Scuola dell'infanzia di marzo: Parole per crescere

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Alfabetieri del mondo: seconda puntata

Quando si tratta di insegnare una lingua, non esiste una formula magica, ma possiamo identificare delle linee guida che orientino in modo efficace le scelte didattiche. Ispirandoci al lavoro di Rod Ellis (2005), presentiamo alcuni principi che possono rendere i nostri interventi più incisivi.


 
 1. Insegnare un ricco repertorio di formule


 La produzione linguistica viene generata da due diversi sistemi, il primo basato principalmente su regole (che assicurano complessità e accuratezza), il secondo costituito da formule (che favoriscono fluenza e scorrevolezza

Quando si tratta di insegnare una lingua, non esiste una formula magica, ma possiamo identificare delle linee guida che orientino in modo efficace le scelte didattiche. Ispirandoci al lavoro di Rod Ellis (2005), presentiamo alcuni principi che possono rendere i nostri interventi più incisivi.

1. Insegnare un ricco repertorio di formule
La produzione linguistica viene generata da due diversi sistemi, il primo basato principalmente su regole (che assicurano complessità e accuratezza), il secondo costituito da formule (che favoriscono fluenza e scorrevolezza). Per gli apprendenti più giovani e ai livelli iniziali, le formule fungono da base per lo sviluppo delle loro ipotesi sul sistema della lingua di arrivo. Per questo motivo è essenziale dare ampio spazio anche al loro insegnamento, oltre che a quello delle regole, favorendo così lo sviluppo e l’integrazione di entrambi i meccanismi di produzione linguistica.
 
2. Concentrarsi principalmente sul significato
La lingua è innanzitutto uno strumento per comunicare, perciò è essenziale concentrarsi sui significati da trasmettere e sulle modalità migliori per farlo, dando ampio spazio alle attività che permettono di trasmettere significati autentici e soprattutto facendo precedere queste attività a quelle che richiedono un’attenzione alla forma linguistica.
 
3. Concentrarsi anche sulla forma
L’acquisizione linguistica richiede anche “attenzione alle forme” impiegate per trasmettere i significati, cioè un’attenzione rivolta alle strutture linguistiche adatte al livello di competenza di ciascuno e rilevanti rispetto a uno specifico contesto comunicativo. L’insegnante può scegliere un determinato contesto e sviluppare attività di riflessione e reimpiego linguistico rispetto a strutture significative per esso; oppure può procedere all’inverso. In entrambi i casi, è importante affrontare più volte nel tempo, con stimoli e attività variate, le stesse strutture linguistiche, così da offrire molte opportunità per osservare, sperimentare e infine impiegare le strutture target.
 
4. Tener conto dell'interlingua
Gli apprendenti imparano le strutture della lingua d’arrivo secondo un ordine fisso e con caratteristiche universali, cioè seguono un loro sillabo interiore nello sviluppo dell’interlingua e procedono nell’apprendimento solo se sono sufficientemente motivati e hanno accesso a un’esposizione comprensibile. L’insegnamento grammaticale esplicito non sembra garantire lo sviluppo dell’interlingua: spesso gli apprendenti non acquisiscono le strutture che gli vengono insegnate, ma procedono nello sviluppo interlinguistico indipendentemente dagli interventi del docente, per cui è fondamentale accertarsi che le modalità didattiche impiegate riflettano i naturali processi di acquisizione, accompagnando e sostenendo lo studente nel suo percorso.
 
5. Un'esposizione alla L2 ampia e di qualità
Lo sviluppo della competenza linguistica in L2 è legato alla quantità e alla qualità di lingua a cui si viene esposti: maggiore e migliore è l’esposizione, più rapido è il processo di acquisizione. A scuola, gli insegnanti si trovano a operare in un contesto potenzialmente favorevole, poiché gli apprendenti sono immersi per molte ore nella lingua che stanno imparando. Per garantire un’esposizione di qualità, è bene che la lingua usata in classe non sia troppo complessa rispetto ai livelli di competenza degli allievi, ma graduata in modo da offrire occasioni di apprendimento per chi è agli inizi, pur mantenendo elementi di complessità che siano di stimolo per chi è a un livello più avanzato.
 

 
Lo sviluppo della competenza linguistica in L2 è legato alla quantità e alla qualità di lingua a cui è esposto chi apprende
 

6. Offrire opportunità per la produzione
Per favorire l’acquisizione è essenziale che gli apprendenti abbiano occasioni per reimpiegare il lessico, le strutture e le formule apprese. La produzione di contenuti originali e personali permette di testare le ipotesi fatte rispetto alla lingua che si sta acquisendo e aiuta l’automatizzazione delle regole e delle strutture acquisite.
 
7. Dare la possibilità di interagire nella L2
Ancora più importante è la produzione dialogica, l’interazione: prima si impara a conversare e poi si sviluppano le regole della lingua. L’interazione è uno strumento che permette lo sviluppo di nuove risorse comunicative: è importante proporre attività in piccolo gruppo in cui i bambini abbiano motivi reali per impiegare la lingua e siano incoraggiati a esprimere idee e opinioni originali e personali; in cui si trovino a interagire non solo in situazioni controllate e al loro livello di competenza, ma vengano messi alla prova anche in contesti un po’ più complessi, ampi e motivanti.
 
8. Considerare le differenze individuali
L’apprendimento linguistico ha tempi di acquisizione e livelli finali raggiunti diversi per ciascun individuo. In genere è di maggior successo quando gli alunni sono motivati e l’approccio didattico prende in considerazione le modalità di apprendimento individuali. Se si lavora in una classe molto numerosa non è banale impiegare modalità di lavoro adatte a tutti/e, perciò è necessario adottare strategie flessibili e variare il tipo di attività proposte, così da favorire i diversi stili di apprendimento.
 


Per favorire i diversi stili di apprendimento presenti in classe è bene adottare strategie flessibili e variare il tipo di attività proposte
 

Particolarmente utili in questo senso sono le attività che rendono gli apprendenti consapevoli delle proprie strategie di acquisizione e che guidano a sperimentarne di diverse. Oltre a ciò, è essenziale elaborare strategie per attivare e mantenere la motivazione degli apprendenti; ciò è possibile quando il ritmo di lavoro non è né troppo lento né troppo veloce e quando le attività non sono né troppo semplici né troppo complesse, ma graduate in modo da risultare stimolanti.
 


&copy; illustrazione di Arianna Papini tratta da Amica Terra, Fatatrac edizioni, 2011 
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