Nessun giorno senza scrivere

Nessun giorno senza scrivere/2

La grande migrazione dei ragazzini: un’esperienza e un libro

Ripensiamo l'accoglienza

Il 25 marzo 2021 i bambini erano in Dad. In condizioni &nbsp;particolari e per alcuni di loro maggiormente proibitive, rispetto ad altri, perché figli di &nbsp;famiglie numerose in cui tutti erano in didattica a distanza; o perché connessi con lo smartphone; o perché semplicemente malamente connessi. I 23 bambini di quinta di una scuola multietnica della periferia milanese sono stati invitati da un giovane architetto a redigere un Manifesto.&nbsp; Bambini, pensiamo in grande!&nbsp; Nei mesi precedenti, il designer Enrico Giori, laureando in Architettura presso la Rhode Island School of Design (RISD) di Providence (USA), aveva proposto ai bambini un’azione partecipata con lo scopo di riprogettare la loro scuola, ma anche il quartiere, pensandolo come risorsa per l’apprendimento, in un’ottica di scuola diffusa sul territorio. L’idea centrale si basava su un’idea semplice: che la progettazione di uno spazio educativo non potesse prescindere dal coinvolgere i fruitori di quei luoghi.Ai bambini è stata dunque data l’opportunità di ripensare la loro scuola e le vie che attraversano, abitano, guardano ogni giorno nella vita quotidiana. Ma, nel ripensare il mondo, nel ri-dirlo, si attua l’operazione del rifarlo: anche nel caso in cui la scuola non cambierà realmente nei prossimi decenni, e anche se il quartiere non vedrà nessuna opera di riqualificazione in cui la geografia dei bambini sia davvero tenuta in considerazione.&nbsp; Come fossimo futuristi&nbsp; Novelli avanguardisti, di fronte alla pagina di Le Figaro del 20 febbraio 1909 (quella del Manifesto dei Futuristi), proiettata sullo schermo del computer, i bambini hanno aperto la chat e cominciato a scrivere. La distanza fisica è stata superata dal desiderio di collaborare e produrre un documento collettivo in grado di esprimere un’idea chiara di scuola, &nbsp;a volte troppo lontana da quella reale, se non in rari casi virtuosi.Scuola inclusiva, all’altezza delle intelligenze, che coinvolga i genitori come attori competenti a partecipare, che sia protagonista civile nelle cause della giustizia declinata in infinite modalità, che utilizzi lo spazio e il tempo come educatori e non come limiti. E’ questa l’utopia a cui i bambini della nostra classe hanno voluto partecipare, non nell’ottica del sogno, ma in quella di un progetto realizzabile per i bambini che verranno ad abitare la scuola dopo di loro. Il Manifesto&nbsp; Vogliamo una scuola che pensi al futuro.&nbsp; Vogliamo una scuola che si sparga per strada.&nbsp; Vogliamo una scuola che viaggi per il mondo.&nbsp; Vogliamo una scuola che abbia i bimbi in presenza.&nbsp; Vogliamo una scuola che sia attenta al cambiamento climatico.&nbsp; Vogliamo una scuola che sia diversa dalle altre.&nbsp; Vogliamo una scuola che sia tutta variopinta.&nbsp; Vogliamo una scuola che abbia un giardino con dei tavoli per disegnare e dei giochi.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci tratti come bambini intelligenti.&nbsp; Vogliamo una scuola che insegni il rugby all’aperto.&nbsp; Vogliamo una scuola che non escluda nessuno.&nbsp; Vogliamo una scuola che inizi più tardi.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci faccia riflettere sulla vita.&nbsp; Vogliamo una scuola che urli alle ingiustizie.&nbsp; Vogliamo una scuola che offra degli spazi per giocare.&nbsp; Vogliamo una scuola che abbia degli attori fra i maestri.&nbsp; Vogliamo una scuola che ospiti i nostri animali domestici.&nbsp; Vogliamo una scuola che abbia l’erba per potersi sdraiare all’intervallo.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci insegni a giocare a calcio, pallavolo e judo.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci offra del buon cibo.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci aiuti a capire il mondo.&nbsp; Vogliamo una scuola che sia vicina al mare.&nbsp; Vogliamo una scuola che abbia delle sedie dondolanti.&nbsp; Vogliamo una scuola che sia più grande del mondo.&nbsp; Vogliamo una scuola che permetta ai genitori di partecipare.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci permetta di fare una lezione di notte.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci insegni la musica moderna con una cassa Bluetooth.&nbsp; Vogliamo una scuola che ci insegni tante lingue.&nbsp; Vogliamo una scuola che pensi ai bisogni dei bambini.&nbsp; Vogliamo una scuola.

"Vogliamo una scuola che..." Un manifesto

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