Articoli
La grande migrazione dei ragazzini: un’esperienza e un libro
Accogliere in casa ragazzi venuti da lontano: un’esperienza che ha cambiato la vita non solo ai ragazzi accolti ma anche alle persone che hanno aperto le loro case
Mai l’Europa, in tutta la sua lunga storia, ha conosciuto un’immigrazione di pionieri minorenni provenienti da paesi extraeuropei ed europei, aperta al mondo e ignara delle sue mete, nativa digitale e plurilingue, informata della propria storia politica e civile e insieme attenta ai cambiamenti. Non si può non evidenziare la differenza tra questa generazione e le precedenti, nella dinamica delle migrazioni: costituisce un fenomeno inedito, proprio perché privo di fili e di relazioni con reti parentali e amicali già insediate nel nostro continente.
Abbiamo aperto le porte di casa ai ragazzi venuti da lontano
La nostra riflessione e la nostra ricerca nascono da un’esperienza di vita e impegno civile nella nostra città, Milano. Abbiamo aperto le porte di casa al primo, al secondo, al terzo, poi al trentesimo ragazzo, e la vita che è cambiata per noi, per le nostre famiglie, per i nostri amici, ha aperto i nostri occhi di studiose delle migrazioni. Trovandoci i ragazzi tra le mura di casa, abbiamo cominciato a farci domande e a cercare quelle risposte che non abbiamo trovato nei libri di settore. Chi sono? Da cosa fuggono questi ragazzi? Cosa si sono lasciati alle spalle? Cosa cercano in Europa? Hanno scelto da soli di partire? Partono bambini, poi tutto cambi a. Paura, prigionie, lavori forzati, torture, abbandoni, solitudini grandissime, ritornano nei racconti dei ragazzi che sono riusciti a raggiungere l’Italia. Il viaggio li ha trasformati, li ha resi grandi molto in fretta, li ha separati forzatamente dai propri affetti, ma ha anche ampliato in maniera esponenziale le loro capacità di adattamento e orientamento, di apprendere nuove lingue e stili di vita, proprio in virtù della loro giovane età. È a partire da questa esperienza di vita e ricerca che abbiamo elaborato una nuova espressione, Teen Immigration: bambini e ragazzi che fanno da apripista per le migrazioni in Europa.
Tre caratteristiche comuni nelle loro storie
Tre sono dunque le caratteristiche della loro esperienza: il precoce allontanamento da casa, sostenuti o meno dalle proprie famiglie; l’arrivo da minori in Europa e l’inserimento in un sistema di accoglienza, istruzione, accompagnamento; la fitta rete (concreta e virtuale) di coetanei, sparsi per il mondo, attraverso i social network e sulla base di una cultura giovanile comune. La nostra esperienza con trenta minori, poi divenuti maggiorenni, attraverso l’accoglienza in famiglia e la coabitazione con coetanei, ha messo in luce come l’integrazione non sia un processo lineare e uguale per tutti ma può essere facilitato da un sistema di relazioni sano, in cui collaborano positivamente istituzioni locali ed educative, comunità per minori, famiglie e società civile impegnate nell’accoglienza, associazioni. Un sistema intelligente e collaborativo, in cui ciascuno offre la propria specifica competenza: insieme si ha la garanzia di allargare la capacità di incidenza. È il tema della super-additività che nasce dalla collaborazione: una rete di persone motivate e consapevoli che facilitano l’accesso alle informazioni, alle competenze, alle occasioni di lavoro, alle possibilità educative e formative.
Se non vengono lasciati soli, al compimento della maggiore età, ma incontrano figure in grado di accompagnarli nel breve salto verso la vita autonoma, essi hanno ottime possibilità di realizzare percorsi di successo. Proprio a motivo della propria giovane età. Riuscire a guardarli senza enfasi ed eccessi, immaginando che ciascuno di loro ha davanti a sé un destino e un percorso di vita diverso, significa recuperare equilibrio e maturità come società adulta ospitante.
Ognuno è una storia da scrivere, come è giusto che sia a quell’età.
Per conoscere meglio il libro Teen Immigration di Anna Granata e Elena Granata (Vita e Pensiero, Milano, 2019) e l’esperienza da cui nasce, clicca qui.