“Qui si pratica il distanziamento socievole”

L'anniversario dei 150 anni dall'Unità: materiali utili

Cicale, formiche e Costituzione

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

Qualche giorno dopo ci hanno avvisato che alcune famiglie ucraine sarebbero state ospitate nel nostro quartiere e sei bambini ucraini sarebbero stati accolti dalla nostra scuola. Yelizaveta sarebbe venuta nella nostra classe.

I bambini erano felici di incontrare e accogliere una nuova compagna. Per prepararci, ho scelto di leggere ai bambini il libro Una coperta di parole di I.Kobald, F.Blackwood. Il libro, con&nbsp; un&nbsp; testo breve e immagini fortemente evocative, ha coinvolto i bambini, sembrava di leggere un silent book.

Per comprendere meglio i sentimenti&nbsp; e le emozioni della bambina protagonista, abbiamo drammatizzato la storia con la tecnica del Teatro dell&rsquo;Oppresso di Eric Bohal e l&rsquo;abbiamo presentata ai compagni dell&rsquo;altra classe. Tutti insieme,&nbsp; sullo spazio scenico ricavato nell&rsquo;aula spostando i banchi, i bambini hanno provato a raccontare con il corpo la solitudine della protagonista arrivata da poco in un nuovo Paese, l&rsquo;incontro con una bambina che la saluta nel parco, i giochi che fa con lei, la gioia di ritrovarsi a ogni incontro, il dono di una parola illustrata da un disegno che la nuova amica le lascia ogni giorno.

Pian piano,&nbsp; la sua coperta/rifugio, che prima aveva le parole della sua lingua materna,&nbsp; si trasforma in un piccolo vocabolario della lingua del suo nuovo Paese che la protegge e l&rsquo;accompagna.

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Nella nostra classe abbiamo iniziato a parlare della guerra in Ucraina sin da subito, perch&eacute; Anna, una nostra alunna, &egrave;&nbsp; ucraina. Anna ci raccontava con&nbsp; gli occhi pieni di&nbsp; lacrime e lo sguardo triste, ci&ograve; che sentiva in casa in quei primi giorni di guerra. Il nonno stava preparandosi per andare a combattere con gli altri uomini.

Dopo questa esperienza, &egrave; sembrata a tutti luminosa l&rsquo;idea che, per accogliere Yelizaveta, sarebbe stato bello che ogni bambino regalasse una parola della nostra lingua, illustrandola, al&nbsp; primo incontro con lei. I bambini hanno preparato tante carte con disegno e parola corrispondente con&nbsp; il nome del donatore.

Anna ha preparato con la mamma un cartellone di benvenuto in italiano e in lingua ucraina. Il giorno dell&rsquo;arrivo i bambini, pronti ed emozionati, si sono presentati e hanno donato le parole a Yelizaveta. Un gesto semplice ma fortemente evocativo che ha lasciato una traccia profonda, non solo in Yelizaveta. ma in tutti i compagni e le compagne. Tutte le piccole carte sono state raccolte in una bella scatola e donate a Yelizaveta.

Piccoli e potenti gesti che resteranno indelebili nel cuore di tutti noi. Ancora una volta, la forza potente di un racconto ha segnato i primi passi del lungo cammino dell&rsquo;accoglienza.

Una scatola di parole per Yelizaveta. L’accoglienza di una bambina ucraina

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