Valutazione e Italiano L2: “Più parole ascolto e più imparo”

Valutare senza stress…

(Buon) monitoraggio… e poi?

&Egrave; tempo di valutazione. In questi giorni una domanda risuona spesso e ha a che fare con i criteri, gli strumenti, i parametri che si devono adottare per valutare il cammino dei bambini e dei ragazzi che apprendono utilizzando una lingua che per loro non &egrave; lingua materna. Come adattare le modalit&agrave; di valutazione in un&rsquo;ottica di equit&agrave; e inclusione?

Se parliamo di alunni NAI e inseriti in tempi recenti, &egrave; a tutti chiaro che la valutazione in italiano non pu&ograve; essere quella standard, ma terr&agrave; conto del punto di partenza, del livello raggiunto, dei progressi acquisiti. E per una lettura pi&ugrave; attenta e approfondita ci vengono in aiuto le tabelle con i descrittori dei livelli iniziali del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (Consiglio d&rsquo;Europa 2001 e 2020) che indicano traguardi e tappe riferiti alle diverse abilit&agrave; dell&rsquo;ascoltare, parlare, leggere, scrivere.

Anche la normativa nazionale va nella direzione di un&rsquo;indicazione a tener conto della specificit&agrave; e degli sforzi di chi si trova a imparare in un&rsquo;altra scuola e in un&rsquo;altra lingua e infatti si legge: &ldquo;l&rsquo;opportunit&agrave; di prevedere una valutazione per gli alunni stranieri modulata in modo specifico e&hellip; adattando gli strumenti e le modalit&agrave; con cui attuare la valutazione stessa&rdquo; (MIUR, Linee guida per l&rsquo;accoglienza e l&rsquo;integrazione degli alunni stranieri, 2014).

&nbsp;

Quanto italiano ascolti e parli?

L&rsquo;attenzione alla specificit&agrave; del cammino e a modulare la valutazione tenendo conto degli sforzi di chi apprende nello stesso tempo l&rsquo;italiano per la comunicazione quotidiana e l&rsquo;italiano pi&ugrave; formale dello studio si rivolge, in genere, agli alunni NAI o inseriti da poco tempo. Ma anche i bambini di famiglia non italofona che sono nati in Italia hanno un tempo di esposizione alla nostra lingua inferiore a quello dei compagni italofoni. E di questo fattore raramente si tiene conto nella valutazione. Una ricerca, condotta nelle classi prime e seconde delle scuole primarie della Provincia di Trento fra i bambini e le famiglie di origine straniera, dall&rsquo;universit&agrave; di Trento, l&rsquo;universit&agrave; di Verona e l&rsquo;IPRASE (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa), ha messo in luce questo aspetto.

Sono stati compilati e riconsegnati 1541 questionari che quantificano l&rsquo;uso della lingua madre e dell&rsquo;italiano nell&rsquo;ambito famigliare. Come si pu&ograve; vedere dai due grafici, dalla ricerca emerge che, in media, in un anno, i bambini di origine non italiana sono esposti all&rsquo;italiano per il 69% del loro tempo. Vi &egrave; inoltre una differenza di circa 20 punti fra il tempo scolastico (76% del tempo in italiano) e quello non scolastico (57% del tempo) e fra i bambini nati qui (seconda generazione) e quelli nati all&rsquo;estero (prima generazione).

&nbsp;

&nbsp;

Consapevolezza degli sforzi e delle fasi

La questione dell&rsquo;esposizione all&rsquo;italiano d&agrave; un esempio concreto della distanza che pu&ograve; esistere tra la valutazione certificativa standard e la valutazione formativa che &egrave; attenta alla situazione, ai progressi e ai cammini di ciascuno. Richiama inoltre la necessit&agrave; per gli insegnanti di conoscere i riferimenti che sono alla base di un cammino di apprendimento dell&rsquo;italiano come seconda lingua. Esso richiede tempi lunghi, soprattutto per apprendere la lingua dello studio che gli alunni non italofoni sentono solo a scuola. &Egrave; scandito da tappe e traguardi che vanno osservati e facilitati con attenzione e con cura. Questo cammino dovrebbe inoltre essere valutato in maniera specifica nei primi anni di apprendimento: non sulla base dei criteri che si utilizzano per valutare l&rsquo;italiano &ldquo;lingua materna&rdquo;, ma sulla base dei criteri che si applicano alla seconda lingua.

C&rsquo;&egrave; poi un&rsquo;altra questione: come riconoscere i saperi e le &ldquo;competenze extracurricolo&rdquo; e plurilingui, acquisiti in un&rsquo;altra lingua, in un&rsquo;altra scuola? Come ha detto un ragazzo straniero a un insegnante: &ldquo;Prof, io sono pi&ugrave; intelligente nella mia lingua!&rdquo;.

La misurazione dei risultati &egrave; sicuramente un momento delicato, in particolare se viene riferita ad alunni non italofoni e definita rispetto a standard &ldquo;medi&rdquo; di prestazioni linguistiche. La valutazione, nella sua accezione diagnostica e formativa, &egrave; un&rsquo;importante occasione per osservare e riconoscere i progressi e identificare le necessit&agrave; e gli spazi di miglioramento. Questo soprattutto se l&rsquo;osservazione viene condotta con la consapevolezza delle diverse fasi che un apprendente attraversa nel suo processo di acquisizione, fasi che nel linguaggio specialistico vengono definite con il termine di interlingua.

&nbsp;

Strumenti e materiali per osservare i cammini

Per analizzare le produzioni degli alunni &egrave; utile, perci&ograve;, predisporre una griglia di osservazione sistematica che permetta di organizzare l&rsquo;osservazione su pi&ugrave; aspetti, quali la competenza comunicativa (fluenza, efficacia) e la competenza linguistica (testualit&agrave;, lessico, uso delle strutture linguistiche, sintassi). Segnaliamo a questo proposito il ricco repertorio di materiali presente sul sito Osservare l&rsquo;interlingua, a cura di Gabriele Pallotti e Stefania Ferrari. Oltre a una descrizione dell&rsquo;interlingua e delle sue tappe, a un&rsquo;articolata griglia di osservazione, nel sito sono presenti molti esempi di materiali e attivit&agrave; inclusive per lo sviluppo delle competenze linguistiche.

La valutazione diventa cos&igrave; l&rsquo;occasione per raccogliere informazioni sul cammino e per ripartire con maggiore efficacia, perch&eacute; permette di guardare indietro, vedere e misurare le tappe percorse e di guardare avanti, prevedendo le mete successive al consolidamento delle conquiste.

&nbsp;

Per saperne di pi&ugrave;

ESPOSIZIONE ANNUA ALL&rsquo;ITALIANO L2

&nbsp;

<ul>
	<li style="text-align:justify">Arici, M., Cordin, P., Masiero, G., Vender, M., Virdia, S. (2020). Che lingue conosci, ascolti, parli? Una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui, in Italiano LinguaDue. Rivista internazionale di linguistica italiana e educazione linguistica, anno 12/1 (<a href="https://riviste.unimi.it" target="_blank">https://riviste.unimi.it</a>).</li>
	<li style="text-align:justify">Progetto &ldquo;Osservare l&rsquo;interlingua&rdquo;, sperimentazione educativa promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l&rsquo;Universit&agrave; di Modena e Reggio Emilia (<a href="https://interlingua.comune.re.it" target="_blank">https://interlingua.comune.re.it</a>).</li>
</ul>

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Valutazione e Italiano L2

Dove trovi questo contenuto