L'autismo visto da un amico immaginario

Ancora sull’insegnante di sostegno

Geometria ad occhi chiusi

Primi giorni di scuola

Gioco e cresco con gli altri

Conoscersi e riconoscersi

Il punto di partenza è la comunicazione: è necessario prima di tutto capire davvero quali siano i pensieri e gli stati d’animo degli allievi. Per poterlo fare è necessario che vengano forniti loro tutti i supporti possibili per poter esprimersi (carta e penna, immagini, o computer, tablet, cellulari ecc.). Altro tema è l’adattamento dei materiali proposti: non sempre ci si rende conto che è fondamentale differenziare gli strumenti a disposizione in base all’età. Nel caso di un ragazzo con disabilità intellettiva, per esempio, non dobbiamo mai dimenticare la combinazione tra abilità di funzionamento generale ed età cronologica. Quando vengono proposte attività o definiti obiettivi è sempre opportuno pensare a che cosa proporremmo ai coetanei con sviluppo tipico.

Comunicazione e materiali

Nel caso emerga nuovamente la necessità, come già accaduto nei mesi scorsi, di portare avanti forme di didattica a distanza è opportuno fare alcune considerazioni. Il primo fatto da sottolineare è che risulta difficile proporre linee guida e attività che possano essere adatte in egual modo a tutti gli alunni con disabilità intellettiva: proporremmo mai lo stesso materiale con le stesse modalità a un bambino con sindrome di Down e a un bambino di pari età con disturbo dello spettro autistico? Gli spunti che si presentano di seguito possono essere utilizzati per creare nuovi materiali da adattare alle caratteristiche e alla specificità del singolo alunno.

In relazione al mantenimento della routine, vorremmo sottolineare il tema dell’ambiente domestico e del contatto con le famiglie. Nelle circostanze eventuali di una DaD è importante mantenere, per quanto possibile, una buona organizzazione degli spazi e del tempo. Potrebbe essere utile, per esempio, predisporre e organizzare una stanza o un angolo della casa nel quale l’allievo possa lasciare i propri materiali scolastici o di svago. L’organizzazione e la programmazione degli spazi devono essere condotte dal genitore in collaborazione con il ragazzo (chi meglio di lei/lui può sapere qual è il modo più intuitivo per ritrovare le proprie cose?). Anche programmare e scandire il tempo è fondamentale, per non rendere questo periodo un mero susseguirsi di giornate identiche tra loro. Per ultimo si consideri che molti genitori possono mobilitare tanta creatività e tanta versatilità allo scopo di rendere “meno pesante” la quotidianità dei figli con disabilità intellettiva. Anche per questo è importante che gli educatori condividano con i genitori le attività da proporre ai figli offrendo i chiarimenti necessari. Proprio quando la “distanza” è inevitabile, l’alunno con disabilità intellettiva, i compagni, i genitori, la scuola dovrebbero essere come le corde che si usano per ormeggiare le navi al porto. Un solo nodo debole potrebbe rimandare al largo la nave!

Motivare gli allievi

Va ricordato che durante l’eventuale “periodo di pausa” non possono e non devono andare perdute le autonomie conquistate con impegno nel corso del tempo! L’obiettivo è piuttosto quello di rendere l’eventuale pausa un’opportunità per sviluppare nuovi metodi di comunicazione e nuove autonomie o potenziare quelle già acquisite. Per quanto riguarda la preparazione di materiali e obiettivi, gli educatori di riferimento hanno come punto di forza il fatto di conoscere l’allievo. Proprio per questo possono concepire attività affini alle sue preferenze, in modo da evitare l’“effetto noia”, in un momento in cui l’educatore non può essere presente fisicamente. Gli educatori, inoltre, conoscono bene anche i punti di debolezza dell’allievo (per quanto tempo riesce a rimanere concentrato su un compito? Che tipo di esercizio lo irrita di più o aumenta il suo senso di frustrazione?). A tal proposito potrebbe essere utile affiancare attività ecologiche che uniscano l’utile al dilettevole. Infatti si può sfruttare quello che offre la propria abitazione. La cucina, per esempio, può essere un’ottima palestra per allenare le funzioni esecutive, ma anche le abilità linguistiche e matematiche. Questi aspetti, infatti, risultano spesso deficitari nelle persone con disabilità intellettiva (per un approfondimento si veda Traverso et al., 2018).

