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Son tutte belle le lingue del mondo

Nelle realtà educative 0-6 accogliamo bambini e bambine di diverse estrazioni culturali e linguistiche oltre a bambini che, indipendentemente dalla lingua madre, possono manifestare difficoltà nello sviluppo del linguaggio.

di Silvia Iaccarino20 febbraio 20241 minuto di lettura
Son tutte belle le lingue del mondo | Giunti Scuola

Bambini e bambine di origine straniera che giungono nel nostro Paese o che nascono in famiglie dove si parlano lingue differenti dall’italiano, possono provare un iniziale senso di disorientamento e di isolamento quando iniziano a frequentare il nido o la scuola dell’infanzia.

Per quanto il loro sviluppo linguistico, soprattutto al nido, sia ancora nelle fasi iniziali, fin dal periodo prenatale, sono letteralmente immersi in un bagno sonoro che, attraverso la voce dei genitori e delle persone a loro vicine, li nutre e costruisce le fondamenta della comunicazione umana. Questo imprinting, sommato all’esperienza post-natale, contribuisce a creare un senso di familiarità verso determinati suoni linguistici che andrà poi a costruire la competenza linguistica, ricettiva ed espressiva. La familiarità verso la lingua madre, profondamente inscritta nella storia di ognuno di noi, genera anche un significativo senso di sicurezza nel trovare e ritrovare quei suoni che, fin dall’inizio della vita, ci hanno accompagnato.

Image | Giunti Scuola

 

CREARE CONTESTI “AMICI”

Quando un bambino o una bambina entra in un contesto “altro”, può provare un senso di minaccia, di straniamento, di solitudine che va a sommarsi alla sfida di ambientarsi in un luogo e a persone anch’esse sconosciute. Può, così, essere difficile: sentirsi a proprio agio; riuscire a comunicare i propri bisogni; riuscire a interagire con i pari in modo favorevole. Allo stesso modo, anche bambine e bambini con difficoltà nello sviluppo del linguaggio possono trovarsi in altrettanta fatica.

“La complessità culturale e il plurilinguismo sono una ricchezza difficile” (Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato zerosei): infatti, se da un lato la diversità, anche linguistica, rappresenta un valore, dall’altro, tale complessità interroga educatori e insegnanti rispetto a come garantire, nella quotidianità, l’opportuno accompagnamento e ascolto empatico affinché tutti possano sentire i contesti scolastici come luoghi amici, dove sia possibile coltivare la loro identità a tutto tondo, compresa la o le lingue parlate in famiglia.

 

PROGETTARE PRATICHE EDUCATIVE ACCOGLIENTI

Quale via possibile ci indicano le Linee Pedagogiche per valorizzare il patrimonio culturale e linguistico di cui bambini e famiglie sono portatori?

Proseguendo nella lettura troviamo un’esplicitazione importante: “attirare l’attenzione sulle lingue, creare contesti nei quali si possono usare più lingue, consente di riconoscere il patrimonio culturale di ogni bambino, di sviluppare abilità comunicative diversificate, di sollecitare curiosità ed esplorazioni di lingue diverse.” L’italiano e le altre lingue si imparano “giocando, sperimentando, interagendo, ascoltando storie, esplorando la realtà circostante insieme agli altri bambini e agli adulti.”

L’indicazione è quindi quella di progettare pratiche educative accoglienti, in grado di includere le diverse lingue presenti nelle nostre sezioni, attribuendo a ciascuna importanza, dignità e valore.

 

Costruiamo ponti e strade per permettere a ciascun bambino e bambina di sentirsi visto e considerato nella propria soggettività, compresa la propria lingua madre

CHE COSA FARE…

In che modo possiamo quindi lavorare per rendere le realtà educative 0-6 luoghi amici e non “stranianti” per bambini e bambine? In che modo valorizzare le differenze linguistiche? Come supportare quei bambini in fatica rispetto allo sviluppo linguistico? In che modo possiamo costruire pratiche nutrienti che concorrano a sviluppare menti aperte e curiose? Come gettare le basi perché i bambini si sentano cittadini del mondo? Come tenere dentro anche le famiglie in queste riflessioni?

Ecco alcuni spunti su cui riflettere.

 

SUGGERIMENTI OPERATIVI PER INCLUDERE TUTTI E TUTTE

  • Valorizzare non solo la comunicazione verbale, ma anche quella non verbale, preponderante al nido, ma sempre importante a tutte le età. Come possiamo, quindi, anche alla scuola dell’infanzia, promuovere, avvalorare, sostenere la comunicazione sul piano corporeo? In che modo possiamo far sentire compresi e ascoltati quei bambini che, per diversi motivi, potrebbero essere in difficoltà con il linguaggio verbale?

 

  • Utilizzare aiuti visivi: agenade visive che rappresentano le routine della giornata, singole tessere per le diverse attività o per richieste specifiche, possono essere validi supporti per tutti i bambini e le bambine.

 

  • Considerare le diverse lingue come una ricchezza, un punto di forza della propria sezione, evitando di chiedere ai genitori di parlare italiano con i loro figli e, anzi, sostenendoli nel proseguire a usare la propria lingua madre.

 

  • Riservare spazi e tempi per dare alle diverse lingue presenti un ruolo protagonistico nello scambio con e tra i bambini, per esempio durante il circle time o le uscite sul territorio, in biblioteca ecc.

 

  • Coinvolgere attivamente le famiglie all’interno di progetti che le vedano come nostre partner con l’obiettivo di costruire insieme percorsi che possano generare nuovi apprendimenti per tutti rispetto alle diverse lingue e culture presenti in sezione.
    Laddove il coinvolgimento delle famiglie risulti complesso, possiamo comunque lavorare con bambini e bambine, anche sfruttando i mezzi e gli strumenti digitali, per portare avanti ricerche e indagini che consentano di allargare gli orizzonti di tutti.
Scuola dell'infanzia

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