Verifiche intermedie, come e perché

Prove INVALSI 2024

La Vita Scolastica di ottobre: dentro le discipline

La parola CONTARE

La parola TABELLINA

La parola PROBLEMA

Alla fine come è andata?&nbsp;Lo scorso marzo ho azzardato delle <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/prove-invalsi-2021-punto" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/prove-invalsi-2021-punto">previsioni sui risultati Invalsi</a> della scuola Primaria. Ho ipotizzato tre scenari: criticità generalizzata, criticità selettiva, criticità lieve. Nello stesso articolo avevo anche espresso la mia ardente speranza che anche la scuola primaria partecipasse in modo convinto alle prove Invalsi perché solo così saremmo stati in grado di valutare l’impatto della pandemia e, ciascuno al suo livello, impegnarsi per farvi fronte.I dati ufficiali&nbsp;Cominciamo col dire che questa speranza è stata ampiamente soddisfatta, al di là di ogni più rosea aspettativa: la quasi totalità degli alunni di seconda e quinta primaria ha svolto le prove in tutte le regioni d’Italia. Stiamo parlando del 95 – 97% di partecipazione.Abbiamo quindi dati robusti e affidabili.E, allora, non posso esimermi dal confronto tra le mie ipotesi e i dati effettivi.Darò quindi una risposta senza troppi giri di parole: la scuola primaria è andata molto meglio di quanto temessi. Detto questo, vale la pena di guardare i dati con maggiore attenzione per capire se questo risultato sia davvero tranquillizzante e per studiarne un po’ più da vicino i diversi aspetti. C’è infatti il rischio di accontentarci di un giudizio complessivo (certamente positivo) senza badare ad alcuni aspetti che potrebbero essere meno lusinghieri anche se “nascosti” sotto l’abbagliante forza dei punteggi medi nazionali e regionali.Ma procediamo con ordine. Partiamo dai dati ufficiali presentati dall’Invalsi e commentati personalmente dal Ministro Bianchi lo scorso 14 luglio.<img filer_id="235105" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/dc/e9/dce9bb92-8b60-45ed-b4d8-7158fe4998d5/mazzoli_invalsi_1_.png__800x352_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/dc/e9/dce9bb92-8b60-45ed-b4d8-7158fe4998d5/mazzoli_invalsi_1_.png__800x352_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="true" width="800" height="352">2021 – Classe 5 Primaria – ITALIANO <img filer_id="235111" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/16/57/165777b1-565f-409d-b55b-4665ee420c01/mazzoli_invalsi2.png__800x357_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/16/57/165777b1-565f-409d-b55b-4665ee420c01/mazzoli_invalsi2.png__800x357_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="800" height="357"> 2021 – Classe 5 Primaria – MATEMATICA <img filer_id="235106" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/8f/23/8f2318e4-68b5-4f29-a9b0-f7f0f94625d0/mazzoli_invalsi_3.png__800x102_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/8f/23/8f2318e4-68b5-4f29-a9b0-f7f0f94625d0/mazzoli_invalsi_3.png__800x102_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="800" height="102">Confronto 2019 / 2021 – Classe 5 Primaria – ITALIANO <img filer_id="235112" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/1a/dd/1add1eed-bc43-42c1-aec9-f2ba886e7a30/mazzoli_invalsi4.png__800x290_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/1a/dd/1add1eed-bc43-42c1-aec9-f2ba886e7a30/mazzoli_invalsi4.png__800x290_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="800" height="290">Confronto 2019 / 2021 – Classe 5 Primaria – INGLESE READING, INGLESE LISTENING Nelle prime due figure sono riportati i risultati ottenuti dalle classi quinte della scuola primaria in Italiano e in Matematica.La terza figura mette a confronto la barretta dei risultati in Italiano relativa al 2019 e quella del 2021. Dal confronto risulta chiaramente che nel 2021 le fasce di livello verdi (quelle che si riferiscono a livelli di competenza adeguati) riguardano