Come valutare? 

Sarà l’anno della (auto)valutazione?

Arrivano i nostri (valutatori)

Da qualche mese si può trovare online un cartone animato capolavoro intitolato
 
 
 
 The point
 
 
 
 di Fred Wolf e Harry Nielson. Venne realizzato dalla Abc nel 1971 e tradotto dalla Rai nel 1973 come
 
 
 
 La storia di Oblio nel paese degli uomini con la testa a punta
 
 
 
 (purtroppo questa versione non si trova). Il titolo ital

Da qualche mese si può trovare online un cartone animato capolavoro intitolato The point di Fred Wolf e Harry Nielson. Venne realizzato dalla Abc nel 1971 e tradotto dalla Rai nel 1973 come La storia di Oblio nel paese degli uomini con la testa a punta (purtroppo questa versione non si trova). Il titolo italiano è lunghissimo, perché non riesce a rendere le sfumature di quello originale: the point vuol dire “la punta”, ma anche “il motivo”, e anche “il senso”. Gli uomini con la testa a punta non riescono a accettare la presenza di Oblio, che è un bimbo nato invece con la testa rotonda. A un certo punto addirittura lo processano e lo esiliano dalla loro città, cacciandolo nella Pointless Forest. Quale è la ragione? The law is the law, dice l’accusatore al processo, la legge è legge, non può far altro che ripetere il re leggendo la sentenza di bando. Mi commuovo sempre quando si arriva a quel punto del cartone: un bambino cacciato dalla sua città, abbandonato persino dai suoi genitori, che rimane solo con il suo cane Arrow. Ma Oblio non si spaventa e affronta l’incredibile foresta.La griglia è la grigliaThe law is the law mi ricorda quei colleghi che al momento delle valutazioni di metà anno si mettono lì e fanno le medie aritmetiche, sommano e sottraggono, mentre i coordinatori di classe e le presidi chiedono se ci sono almeno tre, quattro, cinque, valutazioni per trimestre, due scritte e due orali, tre scritte e due orali. È la griglia, sostengono, è la griglia, può chiosare una collega, the law is the law. Il risultato sarà una media della griglia, una cifra uscita dall’algoritmo che abbiamo impostato su excel. Cinque, quattro, otto, sei, due, nove.Non importa poi se lo studente da valutare in questi ultimi tre mesi e mezzo ha perso il padre, ha sviluppato un incredibile interesse per la politica, è riuscito a trovare degli amici mentre era isolato, ha mostrato uno spirito critico che prima non aveva, è stato ricoverato in una clinica per disturbi dell’alimentazione e per questo non è venuto a scuola… La griglia è la griglia, the law is the law… nel paese degli uomini con la testa a punta come negli scrutini velocissimi di gennaio non c’è molto tempo da perdere in discussioni e cavilli. I sommersi e i salvati, i bravi e gli indebitati si decidono sfogliando le medie, e lasciando decidere direttamente al tabellone. Il giudizio e il potere Esercitare un giudizio, non imputabili di nessuna critica, dà un grande senso di potere. Quasi l’unico potere dei docenti. Ma alla fine di The point Oblio torna in città e ha qualcosa da dire ai suoi cittadini giudici di un tempo; a quel punto potremmo non ascoltarlo? Capita lo stesso, quando si incontrano alcuni studenti dopo anni. Raccontano cosa ha significato nella loro vita quel 4,9 risultato dalla media dell’algoritmo o quella bocciatura decisa in pochi secondi. Non tanto il voto in sé, ma l’irragionevolezza di una valutazione fatta in questo modo, quella fatua apparenza di senso che si risolve in un the law is the law. Ragionare sui voti e i giudizi è un esercizio che facciamo poco a scuola. E questo vale per le superiori quanto per la primaria. Imparare il senso della valutazione, capire quanto sia importante ricevere e dare valutazioni non può non entrare a far parte di un processo educativo fin da piccoli. E ridurre la valutazione a voti, o a giudizi affrettati è quanto di peggio possiamo fare per chi sta cercando un suo posto nel mondo. 

Da qualche mese si può trovare online un cartone animato capolavoro intitolato The point di Fred Wolf e Harry Nielson. Venne realizzato dalla Abc nel 1971 e tradotto dalla Rai nel 1973 come La storia di Oblio nel paese degli uomini con la testa a punta (purtroppo questa versione non si trova). Il titolo italiano è lunghissimo, perché non riesce a rendere le sfumature di quello originale: the point vuol dire “la punta”, ma anche “il motivo”, e anche “il senso”. Gli uomini con la testa a punta non riescono a accettare la presenza di Oblio, che è un bimbo nato invece con la testa rotonda. A un certo punto addirittura lo processano e lo esiliano dalla loro città, cacciandolo nella Pointless Forest. Quale è la ragione? The law is the law, dice l’accusatore al processo, la legge è legge, non può far altro che ripetere il re leggendo la sentenza di bando. Mi commuovo sempre quando si arriva a quel punto del cartone: un bambino cacciato dalla sua città, abbandonato persino dai suoi genitori, che rimane solo con il suo cane Arrow. Ma Oblio non si spaventa e affronta l’incredibile foresta.La griglia è la grigliaThe law is the law mi ricorda quei colleghi che al momento delle valutazioni di metà anno si mettono lì e fanno le medie aritmetiche, sommano e sottraggono, mentre i coordinatori di classe e le presidi chiedono se ci sono almeno tre, quattro, cinque, valutazioni per trimestre, due scritte e due orali, tre scritte e due orali. È la griglia, sostengono, è la griglia, può chiosare una collega, the law is the law. Il risultato sarà una media della griglia, una cifra uscita dall’algoritmo che abbiamo impostato su excel. Cinque, quattro, otto, sei, due, nove.Non importa poi se lo studente da valutare in questi ultimi tre mesi e mezzo ha perso il padre, ha sviluppato un incredibile interesse per la politica, è riuscito a trovare degli amici mentre era isolato, ha mostrato uno spirito critico che prima non aveva, è stato ricoverato in una clinica per disturbi dell’alimentazione e per questo non è venuto a scuola… La griglia è la griglia, the law is the law… nel paese degli uomini con la testa a punta come negli scrutini velocissimi di gennaio non c’è molto tempo da perdere in discussioni e cavilli. I sommersi e i salvati, i bravi e gli indebitati si decidono sfogliando le medie, e lasciando decidere direttamente al tabellone. Il giudizio e il potere&nbsp;Esercitare un giudizio, non imputabili di nessuna critica, dà un grande senso di potere. Quasi l’unico potere dei docenti. Ma alla fine di The point Oblio torna in città e ha qualcosa da dire ai suoi cittadini giudici di un tempo; a quel punto potremmo non ascoltarlo? Capita lo stesso, quando si incontrano alcuni studenti dopo anni. Raccontano cosa ha significato nella loro vita quel 4,9 risultato dalla media dell’algoritmo o quella bocciatura decisa in pochi secondi. Non tanto il voto in sé, ma l’irragionevolezza di una valutazione fatta in questo modo, quella fatua apparenza di senso che si risolve in un the law is the law. Ragionare sui voti e i giudizi è un esercizio che facciamo poco a scuola. E questo vale per le superiori quanto per la primaria. Imparare il senso della valutazione, capire quanto sia importante ricevere e dare valutazioni non può non entrare a far parte di un processo educativo fin da piccoli. E ridurre la valutazione a voti, o a giudizi affrettati è quanto di peggio possiamo fare per chi sta cercando un suo posto nel mondo.

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Valutazione, superare la media aritmetica