Difficoltà nella scrittura, nella gestione dello spazio e del corpo

Come evitare comportamenti provocatori in classe

Chiarimenti sui DSA

Muoviamo i primi passi

Il dettato ortografico

Calcolatrice e altre strategie

<blockquote>«La persona con disabilità che oggi è un adolescente, domani diventerà un adulto con tutti i diritti e i doveri che questo passaggio impone al singolo soggetto, ma anche con tutte le responsabilità che una comunità sociale deve assumersi nei confronti delle persone più deboli». (D’Alonzo, 2018) </blockquote>

«La persona con disabilità che oggi è un adolescente, domani diventerà un adulto con tutti i diritti e i doveri che questo passaggio impone al singolo soggetto, ma anche con tutte le responsabilità che una comunità sociale deve assumersi nei confronti delle persone più deboli». (D’Alonzo, 2018)

L'inclusione scolastica nel progetto di vita

La normativa non obbliga gli alunni con disabilità all’assolvimento del monte ore dedicato ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), ma tali percorsi si rivelano un’ottima occasione anche per questi alunni, al fine di vagliare possibilità di inserimento lavorativo e iniziare a verificare tenuta e validità del progetto di vita. Qui entra in gioco nuovamente la strutturazione e la coesione della rete di alleanze fra scuola, servizi territoriali, specialisti e famiglia, che si costruisce attorno al percorso di inclusione dell’alunno con disabilità. Progettare e realizzare un percorso per l’acquisizione di competenze trasversali e volto a un vero orientamento per il futuro è passo decisivo per la realizzazione del progetto di vita; percorso che chiaramente deve tenere conto delle potenzialità, delle attitudini e dei desideri dello studente ma allo stesso tempo delle sue difficoltà e fatiche. Affinché il percorso sia indirizzato al miglioramento dell’autostima, alla conoscenza di sé così come alla conoscenza delle possibilità e delle risorse del territorio, è necessario comprendere il raggio d’azione entro cui spostarsi e operare. In molti casi questo momento è occasione per il territorio stesso per scoprirsi, per far fiorire nuove possibilità, individuare strategie impensate. Per alunni con un PEI differenziato l’attività di PCTO si inserisce nell’alveo dei percorsi integrati con enti territoriali che avviano all’attività lavorativa persone con disabilità. Per alunni con PEI curricolare o per obiettivi minimi essa rappresenta la possibilità di verificare quanto appreso nel regolare percorso di studi e vagliare, attraverso una rilettura metacognitiva, i propri desideri e le proprie attitudini. La trasposizione di buone pratiche e di competenze acquisite tra vita reale e vita nella scuola, se ben veicolata e rielaborata con lo studente, porta a una contaminazione degli ambienti molto positiva, con un evidente progresso nel percorso di&nbsp;crescita dell’alunno con disabilità. L’inserimento di persone con disabilità nella vita di un territorio è una responsabilità collettiva e condivisa. E, con i termini “collettiva” e “condivisa”, si intende che si tratta di una questione davvero di tutti, in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte. A tutti è chiesto di esplicitare, far conoscere questi percorsi di inclusione per stimolare nuove sinergie e possibilità, fidandosi e affidandosi reciprocamente, poiché solo con il supporto di una rete multidisciplinare e interdisciplinare si riuscirà a raggiungere il successo formativo e inclusivo per la persona.

In ultima analisi, per fare inclusione, la scuola secondaria di secondo grado ha bisogno di operare un cambiamento dall’interno. Condizione per tale cambiamento è l’abbandono dell’autoreferenzialità che la caratterizza. Una scuola secondaria di secondo grado aperta all’innovazione avrà come riferimento il profilo dei docenti inclusivi così come è stato delineato dalla European Agency for Development in Special Needs Education nel 2012. Auspichiamo che in tempi brevi si possa vedere l’impegno dell’amministrazione scolastica in un piano di formazione di tutti i docenti, non solo di sostegno, che abbia come traguardo la costruzione del profilo del docente inclusivo.

Per riflettere sui percorsi possibili per le persone con disabilità dopo la scuola dell’obbligo, occorre affrontare il tema nella sua dimensione socio-culturale, prima ancora che nelle implicazioni metodologiche e operative.
 
 Il concetto di disabilità è legato ai processi rappresentazionali che si formano all’interno dell’immaginario collettivo in u

Per riflettere sui percorsi possibili per le persone con disabilità dopo la scuola dell’obbligo, occorre affrontare il tema nella sua dimensione socio-culturale, prima ancora che nelle implicazioni metodologiche e operative. Il concetto di disabilità è legato ai processi rappresentazionali che si formano all’interno dell’immaginario collettivo in un determinato contesto storico (Lepri, 2019). La rappresentazione della disabilità fondata sull’immagine della persona è centrale nell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute). Questa visione consente di andare oltre la disabilità, evidenziando ciò che funziona nel soggetto in termini di potenzialità e di bisogno di normalità, anche in relazione ad un determinato contesto (Lepri, 2019).Il tema del bisogno di normalità nell’immaginario dei ragazzi è di straordinaria importanza rispetto ai percorsi scolastici e formativi post-scuola, proprio perché è in questa fase che sogni e aspettative possono concretizzarsi. La conclusione della scuola coincide con scelte propedeutiche all’imminente ingresso nel mondo degli adulti

Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento

Nei casi in cui sia sempre stata attiva una certa progettualità, la scelta del “che cosa fare da grande” non assume di solito aspetti drammatici, poiché il “diventare grande” è un evento in qualche modo previsto, immaginato, auspicato. Laddove invece l’immaginario e la progettualità abbiano subito gravi danni, il periodo successivo alla scuola dell’obbligo diventa spesso molto doloroso. La scuola costituisce per la maggior parte degli alunni la normalità, il “porto sicuro” dove si conoscono tutto e tutti e dove si è conosciuti. Perciò è di primaria importanza che la scuola secondaria di secondo grado strutturi validi percorsi di orientamento in uscita per tutti gli studenti. La normativa vigente indica che l’équipe multidisciplinare, la scuola, i servizi territoriali e la famiglia fin da subito impostino per l’alunno le linee per il progetto di vita. L’inclusione scolastica inizia con l’ingresso dell’alunno con disabilità già dai primi anni di scuola e, quando si progetta, si sogna un percorso di inserimento nella cittadinanza attiva (nella polis) di quel bimbo che diventerà un adulto. Passaggio chiave nel percorso scolastico è la scelta della scuola secondaria di secondo grado: spesso la tendenza è quella di iscrivere gli alunni con disabilità agli istituti professionali, pensando che tutto sia più semplice, in nome di un minor quantitativo di materiale di studio. Ma non per tutti è così semplice; nella maggior parte dei casi questi istituti richiedono un’elevata capacità di utilizzo della motricità fine delle mani e portano, nell’attività stessa, un certo grado di pericolosità. A volte per&nbsp;un ragazzo con disabilità è preferibile scegliere un percorso di studi di tipo tecnico o liceale. Nella scuola secondaria di secondo grado sono previsti tre possibili percorsi, cui corrispondono tre tipologie di PEI (Piano Educativo Individualizzato): <ol><li>un percorso con programmazione curricolare; </li><li>un percorso per obiettivi minimi; </li><li>un percorso differenziato. </li></ol>Nei primi due casi l’alunno giungerà al termine del percorso a un diploma regolare e solo nell’ultimo caso a un certificato di frequenza. Nel caso di una programmazione per obiettivi minimi l’alunno seguirà la programmazione della&nbsp;classe con valutazione sugli obiettivi minimi fissati per ogni disciplina per la classe di appartenenza dall’istituto stesso. Si precisa che gli obiettivi minimi sono quelli previsti per tutti gli alunni e sono menzionati anche nella normativa relativa agli alunni con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento). Non va esclusa a priori la presenza di alunni, anche con gravità, in percorsi liceali; proprio la tipologia di studi offre, infatti, maggiori possibilità di operare tutti i livelli di semplificazione della disciplina e dell’argomento di studio, intercettando il livello adeguato allo studente.

<ul><li>Barzaghi C.M. (2019), «Gli alunni con disabilità nella scuola di tutti. Il tortuoso percorso dall’integrazione all’inclusione», in Zanobini M., Usai M.C., Psicologia della disabilità e dei disturbi dello sviluppo: elementi di riabilitazione e di intervento, FrancoAngeli, Milano. </li><li>D’Alonzo L. (2018), «La preparazione alla vita», in D’Alonzo L., Pedagogia speciale per l’inclusione, ScholèMorcelliana, Brescia, pp. 79-84. </li><li>Lepri C. (2019), «I percorsi dopo la scuola dell’obbligo», in Zanobini M., Usai M.C., Psicologia della disabilità e dei disturbi dello sviluppo: elementi di riabilitazione e di intervento, FrancoAngeli, Milano. </li><li>Vianello R., Mammarella I.C. (2015), Psicologia delle disabilità. Una prospettiva life span, Junior Editore, Reggio nell’Emilia.</li></ul>

<ul><li>&nbsp;https://www.european-agency.org/sites/default/files/te4i-profile-of-inclusive-teachers_Profile-of-Inclusive-Teachers-IT.pdf</li></ul>

Per riflettere sui percorsi possibili per le persone con disabilità dopo la scuola dell’obbligo, occorre affrontare il tema nella sua dimensione socio-culturale, prima ancora che nelle implicazioni metodologiche e operative. Il concetto di disabilità è legato ai processi rappresentazionali che si formano all’interno dell’immaginario collettivo in un determinato contesto storico (Lepri, 2019). La rappresentazione della disabilità fondata sull’immagine della persona è centrale nell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute). Questa visione consente di andare oltre la disabilità, evidenziando ciò che funziona nel soggetto in termini di potenzialità e di bisogno di normalità, anche in relazione ad un determinato contesto (Lepri, 2019). Il tema del bisogno di normalità nell’immaginario dei ragazzi è di straordinaria importanza rispetto ai percorsi scolastici e formativi post-scuola, proprio perché è in questa fase che sogni e aspettative possono concretizzarsi. La conclusione della scuola coincide con scelte propedeutiche all’imminente ingresso nel mondo degli adulti

Strategie inclusive nella scuola secondaria di secondo grado

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