E l’albero era felice

Vietato l’ingresso: storie di migrazioni in un libro per ragazzi

Scriviamo all'extraterrestre: attività sulle lingue per la classe plurale

La continuità educativa

Ripensiamo l'accoglienza

Ad alta voce

Rito e spazio quotidiano

Settembre e ottobre sono mesi entusiasmanti ma anche particolarmente difficili&nbsp; per i bambini che affrontano il grande cambiamento dell’ingresso alla scuola primaria. Arrivano emozionati e timorosi, con i ricordi della scuola precedente, un cartellone di passaggio che li accompagna e spesso con qualche pauroso racconto dei fratelli più grandi.&nbsp; Se è vero che tutti i bambini di prima sono disorientati, lo è ancor di più che tra loro si trova immerso in un flusso continuo di parole che non comprende.Un’amicizia che sboccia regala parole&nbsp;Durante la pausa dopo il pranzo, i bambini si ritrovano per giocare insieme e si creano i primi gruppi:&nbsp; molti già si conoscono, altri sono nuovi per la scuola e anche per l’Italia. Tra di loro c’è Archisha, una bambina filippina con i capelli sempre raccolti in una treccia. Non si sa se sia appena arrivata, ma di sicuro non riesce a esprimersi nella nostra lingua. Dafne, si stacca dal gruppo e le chiede:“Vuoi giocare con noi?”.La bambina fa cenno di sì con la testa, ma poi resta ferma in disparte, vicino a un muretto. Dafne torna a giocare con gli altri, poi va a casa e ci ripensa.Ritrova nella memoria alcune storie che le hanno letto nella scuola dell’infanzia: Una coperta di parole e Viola cambia scuola. Sono storie bellissime che raccontano, anzi gridano a gran voce, il disagio di chi ha raggiunto un nuovo paese e ancora ne comprende poco i suoni e non sa come esprimersi. Eppure tutto può cambiare quando si incontra un amico, che aiuta ad avvicinarsi&nbsp; alle&nbsp; nuove parole senza averne paura&nbsp; e a metterle insieme finchè non cominciano ad acquisire un senso.Un libro illustrato in doppia lingua&nbsp;Il giorno dopo Dafne torna a cercare Archisha per dare il via ad un bellissimo gioco. Le mostra tutto quello che hanno tra le mani: un barattolo di colla, l’albero nel giardino, gli oggetti dell’astuccio, glieli porge e li indica chiamandoli per nome. Archisha sorride, fa dei cenni con la testa, qualche volta ripete e qualche volta no, ma non si sente a disagio. Comincia a giocare con le altre bambine, non è più isolata, ormai fa parte di un gruppo.Forse stiamo assistendo all’inizio di un’amicizia che durerà tutta la vita, forse è solo un comportamento pro-sociale. Comunque offrendole delle parole, Dafne tende la&nbsp; mano e attira l’amica dentro il cerchio delle relazioni&nbsp; e soprattutto all’interno della classe.Ma non è ancora soddisfatta e così decide, di sua iniziativa, di realizzare un libro con disegni e doppia lingua. Sarà in italiano e in inglese perché ha capito che la bambina che viene dalle Filippine sa parlare in inglese. Un lavoro che le richiede molto tempo e un grande impegno. Ma poi lo condivide con Archisha e con altri compagni, lo tiene nello zaino come un oggetto prezioso. Già così è una bellissima iniziativa, ma si potrebbe sicuramente rilanciarla con nuovi spunti.Quando Archisha si sentirà pronta, potrebbe restituire a Dafne un po'&nbsp;di parole, magari nella lingua che si parla nel suo paese lontano. Potrebbero accorgersi, entrambe, che le parole nei vari idiomi non dicono proprio la stessa cosa, perché ogni lingua porta con sé un mondo fatto di suoni differenti, di esperienze lontane tra loro, di modi di intendere e pensare a volte divergenti. E poi ogni compagno potrebbe passarlo a un altro, per aggiungere ognuno la sua lingua o il suo dialetto.

Un ponte tra il prima e il dopoSpesso sentiamo parlare di continuità verticale o di raccordo tra un segmento di scuola e un altro, ma di fatto si tratta quasi sempre di qualcosa che resta solo sulla carta e che in condizioni normali si perde, perché ci sono attività più urgenti da perseguire.Eppure il libro “bilingue”, prodotto e realizzato spontaneamente da una bambina nei primi giorni della scuola primaria, proprio come Dafne ha imparato a fare nella scuola dell’infanzia, rappresenta&nbsp;concretamente la continuità e l’importanza di tutto ciò che è stato appreso prima, integrandolo alle competenze che i bambini stanno organizzando nel presente.&nbsp;Dai bambini c’è sempre molto da imparare.&nbsp;

Webinar | Lettura ad alta voce e life skills

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Webinar | Leggimi ancora: spunti e consigli utili in classe

Continuità infanzia e primaria: quando le bambine creano un libro illustrato bilingue

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