Per motivare gli allievi, una possibilità da prendere in considerazione potrebbe essere quella di presentare delle sfide con un premio&nbsp;finale attraverso obiettivi che siano il più possibile ecologici. La figura educativa di riferimento potrebbe proporre al ragazzo un obiettivo da raggiungere all’interno della propria abitazione in autonomia (o con l’aiuto del genitore). Una volta raggiunto, l’obiettivo dovrà essere documentato attraverso foto, video o messaggi audio o dal ragazzo stesso o da chi si trova in casa con lui al momento.

È inoltre fondamentale non dimenticare che la vera inclusione passa attraverso la socialità, intesa non solo come rapporto uno a uno con l’insegnante o con le figure educative di riferimento (Dessemontet et al., 2012). L’allievo con disabilità intellettiva ha bisogno di continuare a sentire la presenza forte dei compagni di classe. In mancanza di un contatto diretto con loro, la tecnologia può colmare questa assenza, con chiamate, videochiamate, messaggi audio. Una videochiamata può essere di grande aiuto per continuare a sentirsi vicini a quelle persone con cui si condivide gran parte del proprio tempo durante le attività abituali. Non dobbiamo dimenticare che per alcuni ragazzi mantenere almeno in parte la propria routine è fondamentale e la “quotidianità” include anche le figure educative al di fuori del contesto familiare e i compagni di scuola.

Il mantenimento della&nbsp;routine

<ul><li>Contardi A. (2018), Verso l’autonomia. Percorsi educativi per ragazzi con disabilità intellettiva (2a ed.), Carocci Faber, Roma. </li><li>Dessemontet R.S., Bless G., Morin D. (2012), «Effects of inclusion on the academic achievement and adaptive behaviour of children with intellectual disabilities: Effects of inclusion on children with ID», Journal of Intellectual Disability Research, 56(6), 579-587; doi: 10.1111/j.1365- 2788.2011.01497.x </li><li>Traverso L., Fontana M., Usai M.C., Passolunghi M.C. (2018), «Response Inhibition and Interference Suppression in Individuals With Down Syndrome Compared to Typically Developing Children», Frontiers in Psychology, 9, 660; doi: 10.3389/ fpsyg.2018.00660.</li></ul>

Salvaguardare le autonomie

Nel caso emerga nuovamente la necessità, come già accaduto nei mesi scorsi, di portare avanti forme di didattica a distanza è opportuno fare alcune considerazioni.
 
 Il primo fatto da sottolineare è che risulta difficile proporre linee guida e attività che possano essere adatte in egual modo a tutti gli alunni con disabilità intellettiva: proporremmo mai lo stesso materiale con le stesse modalità a un bambino con sindrome di Down e a un bambino di pari età con disturbo dello spettro autistico? Gli spunti che si presentano di seguito possono essere utilizzati per creare nuovi materiali da adattare alle caratteristiche e alla specificità del

Nel caso emerga nuovamente la necessità, come già accaduto nei mesi scorsi, di portare avanti forme di didattica a distanza è opportuno fare alcune considerazioni.Il primo fatto da sottolineare è che risulta difficile proporre linee guida e attività che possano essere adatte in egual modo a tutti gli alunni con disabilità intellettiva: proporremmo mai lo stesso materiale con le stesse modalità a un bambino con sindrome di Down e a un bambino di pari età con disturbo dello spettro autistico? Gli spunti che si presentano di seguito possono essere utilizzati per creare nuovi materiali da adattare alle caratteristiche e alla specificità del singolo alunno.

Allievi con disabilità e distanza fisica

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