una percentuale maggiore di alunni. Considerando gli effetti della pandemia sulla frequenza scolastica è davvero un’ottima notizia. Un po’ migliore dello scenario più ottimista che avevo tratteggiato qualche mese fa.Se guardiamo all’Inglese i risultati sono ugualmente apprezzabili anche se c’è un lieve calo nella percentuale di alunni che consegue il livello A1 nel listening (comprensione dell’inglese parlato).Il&nbsp;ministro Bianchi: “La scuola primaria arriva a questo shock forse più preparata”Sarà interessante analizzare più approfonditamente le ragioni della tenuta della scuola primaria rispetto ai risultati molto meno lusinghieri della scuola secondaria. Mi sembra però molto significativo il commento che ha voluto fare lo stesso Ministro che ha detto testualmente: “Io non sono convinto che la scuola primaria sia andata meglio perché c’erano un babbo, una mamma, i nonni…No, no. È perché noi sulla primaria abbiamo lavorato di più. La primaria è la scuola su cui abbiamo agito con una riforma profonda che portava fuori la scuola da quel paradigma militar-fordista in cui ancora siamo dentro (negli altri ordini di scuola)… quello delle materia separate, quello delle specializzazioni non dialoganti (…). La scuola primaria è quella su cui noi abbiamo più agito in questi ultimi vent’anni per una scuola inclusiva che sia aperta e capace anche di cogliere le differenze di fatto, operando sulle differenze. Non è soltanto un fatto contingente. La scuola primaria arriva a questo shock forse più preparata rispetto alla scuola secondaria, dove invece abbiamo continuato certamente a far crescere straordinarie sperimentazioni di apertura e di inclusione, ma che continua ad aver bisogno di quell’azione di cura che diventa necessaria per un rinserimento pieno della scuola nella propria comunità non solo locale ma anche nazionale” e poco più avanti ha aggiunto “Noi abbiamo avviato interventi mirati che predispongono per quella scuola aperta, diffusa, inclusiva, nazionale… per quella scuola, fatemelo dire, affettuosa…”. Ed era a tutti chiaro che il Ministro stava enumerando le virtù che, a suo parere, sono peculiari della scuola primaria.Stranamente i giornali non hanno dato un grande risalto alle parole di convinta ammirazione nei confronti della scuola primaria del Ministro. A me invece hanno ricordato le parole del ministro Berlinguer che, più di venti anni fa, parlando della scuola elementare diceva che i maestri e le maestre, a differenza dei docenti della secondaria, quando un alunno non va bene si sentono chiamati in causa personalmente. Lo sentono come un loro fallimento, e non come un fallimento del bambino. E questo spiega la grande differenza di qualità pedagogica tra questo ordine di scuola e gli altri.La disuguaglianza scolastica&nbsp;Veniamo ora alle notizie un po’ meno confortanti.Nell’articolo di marzo oltre ai risultati “secchi” in Italiano e Matematica, avevo fatto due ipotesi che riguardavano la “disuguaglianza scolastica”. Ma siccome questa locuzione è decisamente inflazionata propongo una definizione operativa di diseguaglianza scolastica: la disuguaglianza scolastica emerge quando a scuola vanno meglio gli alunni appartenenti a famiglie economicamente o culturalmente avvantaggiate. Se, invece, sia i “ricchi” che i “poveri” hanno la stessa probabilità di andare bene a scuola, allora non c’è alcuna disuguaglianza scolastica.Ebbene, i risultati Invalsi danno una misura anche di questo aspetto cruciale per valutare il funzionamento della scuola pubblica. Le quattro barrette viola della figura dovrebbero avere la stessa lunghezza. Se così fosse, vorrebbe dire che il punteggio medio nelle prove Invalsi è lo stesso indipendentemente dal livello socio-economico. È abbastanza evidente che questo risultato ideale è molto difficile da raggiungere, se non altro perché tra gli alunni di livello socio-economico basso ci sono molti stranieri di prima generazione che hanno problemi linguistici che i nativi non hanno, ma credo sia evidente che è verso questo risultato che occorre tendere con tutti i mezzi compensativi di cui disponiamo.