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Miglior film straniero agli Oscar e ai César 2021, vincitore di quattro premi tra cui miglior film, miglior attore, miglior regista agli European Film Awards del 2020 e di molti altri premi, il film di Vinterberg ruota attorno alle vite di quattro professori di una scuola superiore disillusi, frustrati e demotivati, che riscoprono la voglia di mettersi in gioco.
Durante la cena per il suo compleanno, Nicolaj racconta che, secondo lo studio di uno psicologo norvegese, gli esseri umani sono nati con un deficit di alcol nel sangue di 0,5 e che, mantenendo questa quantità nell’organismo, corrispondente a una leggera ebrezza, sarebbe possibile aprire le menti al mondo, aumentando sicurezza in sé e creatività. Il giorno dopo Martin, professore di storia, decide di mettere alla prova questa teoria. Non ha nulla da perdere: i suoi studenti lo detestano, lui stesso si sente noioso e si rende conto di non aver più alcuno stimolo nell’insegnamento, a casa figli e moglie lo ignorano… E lo comunica, emozionato come un bambino, ai suoi colleghi e amici, che decidono di seguirlo nell’impresa, trasformandola in un esperimento vero e proprio, dandosi regole ferree da seguire e registrando ogni variabile.
Per tutti e quattro l’esperimento sembra una soluzione “facile” alla crisi che stanno attraversando, con vite personali impegnative, come Nicolaj alle prese con la nascita del terzo figlio, o schiacciate dalla solitudine, come Peter e Tommy, e storie professionali frustranti, nello scontro quotidiano con adolescenti cinici e indifferenti. Ma diventa anche un’occasione per ripensare a loro stessi e alle proprie modalità di insegnamento, per rimettersi in gioco, cercando strategie nuove per coinvolgere e motivare gli allievi. All’inizio l’esperimento è un successo incredibile: le lezioni di storia diventano avventure e quiz, quelle di musica si aprono all’attenzione al benessere e alla comprensione, quelle di educazione fisica portano divertimento e senso di gruppo. Si sentono più sicuri di loro stessi, divertenti, motivati e brillanti, e Martin torna a essere un padre e un marito attento e presente. Decidono quindi di incrementare sempre di più le dosi di alcol, per verificare se anche l’effetto positivo aumenta. Ma, con il senso di euforia e di essere liberi dal grigiore e torpore delle loro vite, si ingrandiscono anche i piccoli e grandi problemi e quel malessere esistenziale che li aveva portati a mettere in pratica l’esperimento esplode: uno dopo l’altro scelgono di abbandonarlo, tornando a un consumo più moderato, o nullo, di alcol. Solo Tommy non può. Non ci riesce. L’alcol, che per un momento ha riempito il vuoto della sua vita, ha fatto riemergere tutti i suoi dolori e fantasmi, annullando completamente tutto il resto.
Quei quattro professori, pur di ritrovare la propria motivazione e riappropriarsi delle proprie vite, si sono “buttati” in un esperimento folle e pericoloso e hanno ritrovato la gioia di vivere, la voglia di mettersi in gioco e di sperimentarsi. Ma hanno anche riscoperto i propri limiti, le regole del vivere in comunità e il rispetto per gli altri, senza i quali nessun livello alcolico è in grado di far stare davvero bene con se stessi.

Paola A. Sacchetti,
Psicologa

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