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Poesie di Primavera: per leggere, giocare, mimare, festeggiare
La data del 21 marzo è speciale: oltre a celebrare l'inizio della nuova stagione è anche la Giornata Mondiale della Poesia. Perché allora non unire le due cose, sederci assieme, leggere e recitare alcuni componimenti? Di Maurizia Butturini
Nell'avvicinarsi di questo primo giorno di Primavera possiamo andare incontro alla nuova stagione proponendo ai bambini un “cerchio poetico” speciale.
Se c’è il sole possiamo riunirci in giardino e creare uno spazio di lettura. Se siamo all’interno, l’ideale sarebbe ricreare un’atmosfera intima, favorevole all’ascolto. Possiamo mettere, ad esempio, un grande telo o un vecchio copriletto a fiori sul pavimento e chiedere ai bambini di sedersi tutto intorno, sul bordo. Prepariamo un cestino con foglie e fiori di stagione, margherite, viole, primule e lo mettiamo al centro. Possiamo cominciare con un rituale emozionale, spruzzando sulle mani dei bambini essenza di violette e odorandone il delicato e persistente profumo, prima di leggere.
Queste poesie di primavera le leggiamo solo per il piacere, senza spiegare o chiedere ai bambini prestazioni. In seguito, potremo riproporle per giocare; accanto ad ogni poesia c’è un suggerimento ludico, da condividere e inventare assieme ai bambini.
Doniamo a tutti i bambini un fiore del nostro cestino, un gesto gentile che possiamo accompagnare con un grazie, per aver ascoltato e partecipato al cerchio poetico.
Buona lettura! E buona Primavera a tutti!
È primavera (Roberto Piumini)
Quando la terra è giovane e fresca
quando la testa è piena di festa,
quando la terra splende contenta,
quando di erba odora il vento,
quando di menta profuma la sera,
è primavera.
Le farfalline (Gli animali nelle favole, Firenze, Giunti)
(da mimare/ recitare in due gruppi che si rispondono)
Le farfalline tornano fuori
con le ali splendide di bei colori.
Chiede il bambino:
- Dove eravate nel triste inverno?
Che facevate?-
Esse rispondono:
- Dentro gli ovini
piccoli piccoli come semini,
aspettavamo la primavera
per poi volare dall’alba a sera,
aspettavamo ali e colori
per poi volare tra l’erba e i fiori.
Io son la primavera (Renzo Pezzani dal libro “Ragazzi” ed cinematografica SECI, Milano)
(da recitare, da mimare)
Lucciole belle venite a me:
son principessa, son figlia del re.
Ho trecce d’oro filato fino,
ho un usignolo che canta sul pino,
una corona di nidi alle gronde,
una cascata di glicini bionde,
un rivo garrulo, limpido, fresco,
fiori di mandorlo, fiori di pesco.
Ho veste verde di vento cucita,
tutta di piccoli fiori fiorita:
occhi di stelle nel viso sereno,
dolce profumo di viole e di fieno,
e, per il sonno dei bimbi tranquilli,
la ninna nanna felice dei grilli.
La gemma (a cura di Maria Vidale, Do re mi fa, poesie e filastrocche a volontà, Einaudi)
(da ascoltare, da mimare)
“Perché devo sentirmi prigioniera
in questa camiciola troppo stretta?”
dice la gemma. “Fuori è primavera,
c’è un mondo tutto nuovo che mi aspetta,
gli uccelli, le farfalle sopra il prato…
Non ce la faccio più, mi manca il fiato!”
Così si gonfia e cerca di strappare
quell’abitino verde che impedisce
ai suoi petali nuovi di sbocciare.
La sua corolla un po’ rabbrividisce,
poi piano piano si dischiude al sole
fra bucaneve, pratoline e viole.
Filo d’erba (, Silvia Roncaglia, Principerse e filastrane, Nuove edizioni Romane 1991, Roma
(da ascoltare, da recitazione, da mimare)
Filo d’erba,
filo delicato
stelo verde
in mezzo al prato.
Filo, ti sfilo
e ti metto in bocca
e passeggiando
piano ti succhio
quel succo dolce
d’acerbo sapore
che tieni chiuso
nel tuo verde cuore.
Marzo (Maria Loretta Giraldo, Rime per tutto l’anno, Giunti ed. Firenze 1996)
(da ascoltare, da pitturare)
Marzo, pazzo, picchiatello,
luce chiara, cielo terso
e poi nubi di traverso,
acquazzone, vento, ombrello,
si scompiglia l’universo.
E poi, ancora, tempo bello.
Il re delle marmotte (da C. Morgenstern, Il Grande Lalulà, C’era una volta, Pordenone 1992)
(da mimare)
Il re delle marmotte
comanda a mezzanotte.
Comanda di dormire
fino al primo di aprile.
Il primo che si sveglia
farà la penitenza:
andrà su una gamba sola
da Udine a Potenza.
Filastrocca Marzolina (Gianni Rodari, "Prime Fiabe e Filastrocche" - Einaudi Ragazzi)
(da ascoltare, per conversare)
Filastrocca di primavera,
come tarda a venire la sera.
L' hanno vista ferma in un prato
dove il verde è rispuntato,
un profumo di viole in fiore
l'ha trattenuta un paio d'ore,
ha perso tempo lungo la via
presso un cespuglio di gaggia,
due bimbi con un tamburo di latta
hanno incantato la sera distratta.
Adesso è tardi, lo so bene:
ma però la sera non viene
L’ape birichina (Susanna Buratto, Filastrocche della fattoria, Giunti Kids, Firenze 2003)
(da recitare, da mimare)
Ronza l’ape birichina
va lontana, vien vicina.
Ruba il nettare dai fiori,
ma non porta via i colori,
né il profumo della rosa.
Poi si ferma e si riposa.
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