<img filer_id="235107" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/17/fe/17fecbb4-58b0-4d7f-9489-bb0e43123262/mazzoli_invalsi_5.png__800x218_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/17/fe/17fecbb4-58b0-4d7f-9489-bb0e43123262/mazzoli_invalsi_5.png__800x218_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="800" height="218"> <img filer_id="235108" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/a7/f6/a7f6c810-a109-47ae-9c55-8502f567081e/mazzoli_invalsi_6.png__800x258_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/a7/f6/a7f6c810-a109-47ae-9c55-8502f567081e/mazzoli_invalsi_6.png__800x258_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="800" height="258">Purtroppo su questo delicato indicatore la situazione non è affatto cambiata. È vero infatti che i punteggi sono tutti lievemente aumentati ma è anche vero che restano piuttosto marcate le differenze tra i punteggi medi che conseguono gli alunni di diverso livello socio-economico. È sbalorditivo scoprire che se nel 2019 gli alunni “ricchi” (non solo economicamente) raggiungevano un punteggio superiore di circa 28 punti rispetto a quelli più “poveri”, nel 2021 i numeri sono tutti un po’ aumentati ma la differenza è identica. E alcune ricerche condotte in questi mesi, utilizzando i dati Invalsi del 2019, hanno rilevato che nei mesi della pandemia gli alunni più colpiti sono stati quelli socio-economicamente svantaggiati che andavano particolarmente bene a scuola.Ciò vuol dire che se anche la forbice tra alunni avvantaggiati e alunni svantaggiati non si è allargata complessivamente, questo potrebbe scaturire dalla sovrapposizione di due fenomeni opposti: una quota di alunni di livello socio-economico basso è passata dal livello di competenza più debole a quello immediatamente superiore (lieve miglioramento degli ultimi) e contemporaneamente un’altra quota di alunni dello stesso livello socio-economico, che invece andavano molto bene a scuola, è “scivolata” al livello precedente (peggioramento degli alunni più meritevoli). Il valore medio del punteggio è lo stesso ma la realtà sottostante è parecchio diversa. Continuità con la secondaria di primo gradoVorrei infine fare una considerazione che investe il rapporto tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado che, come è stato ampiamente riferito, ha invece rivelato una caduta significativa nei risultati Invalsi. Lo dico da fanatico della scuola primaria: se i risultati a fine scuola media sono piuttosto deboli e, in taluni casi, preoccupanti, penso che la scuola primaria non possa chiamarsi totalmente fuori. Dobbiamo supporre, quanto meno, un deficit di autonomia degli alunni che quando non sono più guidati passo passo, come avviene nella scuola primaria, fanno una gran fatica e talvolta rinunciano a perseguire con tenacia quei traguardi che, fatte le debite proporzioni, da più piccoli riuscivano a raggiungere.

Seminario Invalsi “L'impatto del primo lock-down per il Covid-19 sugli apprendimenti in matematica nella scuola primaria” di Maria Laura Di Tommaso e altri. La presentazione della professoressa Di Tommaso: <a data-cke-saved-href="https://invalsi-serviziostatistico.cineca.it/documenti/ss/eventi_ss/Slide_16_giugno_2021.pdf" href="https://invalsi-serviziostatistico.cineca.it/documenti/ss/eventi_ss/Slide_16_giugno_2021.pdf" style="color:#0563c1; text-decoration:underline">https://invalsi-serviziostatistico.cineca.it/documenti/ss/eventi_ss/Slide_16_giugno_2021.pdf</a>

La valutazione per orientare la nostra didattica / Sergio Vastarella

Registrazione | Convegno Storie a scuola - 20 febbraio 2021

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Risultati Invalsi 2021, le (buone) notizie dalla scuola primaria