Dire, fare, giocare: per imparare l’italiano a scuola

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Partiamo innanzitutto da una domanda: chi si è occupato, e si occupa ancor oggi, dell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua a bambini e ragazzi non ancora, o poco, italofoni? In questi anni, la scuola ha fatto fronte a questo compito contando soprattutto su risorse interne e/o sulla collaborazione con enti del territorio. I laboratori di Italiano L
 
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 sono condotti da docenti – con o senza formazione

Partiamo innanzitutto da una domanda: chi si è occupato, e si occupa ancor oggi, dell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua a bambini e ragazzi non ancora, o poco, italofoni? In questi anni, la scuola ha fatto fronte a questo compito contando soprattutto su risorse interne e/o sulla collaborazione con enti del territorio. I laboratori di Italiano L2 sono condotti da docenti – con o senza formazione specifica – e/o da operatori specialisti esterni che fanno riferimento ad associazioni e cooperative. Un compito delicato e complesso – e soprattutto specifico, quanto a impostazione glottodidattica, metodi, tempi, traguardi – è assegnato dunque spesso a docenti di classe, i quali possono aver seguito (ma non è obbligatorio) un percorso formativo dedicato, in presenza o a distanza. E che per fortuna oggi possono contare su numerosi testi e materiali didattici mirati, che nel tempo si sono diversificati anche sulla base delle età e dei bisogni linguistici degli apprendenti.

La classe di concorso dedicata
L’integrazione, in generale, e quella linguistica, in particolare, avvengono attraverso percorsi di inserimento non sistematici e che si presentano inoltre “localizzati”, cioè diversi da città a città, e non continuativi, dal momento che possono contare sulle risorse delle scuole, degli enti locali, dei progetti realizzati con fondi europei. E tuttavia in questi anni le scuole con presenza rilevante di alunni non italofoni hanno sperimentato progetti, azioni e materiali, spesso efficaci e di qualità, grazie agli scambi in rete, il passaparola, il trasferimento fecondo di esperienze e di pratiche. Nel 2016 è stata poi istituita la classe di concorso A23 (Lingua italiana per alloglotti); alla prima edizione concorsuale ne sono seguite altre ogni due anni circa e che vede come destinatari possibili persone con una formazione specifica in Italiano L2 e con altri requisiti definiti. Questi docenti sono tuttavia collocati solo nei CPIA, i centri provinciali di istruzione degli adulti, in numero minimo di 2 per centro (ma in alcuni casi, possono essere di più o di meno).
 
Alcune novità nella normativa recente
Oggi si intravedono alcune novità. La normativa recente prevede per il futuro che vi sia una maggiore diffusione dei docenti di italiano per alunni non italofoni e colloca la loro presenza anche nelle scuole e nelle classi, pur non essendo ancora definito in quali istituzioni scolastiche e a quali condizioni.
Tra le cinque azioni per un piano di insegnamento/apprendimento dell’Italiano L2 diffuso e di qualità, segnaliamo:

il potenziamento del numero di posti nella classe di concorso A23 (relativa all’insegnamento della lingua italiana per discenti di lingua straniera) da assegnare non solo ai centri di istruzione per adulti, ma anche agli altri ordini di scuola per sostenere la lingua dello studio (da: Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori, luglio 2022);
l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per stranieri nelle classi aventi un numero di studenti che si iscrivono per la prima volta al sistema nazionale di istruzione e che non sono in possesso delle competenze di base in lingua italiana pari al 20% degli studenti della classe (da: Legge n.106 del 29/7/2024, art. 11 Misure volte all’inclusione degli studenti stranieri nelle scuole italiane).

Le condizioni perché sia assegnato un insegnante di Italiano L2, quindi, appaiono alquanto restrittive e an che poco corrispondenti alla realtà: è infatti raro che in una classe vi sia il 20% di alunni neoarrivati o iscritti per la prima volta e non in possesso della lingua di base.
 
Per gli alunni, la classe, la scuola
Ma proviamo a immaginare i compiti e le funzioni del docente di Italiano L2 tenendo conto dell’esperienza pluriennale fin qui condotta e dei bisogni delle scuole. Intendiamo proprio delle scuole, e non delle singole classi. Questi insegnanti possono assumere compiti e funzioni molteplici che guardano a destinatari diversi: gli allievi non italofoni, le loro famiglie, i colleghi, la scuola nella sua interezza, la comunità in cui la scuola si colloca. Ecco alcuni compiti, distinguendo tra i destinatari. 
 


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L'immagine è di Federico Mariani tratta da 10+ Il genio sei tu!, Editoriale Scienza


Compiti e funzioni del docente di Italiano L2

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