Il punto di partenza: i bambini

I contesti generativi

Intrecci, fasi, inciampi

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Come &egrave; noto il disturbo dello spettro autistico comporta difficolt&agrave; nella sfera sociale, in particolare nella capacit&agrave; di comunicare e interagire. Tali abilit&agrave; sono fondamentali per l&#39;adattamento e la partecipazione attiva nel contesto sociale, rendendo essenziale progettare interventi mirati a rafforzare queste competenze in bambine/i con autismo.

A partire da questi presupposti, &egrave; stato organizzato un piccolo gruppo composto da tre bambini (un maschio e due femmine) tra i 9 e gli 11 anni, frequentanti un centro di psicologia del nord Italia, dove svolgevano attivit&agrave; basate sull&rsquo;Analisi Applicata del Comportamento (ABA). La scelta di un gruppo si &egrave; basata sull&#39;idea che l&#39;interazione con i pari potesse favorire lo sviluppo delle competenze comunicative.

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Le variabili considerate

Lo studio ha considerato due variabili principali:

1. Variabile indipendente: un training specifico sugli aspetti socio-pragmatici, conversazione e collaborazione. Gli aspetti socio-pragmatici comprendevano tenere le mani a posto, la giusta distanza e tono di voce, e rispettare i turni di parola. 
Le abilit&agrave; di conversazione si sono suddivise in formulare domande, ascoltare, rispondere e commentare in modo coerente. La collaborazione si &egrave; focalizzata sul richiedere e scambiare materiali per completare attivit&agrave;.

2. Variabile dipendente: misurazione delle interazioni spontanee, risposte e commenti pertinenti durante le pause libere.

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I materiali

I materiali utilizzati includevano:

<ul>
	<li style="text-align: justify;">fogli per la raccolta dati;</li>
	<li style="text-align: justify;">un&rsquo;agenda visiva per organizzare le attivit&agrave;;</li>
	<li style="text-align: justify;">una ruota degli argomenti e un foglio con domande per avviare conversazioni;</li>
	<li style="text-align: justify;">biglietti con istruzioni per completare schede attivit&agrave; (unire puntini e colorare);</li>
	<li style="text-align: justify;">materiali di cancelleria, mattoncini per le costruzioni e puzzle per incentivare la collaborazione;</li>
	<li style="text-align: justify;">giochi a disposizione nell&rsquo;aula per le pause libere.</li>
</ul>

<ul>
	<li style="text-align: justify;">American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). American Psychiatric Association.</li>
	<li style="text-align: justify;">Cooper, J.O., Heron, T.E., Heward, W.L. (2014). Applied Behavior Analysis. Second Edition. Edinburgh Gate: Pearson Education Limited.</li>
	<li style="text-align: justify;">Guivarch, J., Murdymootoo, V., Elissalde, S. N., Salle-Collemiche, X., Tardieu, S., Jouve, E., Poinso, F. (2017). Impact of an implicit social skills training group in children with autism spectrum disorder without intellectual disability: A before-and-after study. PloS one, 12(7), e0181159.</li>
	<li style="text-align: justify;">Martin, G., Pear, J., Moderato, P. (2000). Strategie e tecniche per il cambiamento: la via comportamentale. Milano: McGraw-Hill Italia.</li>
</ul>

Le caratteristiche del training

Il training si &egrave; svolto in aula e la ricerca ha incluso due osservazioni delle interazioni spontanee: una prima dell&#39;intervento e una alla fine, per valutare eventuali cambiamenti. Tra queste due fasi, i bambini hanno seguito il training, svolgendo attivit&agrave; organizzate tramite l&rsquo;agenda visiva, intervallate da pause libere di due minuti. Le attivit&agrave; principali includevano conversazioni guidate dalla ruota degli argomenti e momenti di collaborazione su puzzle o costruzioni. In questi momenti, ciascun bambino non aveva a disposizione tutti i materiali necessari per completare la propria attivit&agrave;, dunque doveva richiedere materiali agli altri per completare i compiti, incentivando la cooperazione.

Durante le attivit&agrave;, gli operatori fornivano lodi per i comportamenti adeguati e correzioni per quelli scorretti, mentre nelle pause i bambini erano lasciati liberi di interagire spontaneamente. Gli operatori registravano la frequenza e qualit&agrave; delle interazioni.

 
Considerazioni conclusive

I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo nelle competenze socio-pragmatiche e di collaborazione, con un aumento delle interazioni spontanee e delle risposte pertinenti durante le pause. Tuttavia, lo studio ha rivelato alcuni limiti, tra cui l&#39;eccessiva strutturazione delle attivit&agrave; e la costante presenza degli adulti, che potrebbero aver influenzato i comportamenti dei bambini in maniera non completamente naturale. Inoltre, le sessioni di intervento non sono state svolte con regolarit&agrave; a causa delle vacanze estive.

In conclusione, il training di gruppo si &egrave; dimostrato efficace per migliorare la comunicazione e la collaborazione tra bambini con autismo. In sintesi l&#39;organizzazione di momenti specifici per favorire le interazioni ha portato risultati positivi, ma al tempo stesso si registra la necessit&agrave; di rendere gli interventi pi&ugrave; naturali. La presenza costante degli adulti e l&#39;uso di domande predefinite hanno limitato l&#39;emergere di comportamenti spontanei. In futuro sarebbe auspicabile di replicare lo studio su altri gruppi, ridurre gradualmente il supporto degli adulti e garantire una maggiore regolarit&agrave; delle sessioni. Lo studio rappresenta dunque un contributo rilevante per lo sviluppo di interventi educativi e comportamentali volti a migliorare le abilit&agrave; sociali nei bambini con autismo, con l&#39;obiettivo di facilitare la loro partecipazione attiva in contesti sociali.

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Comunicazione e interazione nell’autismo

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