La mamma, su Skype

Scuola-famiglia: quale alleanza?

Tempo di adozioni. Con gli occhi dei bambini

L&rsquo;atteggiamento di fondo da tenere dovrebbe essere quello di un ascolto attivo e avalutativo, che cerca di capire la realt&agrave; dell&rsquo;altro senza giudicare. Uno dei rischi maggiori nei primi colloqui &egrave; quello di adottare inconsapevolmente un comportamento inquisitorio: la necessit&agrave; di acquisire informazioni sul bambino (utili per poter impostare il lavoro educativo) pu&ograve; caratterizzare gli incontri pi&ugrave; come interrogatori che come colloqui. E invece occorre dare modo ai genitori di dare le informazioni che vogliono sui figli, almeno nei contatti inziali.

I docenti potranno sempre &ldquo;falsificare&rdquo; questi dati sulla base delle osservazioni che condurranno durante le attivit&agrave; didattiche. Per questi motivi &egrave; preferibile evitare nei primi contatti di sottoporre questionari ai genitori riguardanti il figlio, perch&eacute; questo rischia di burocratizzare il primo colloquio. Sotto questo profilo &egrave; preferibile seguire una traccia mentale di colloquio, magari concordata tra tutti i docenti della scuola, sebbene all&rsquo;interno di una conduzione lasca del colloquio stesso, per le ragioni esposte prima. Se si insiste su questi aspetti &egrave; perch&eacute; da questi primi contatti nasce di fatto il rapporto tra scuola e famiglia e fare passi falsi in questa fase iniziale pu&ograve; essere controproducente anche per il futuro. Potrebbe essere utile per un gruppo docente approfondire le dinamiche e la gestione dei colloqui in specifici momenti formativi per poter assumere piena consapevolezza di quello che si fa e di come lo si fa.

Nei primi mesi di attivit&agrave; scolastica ogni scuola organizza incontri di vario tipo con i genitori dei bambini e delle bambine. Si tratta di impegni routinari, almeno per i docenti, un po&rsquo; meno per i genitori, soprattutto dei piccoli, che sono sollecitati a condividere con la scuola un progetto educativo. Questi primi contatti appaiono fondamentali per costruire un rapporto di reciproca fiducia, ma non sono scevri da rischi di incomprensione, chiusura, rigidit&agrave;. Tocca in primo luogo ai docenti, in quanto professionisti dell&rsquo;educazione e della relazione, fare in modo che si crei un clima di collaborazione e di reciproco rispetto.

Peraltro oggi questi rapporti presentano un livello di complessit&agrave; maggiore rispetto al passato per vari motivi:

<ul>
	<li>spesso sono gli stessi genitori a presentare fragilit&agrave; sul piano emotivo e relazionale;</li>
	<li>molti genitori provengono da altri Paesi e possono avere difficolt&agrave; non solo a comprendere la nostra lingua ma anche la nostra cultura;</li>
	<li>la frenesia che caratterizza la vita di tutto noi non agevola la fondazione di rapporti equilibrati e collaborativi;</li>
	<li>la nascita di pochi figli porta spesso i genitori a concentrare sull&rsquo;unico figlio tutte le loro attenzioni innestando fenomeni di forte dipendenza;</li>
	<li>spesso i bambini vivono in famiglie non tradizionalmente strutturate (es. allargate).</li>
</ul>

&Egrave; bene che gli insegnanti tengano conto di questi e altri elementi per poter gestire in modo efficace i contatti con i genitori.

L&#39;importanza dell&#39;ascolto

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Rapporti con i genitori, tra successi e disagi