Insegnare a scrivere un testo

Identità: alla ricerca di sé stessi

Valutare le discipline in L2

Ripensiamo l'accoglienza

Cosa c’è in cucina?

Che cosa si fa in cucina?

È &nbsp;scandito da tappe e traguardi &nbsp;che vanno osservati e facilitati con attenzione e con cura. Questo cammino &nbsp;dovrebbe inoltre essere valutato in maniera specifica nei primi anni di apprendimento: non sulla base &nbsp;dei criteri che si utilizzano per valutare &nbsp;l’italiano “lingua materna”, ma sulla base dei criteri che si applicano alla seconda lingua.E inoltre, c'è poi un'altra questione: come riconoscere i saperi e le competenze “extracurricolo”, acquisiti in un’altra lingua, in un’altra scuola? Come ha detto un ragazzo straniero a un insegnante: “Prof, io sono più intelligente nella mia lingua!”. &nbsp;&nbsp; La misurazione dei risultati è sicuramente un momento delicato, in particolare se viene riferita ad alunni non italofoni e definita rispetto a ipotetici standard di prestazioni linguistiche. La valutazione, nella sua accezione diagnostica e formativa, è un’importante occasione per osservare e riconoscere i progressi e identificare le necessità e gli spazi di miglioramento. Questo soprattutto se l’osservazione viene condotta con la consapevolezza delle diverse fasi che un apprendente attraversa nel suo processo di acquisizione, fasi che nel linguaggio specialistico vengono definite con il termine di interlingua.&nbsp;Strumenti e materiali per osservare i camminiPer analizzare le produzioni degli alunni è utile perciò predisporre una griglia di osservazione sistematica che permetta di organizzare l’osservazione su più aspetti, quali la competenza comunicativa (fluenza, efficacia) e la competenza linguistica (testualità, lessico, uso delle strutture linguistiche, sintassi).Segnaliamo a questo proposito il <a data-cke-saved-href="https://interlingua.comune.re.it/" target="_blank" href="https://interlingua.comune.re.it/">ricco repertorio di materiali</a> presente sul sito Osservare l’interlingua, a cura di Gabriele Pallotti e Stefania Ferrari. Oltre a una descrizione dell’interlingua e delle sue tappe, a un’articolata griglia di osservazione, nel sito sono presenti molti esempi di materiali e attività inclusive per lo sviluppo delle competenze linguistiche. La valutazione diventa così l’occasione per raccogliere informazioni sul cammino e per ripartire con maggiore efficacia, perché permette di guardare indietro, vedere e misurare le tappe percorse e di guardare avanti, prevedendo le mete successive a il consolidamento delle conquiste.

M.Arici, P.Cordin, G.Masiero, M. Vender, S.Virdia “Che lingue conosci, ascolti, parli? Una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui”, in: www.riviste.unimi.it n.1 2020

La questione dell’esposizione all’italiano dà &nbsp;un esempio concreto della distanza che può esistere &nbsp;tra &nbsp;la valutazione certificativa standard e la valutazione formativa che è attenta alla situazione, ai progressi e ai cammini di ciascuno. Richiama inoltre la necessità per gli insegnanti di conoscere i riferimenti che sono alla base di un cammino di apprendimento dell’italiano come seconda lingua. Esso richiede tempi lunghi, soprattutto per apprendere la lingua dello studio che gli alunni non italofoni sentono solo a scuola.

&Egrave; tempo di valutazione. Dopo quattro mesi di scuola segnati da precauzioni, distanze, interruzioni della frequenza per alcuni alunni, sforzi e creativit&agrave; per arricchire le sollecitazioni e le attivit&agrave; didattiche &egrave; arrivato il momento del primo bilancio. Certamente, in questo anno complicato i bambini hanno imparato cose di enorme importanza: si sono adattati a situazioni inconsuete, hanno fatto fronte a incertezze e timori, hanno rispettato divieti e regole per proteggere se stessi e gli altri. Cose che non stavano scritte nei programmi, ma che sono preziose e cruciali per la loro formazione e per poter vivere insieme nella situazione di emergenza sanitaria. Per una parte dei bambini e per i ragazzi non italofoni, &egrave; stato un tempo di parole e racconti perduti o interrotti, dal momento che l&rsquo;esposizione alla seconda lingua si &egrave; di fatto ridotta nel numero dei contatti e nella quantit&agrave; di input. Oltre a numerosi casi di isolamento precauzionale, sono infatti venute meno molte relazioni con i pari nel tempo extrascolastico e numerose attivit&agrave; e occasioni che sollecitano lo scambio, la condivisione, l&rsquo;azione.

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Quanto italiano ascolti e parli? 

Ma anche in tempi &ldquo;normali&rdquo; e di scuola in presenza, i bambini di famiglia non italofona hanno un tempo di esposizione alla nostra lingua inferiore a quello dei compagni italofoni. E di questo fattore raramente si tiene conto nella valutazione. Una ricerca, condotta nelle classi prime e seconde delle scuole primarie della Provincia di Trento fra i bambini e le famiglie di origine straniera, dall&rsquo;universit&agrave; di Trento, l&rsquo;universit&agrave; di Verona e l&rsquo;IPRASE (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa), ha messo in luce questo aspetto.

Sono stati compilati e riconsegnati 1541 questionari che quantificano l&rsquo;uso della lingua madre e dell&rsquo;italiano nell&rsquo;ambito famigliare. Dalla ricerca emerge che, in media, in un anno, i bambini di origine non italiana sono esposti all&rsquo;italiano per il 69% del loro tempo. Vi &egrave; inoltre una differenza di circa 20 punti fra il tempo scolastico (76% del tempo in italiano) e quello non scolastico (57% del tempo) e fra i bambini nati qui (seconda generazione) e quelli nati all&rsquo;estero (prima generazione).&nbsp;​​​​​

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Valutazione e Italiano L2: “Più parole ascolto e più imparo”

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