Apprendere con il problem solving

Imparare  a pensare

Scuola dell'infanzia di giugno: Mente, corpo, life skills

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

CALMA E COMPRENSIONE

UNA CREATIVIT&Agrave; ETICA

L&rsquo;ORIGINALIT&Agrave; NON BASTA

La creativit&agrave; che ci interessa sviluppare come educatori &egrave; quella etica, che trova soluzioni che fanno bene alla persona, che arricchiscono il gruppo e anche la societ&agrave;

In teoria si dice che c&rsquo;&egrave; un nesso preciso fra emozioni e pensiero. Se si &egrave; tristi o depressi, se si &egrave; scossi dalla rabbia o in preda alla paura, allora non si riesce a pensare in maniera creativa.

Lo stesso avviene se si &egrave; pressati dalla fretta o preoccupati da un giudizio incombente. E, se non si riesce a pensare in modo creativo, non si riesce neppure ad agire in modo creativo.

Una sezione rumorosa, inquieta, eccessivamente sollecitata dalle cose da fare, con alunni che non hanno chiaro il senso di quello che fanno, avr&agrave; molta difficolt&agrave; a comportarsi in modo creativo.

Viene in mente quella bambina della scuola dell&rsquo;infanzia, ricordata da Gianfranco Zavalloni, la quale, tornando a casa, aveva detto alla sua mamma: &ldquo;Mamma, la maestra dice sempre che dobbiamo andare avanti&hellip; ma avanti dove?&rdquo;. Non sappiamo che cosa abbia risposto la mamma, ma certo avr&agrave; compreso che, se chi agisce non ha chiaro il senso delle cose che gli vengono chieste di fare, allora non potr&agrave; essere soddisfatto nel farle. Saranno azioni fatte &ldquo;per forza&rdquo; e non &ldquo;per gioco&rdquo;. Saranno compiti svolti perch&eacute; si dovevano fare, non perch&eacute; si volevano fare.

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Allora, se eliminiamo dall&rsquo;idea di &ldquo;creativit&agrave;&rdquo; le scelte irrealizzabili e quelle deplorevoli, dove andiamo a cercare il senso profondo del pensiero creativo?

Lo possiamo trovare in un principio che dice: il pensiero creativo non pu&ograve; essere distruttivo. L&rsquo;idea di &shy;creazione (per chi creda o non creda in Dio) non &egrave; solo un atto concreto, ma &egrave; innanzitutto una scelta etica che deve essere positiva per tutti.

Un benessere che riempie il &ldquo;vuoto di valori&rdquo;, un vuoto che anche i bambini piccoli cominciano a sperimentare, perch&eacute; sempre pi&ugrave; spesso si richiede loro una &ldquo;omologazione culturale&rdquo;, un adeguamento a modelli che privilegiano il possesso, la competizione e l&rsquo;individualismo.

FRA EMOZIONI E PENSIERO

Ma attenzione: produrre risposte insolite e originali a un qualsiasi problema pratico o teorico, non &egrave; sufficiente.

Se chiediamo ai bambini delle ipotesi per costruire una casetta sull&rsquo;albero del giardino ci inonderanno probabilmente di tante soluzioni innovative, insolite, curiose. Ma pochissime saranno realizzabili.

Fra ideare e mettere in pratica un&rsquo;idea c&rsquo;&egrave; una distanza enorme. &Egrave; molto facile trovare soluzioni evadendo la realt&agrave;, facendo ipotesi che non hanno fondamento o immaginando alternative che stanno fra le nuvole. Bruno Munari diceva che la creativit&agrave; &ldquo;&egrave; tutto quello che prima non c&rsquo;era, ma deve essere realizzabile in modo essenziale e globale&rdquo;.

Il &ldquo;nuovo&rdquo; non sempre &egrave; possibile: &ldquo;Tra il dire e il fare c&rsquo;&egrave; di mezzo il mare&rdquo;, canta un antico proverbio.

Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;. Anche una realizzazione nuova, &ldquo;essenziale e globale&rdquo;, non garantisce abbastanza.

La soluzione finale degli ebrei, discussa e decisa nel 1942 era veramente un&rsquo;operazione nuova, inedita, mai vista prima&hellip; C&rsquo;erano da eliminare 12 milioni di esseri umani e questo comportava enormi problemi logistici e sociali. Il film di Matt Geschonneck, La conferenza, ci mostra tutta la &ldquo;creativit&agrave;&rdquo; di quei quindici uomini riuniti a Wannsee che riescono a concordare una soluzione &ldquo;finale&rdquo; veramente fuori dal comune. Ma la loro risposta al problema &egrave; stata un atto &ldquo;creativo&rdquo;? Nessuno si sentirebbe di rispondere positivamente a questa domanda.

Cos&igrave; come troveremmo difficile chiamare creative, &ldquo;essenziali e globali&rdquo; quelle scelte &ldquo;originali&rdquo; fatte per distruggere le foreste dell&rsquo;Amazzonia o quelle che irrorano neve artificiale sui campi da sci impoveriti dai cambiamenti climatici.

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I bambini che giocano &ldquo;ne inventano sempre una&rdquo;, cos&igrave; diceva una maestra mentre i suoi alunni stavano svolgendo attivit&agrave; diverse in sezione: &ldquo;Se i bambini sentono di avere autonomia, se c&rsquo;&egrave; una situazione di calma, se loro sono consapevoli che la mia presenza pu&ograve; essere di aiuto e non di ostacolo, allora sembra sempre che stiano giocando&rdquo;.

In effetti quei bambini trovavano sempre soluzioni nuove per superare gli ostacoli posti in quello che stavano facendo. Giocavano e imparavano in un clima sereno, senza stress, senza sentire troppo la fretta. La maestra passeggiava fra i gruppi affaccendati che stavano &ldquo;giocando&rdquo; e, a un certo punto una volta ha detto: &ldquo;Allora bambini, avete finito?&rdquo;. Fra i vari rumori che si sono alzati nella sezione, uno nitido e chiaro ha detto: &ldquo;&Egrave; senza fine...&rdquo;.

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Un clima sereno e calmo nella classe, insieme alla comprensione del senso delle cose che si fanno, sono un buon modo per mettere le basi perch&eacute; si sviluppi il pensiero creativo. E non &egrave; facile arrivare a questa situazione positiva: ci sono ostacoli di ogni genere da superare. Ogni insegnante li conosce e non occorre qui ripeterli.

Quello che pu&ograve; essere comunque utile riconsiderare &egrave; che il pensare &shy;creativo, quello che problematizza e che trova soluzioni alternative e nuove, deve essere preso con le pinze, bisogna intendersi su quello che chiamiamo &ldquo;creativo&rdquo;.

Sicuramente significa individuare delle strade alternative per risolvere un problema, per trovare soluzioni inedite per superare un intoppo e, senza dubbio, significa anche produrre soddisfazione e piacere.

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Coltivare il pensiero creativo

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