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Per una buona relazione con le famiglie

“Nel mio lavoro la parte più difficile è la relazione con i genitori dei miei allievi”. Come si può rispondere a una comunicazione assente da parte dei genitori o, al contrario, a una loro presenza costante e giudicante?

di Annella Bartolomeo19 gennaio 20241 minuto di lettura
Per una buona relazione con le famiglie | Giunti Scuola

Nel mio lavoro la parte più difficile è la relazione con i genitori dei miei allievi. Tralasciando le poche famiglie collaborative, ci sono quelle del tutto assenti, che non rispondono ad alcuna comunicazione. Sul versante opposto ci sono le famiglie che difendono i figli a spada tratta: qualunque sia il problema li giustificano su tutto. Ci sono poi quelle iper presenti che valutano continuamente il nostro lavoro e si intromettono sulle questioni didattiche sostenendo che diamo troppi compiti, o troppo pochi, che svolgiamo male il programma ecc.

Io e le mie colleghe ci armiamo di tanta pazienza, ma non basta. Mi domando: come mai accade questo? È una situazione senza via d’uscita? Che cosa possiamo fare noi insegnanti a riguardo?

Anita, Cagliari

 

Risponde Annella Bartolomeo, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Gentilissima Anita,
grazie per aver evidenziato con le sue parole un disagio che da alcuni anni e con sempre maggiore frequenza sta caratterizzando il rapporto tra le famiglie e la scuola.

Come lei descrive bene, ci sono differenti modalità con cui le famiglie si relazionano con la scuola, esprimendo in molti casi un atteggiamento nei confronti dei figli che potremmo definire giustificazionista e permissivo, caratterizzato da uno stile iperprotettivo o, al contrario, un atteggiamento disinteressato. In entrambi i casi c’è da parte delle famiglie una conseguente alterazione nella comunicazione con gli insegnanti: possono manifestarsi modalità comunicative caratterizzate da assenza o indifferenza o, sul versante opposto, da ipercontrollo nei riguardi del lavoro dei docenti, con un “messaggio” implicito o esplicito di squalifica nei confronti della loro professionalità.

Queste modalità comunicative possono essere considerate una conseguenza della relazione educativa che i genitori manifestano nei confronti dei figli, ma anche un effetto del cambiamento di percezione del ruolo degli insegnanti, e più in generale della scuola, a livello culturale e sociale.

 

Gli ostacoli al dialogo

Una buona relazione scuola-famiglia, condizione necessaria per promuovere il benessere di alunni e figli, si basa su presupposti di collaborazione e di alleanza educativa spesso assenti nella realtà scolastica, come ben lei sottolinea. Se da una parte lo stile educativo dei genitori, che può tradursi in un atteggiamento ostile, assente o controllante nei confronti della scuola, può essere considerato come un fattore alla base di questa difficoltà di relazione, la scuola deve porsi comunque nella prospettiva di gestire tale situazione, evitando di assumere una posizione di distanziamento difensivo e di conseguente chiusura nei confronti delle famiglie.

L’osservazione del livello organizzativo attuale rivela come la comunicazione scuola-famiglia sia vincolata il più delle volte dal registro elettronico che non favorisce un incontro autentico e reale tra insegnanti e genitori. Ma anche gli incontri in presenza, quali i colloqui e le assemblee, sono perlopiù scanditi da tempi rigidi e burocratici, il che non valorizza il dialogo tra gli interlocutori.

 

Per far fronte alle difficoltà relazionali con le famiglie è necessario lavorare su più fronti per costruire collaborazione e alleanza educativa

 

Alcune iniziative

Sarebbe importante allora recuperare un tempo e un valore della relazione che diano spazio a modalità collaborative, condividendo, anche a livello di Istituto, un approccio che assuma come “filosofia educativa” l’importanza e la necessità di cooperare con i genitori e di valorizzarne il contributo. In tale ottica sarebbe utile predisporre iniziative che aiutino gli insegnanti a stabilire una corretta comunicazione con le famiglie per condividere con loro un approccio collaborativo.

Per esempio:

  • Sin dall’inizio dell’anno scolastico organizzare incontri con i genitori per condividere strumenti e modalità di comunicazione reciproca al fine di facilitare la relazione.
  • Attivare appuntamenti e/o laboratori su temi specifici di rilevanza didattica ed educativa, con attenzione alle specificità delle funzioni e del ruolo, sia degli insegnanti che dei genitori.
  • Favorire la possibilità per i genitori di realizzare iniziative “nella” scuola o “con” la scuola per creare occasioni di conoscenza e di incontro con obiettivi comuni con gli insegnanti.
  • Organizzare eventi culturali (laboratori, feste, seminari, conferenze) e/o sportivi che coinvolgano le famiglie e gli insegnanti a livello organizzativo e partecipativo al fine di incentivare il dialogo, la cooperazione e il senso di appartenenza alla comunità scolastica.

 

Per un'alleanza educativa

Questo lavoro richiede progettazione, incontri frequenti con i genitori allargati all’istituto scolastico e alle singole classi, con colloqui finalizzati ad approfondire le specificità e i bisogni degli alunni. Il tutto per avvicinare le famiglie a un punto di vista fondato sulla collaborazione e sull’alleanza educativa, e che permetta di condividere una visione allargata al benessere del gruppo classe e dell’istituzione scuola, come fattore positivo generale, da ricercare in un percorso condiviso.

In definitiva è importante far passare il messaggio che scuola e famiglia hanno intenzioni comuni e lavorano entrambe per il bene e il futuro delle bambine e dei bambini.

 

Capacità comunicativo-relazionali

A fronte di ciò naturalmente è necessario che gli insegnanti mobilitino una serie di competenze relazionali: capacità comunicative e di gestione dell’incontro, empatia, possibilità di riflettere sui propri vissuti emotivi... Questo anche in considerazione del fatto che alla base delle difficoltà didattiche dei bambini e delle bambine possono esserci problematiche emozionali e/o affettive e di socializzazione, o difficoltà di rispetto delle regole, e quindi è necessario che i genitori sappiano che gli insegnanti li considerano gli interlocutori necessari e privilegiati per costruire un percorso condiviso per la promozione del benessere di alunne e alunni. Infine, visto il suo ruolo complesso e delicato, è importante che a livello culturale e sociale si lavori per recuperare una visione che sostenga il ruolo del docente, riconoscendone il valore professionale.

In definitiva, per affrontare la questione della difficoltà relazionale tra famiglie e scuola è necessario lavorare su più livelli, affinché sia possibile stabilire e impostare una nuova comunicazione con i genitori, fondata su collaborazione e alleanza educativa, fondamentali per sostenere il percorso di apprendimento e di sviluppo delle attuali generazioni.

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