Anticipo scolastico? Una novità vecchia

Cubomania

Il passaggio dai suoni ai segni

Momenti speciali

Adesso siamo grandi!

Percorso continuità parte I: Prepariamo la festa

L'esperienza di “ambientamento partecipato” che abbiamo <a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lambientamento-partecipato-tre-giorni" target="_blank" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/lambientamento-partecipato-tre-giorni">raccontato nell'articolo precedente</a> ha suscitato una serie di riflessioni e animato racconti.&nbsp;Oltre che delle riflessioni dell’equipe educativa sono state raccolte anche delle testimonianza preziose delle famiglie. L’aspetto che si è rivelato più nuovo è quello dell’alleanza&nbsp;fra adulti. &nbsp;In quei tre giorni di totale immersione il genitore non solo accompagna il passaggio, ma ha anche la possibilità di conoscere il nido, le educatrici e le collaboratrici, gli &nbsp;spazi e i tempi: si sente così &nbsp;più sereno nel distacco perché &nbsp; può prevedere i movimenti e i tempi del figlio/a. Educatrici e genitori attraversano insieme questi tre giorni, accomunati dall’intento di accompagnare il bambino nel nuoco contesto.&nbsp;È&nbsp;in questo essere insieme fin da subito che si costruiscono le basi della relazione di fiducia e alleanza. &nbsp; Si parla di una conoscenza reciproca che è utile a entrambi. <blockquote> “ Il genitore ha una maggiore consapevolezza e tranquillità nel sapere il proprio figlio all’interno del nuovo contesto. Trasmette così la serenità al proprio figlio. Il distacco ci è sembrato più facile” (Caterina e Rossella, educatrici). </blockquote><blockquote> “ Grazie di avermi reso partecipe, sono entrata nella vita di ogni giorno del nido, scoprendo aspetti positivi &nbsp;che al solo pensiero prima mi facevano paura”(mamma). </blockquote>Nell’accoglienza dei bambini (dal &nbsp;primo &nbsp;a settembre fino &nbsp;all’ultimo &nbsp;a marzo), le educatrici &nbsp;hanno avuto modo di crescere e consolidarsi in questa pratica. Se in un primo momento c’era la paura del giudizio, questa sensazione è stata poi rimossa da una sempre più forte consapevolezza del valore del proprio ruolo.&nbsp; <blockquote>Ho scoperto che le educatrici mantengono la calma nel gruppo, guidano le attività e si vede che lo fanno con naturalezza mentre affrontano i problemi della giornata lavorativa (Mamma) </blockquote><blockquote>Ho imparato a fidarmi delle educatrici, si percepisce l’amore e la serenità con cui si rapportano ai bambini e questo mi ha tranquillizzato “ (Mamma) </blockquote><blockquote>Ho scoperto che le educatrici sono molto professionali, persone a cui affidarsi completamente” (Mamma) </blockquote>La presenza del genitore all’interno del nido a tempo pieno per tre giorni rappresenta davvero una grande opportunità di conoscenza reciproca, che va oltre ai colloqui individuali di pre-ambientamento e alla riunione di inizio anno educativo. Le educatrici hanno potuto porre attenzione sulla relazione fra bambini e genitori &nbsp;e coglierne aspetti sui quali hanno potuto lavorare durante l’anno. <blockquote>“Noi educatrici abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano le abitudini delle diadi bambino-genitore, di osservare le modalità con cui entrano in relazione, che cosa li rende sereni e cosa li inquieta.” (Caterina e Rossella, educatrici) </blockquote>La professionalità educativa richiede di porsi continuamente domande, di riflettere e di volgere le sguardo verso &nbsp;nuovi orizzonti. Fare l’educatrice è come andare in palestra ogni giorno ad allenarsi in vista di nuove sfide e scoperte. Il &nbsp;rischio può essere &nbsp;di considerare&nbsp;alcune&nbsp;pratiche come immutabili e rigide perché ‘si è &nbsp;sempre fatto così’ &nbsp; La sfida raccolta dal gruppo di lavoro del nido d’infanzia il Riccio è stata quella&nbsp;di mettere in discussione &nbsp;il “si è fatto sempre fatto così” per avventurarsi, rischiando anche un po’ in nuovi sguardi. Come dice Farnè, il rischio è un dispositivo educativo.

Racconti e impressioni sull'ambientamento partecipato