimane a galla. I bambini formulano le prime ipotesi e si apre un’altra esperienza.C.: “Forse l’acqua ha un po’ di forza?”G.: “Sì sì, ma il sasso è più forte perché va a fondo.”M.: “Il legnetto sta a galla perché è leggero e vince l’acqua perché è pesante!”

Dewey, J., (1961). Come pensiamo. Una riformulazione del rapporto tra pensiero riflessivo ed educazione. Firenze: La Nuova Italia.

“Che cosa succede se metto una pigna e un sasso nell’acqua?”I bambini si avvicinano: osservano gli oggetti, li nominano, li toccano; poi spostano l’attenzione sulle vasche piene d’acqua e iniziano a immergere gli oggetti. Mentre agiscono descrivono quello che fanno.Una volta esauriti gli oggetti, i bambini osservano che cosa è successo. Sono attratti dal tappo che galleggia e li sollecita a distinguere gli oggetti in superficie da quelli sul fondo. “Che cosa vuol dire galleggiare secondo voi?”C.: “Per galleggiare ci vogliono i braccioli, i tappi vanno a galleggio perché sono davvero leggeri. Anche le foglie grandi sono davvero leggere!”.L.: “I sassi vanno a fondo perché stanno nel mare e le onde grandi grandi affondano i sassi, le barche galleggiano, poi con le onde giganti affondano. La foglia galleggia perché è una foglia.”I bambini hanno messo tutti gli oggetti pesanti in una vasca e quelli leggeri in un’altra.Solo la mela è stata messa da parte perché come ha detto G.: “È pesante, ma va a galla”.

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